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Quattro partiti lanciano la campagna in vista delle elezioni federali 2023

palco con bandiere svizzere
Marco Chiesa e l'UDC hanno di nuovo lanciato un attacco frontale alla sinistra. © Keystone / Urs Flueeler

A un anno esatto dalle elezioni federali, quattro partiti svizzeri hanno manifestato sabato le loro ambizioni.

L’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista) non vuole solo rimanere il partito più forte in Svizzera, ma guadagnare almeno 100’000 elettori supplementari alle prossime elezioni.

Lo ha dichiarato sabato il responsabile della campagna elettorale, il consigliere nazionale svittese Marcel Dettling, davanti ai delegati e alle delegate del partito riuniti a Reussbühl, un quartiere di Lucerna.

L’UDC si è aggiudicata alle ultime elezioni del 2019 il 25,6% dei voti, in flessione rispetto al 2015 (29,4%). Per Dettling è chiaro: dobbiamo riprenderci la “nostra Svizzera”.

In precedenza, il presidente del partito, Marco Chiesa, si è lanciato in una lunga invettiva contro la sinistra, Verdi e socialisti per la precisione, affermando che queste due formazioni vogliono portare il paese “alla malora

Il ticinese ha affermato che “una nuova svolta a sinistra come nel 2019” significherebbe la fine della prosperità, della libertà e dell’indipendenza della Svizzera. Diversi oratori e oratrici hanno chiesto una riduzione dell’immigrazione, fonte di tutti i mali per molti esponenti del partito: non solo aumenta la criminalità, ma pesa sulla spesa sociale, fa lievitare i premi sanitari e aggrava la carenza di energia.

I servizi del TG sulle assemblee dei partiti:

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PLR: diventare il secondo partito

Riunito a Burgdorf, nel Canton Berna, il Partito liberale radicale (PLR, destra), punta da parte sua a diventare il secondo partito del Paese. Nel 2019 ha conquistato il 15,1% dei suffragi e ora mira a superare il Partito socialista (16,8%).

La Svizzera ha bisogno di urgenti riforme liberali, ha dichiarato il presidente del PLR Thierry Burkart. Il partito si batterà per un’economia aperta e innovativa, per un minore intervento dello Stato, per le pensioni e per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico. In materia di energia, Burkart ha chiesto “più realismo e meno sogni”. “Non è possibile uscire dal nucleare e allo stesso tempo raggiungere gli obiettivi climatici”, ha dichiarato.

Un seggio in Governo per i Verdi

I Verdi, che hanno organizzato la loro assemblea a Winterthur, nel Canton Zurigo, intravvedono dal canto loro “una reale possibilità” di entrare in Governo dopo le elezioni del prossimo autunno.

È quanto sottolineato dal presidente del partito Balthasar Glättli, che punta a fare dei Verdi la terza forza politica del Paese. Tre anni fa, il Partito ecologista si è piazzato al quarto posto col 13,2% dei voti, dietro all’UDC (25,6%), al Partito socialista (16,8%) e al PLR (15,1%), ma davanti all’allora Partito popolare democratico (11,4%); quest’ultimo – nel frattempo diventato l’Alleanza del Centro – può ancora vantare un posto in governo con Viola Amherd, ministra della difesa.

Dalle ultime elezioni del 2019, i Verdi sono il partito che ha fatto più progressi nei Cantoni, ha aggiunto Glättli, ottenendo 52 mandati in più nei Parlamenti cantonali. Ora siedono negli esecutivi di ben otto cantoni (con nove ministri).

Obiettivo del PVL: superare il 10%

Infine, contrariamente agli altri tre partiti, i Verdi liberali (PVL, centro) si sono riuniti dal canto loro virtualmente.

L’obiettivo della giovane formazione politica (è stata fondata nel 2004) è di superare il 10% dei voti, dopo che nel 2019 aveva ottenuto un risultato del 7,8%.

Inoltre, il PVL vuole tornare al Consiglio degli Stati, dove è stato presente tra il 2011 e il 2015.

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