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"Prima i nostri" negli appalti e all'università

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La Commissione parlamentare chiamata a concretizzare in Ticino l’iniziativa “Prima i nostri” ha preso in esame il settore degli appalti. La nuova Legge sulle commesse pubbliche è ancora in gestazione e il principio della preferenza indigena, stimano i commissari, può essere rafforzato, coerentemente con l’iniziativa approvata in votazione popolare il 25 settembre scorso.

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 gennaio 2017
tvsvizzera.it/ri con RSI (Quotidiano del 25.01.2017)

La Commissione si è poi occupata degli istituti di studi superiori. L’Università della Svizzera italiana (USI) e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) operano sulla base di una mandato di prestazioni pubblico e rientrano dunque nell’ottica dell’applicazione dei principi di “Prima i nostri”. "Ci riferiamo", precisa il presidente della Commissione Gabriele Pinoja, "alle assunzioni nell'apparato amministrativo". Una preferenza indigena nella selezione del corpo docente e dei ricercatori è fuori discussione.

Ancora aperto, per contro, il cantiere legato alle aziende di trasporto, un settore complesso per il quale sarà coinvolto il Dipartimento del territorio del Canton Ticino.

Restano, infine, le agenzie di lavoro interinale. Una giungla per i membri della Commissione, che sul settore hanno chiesto lumi al Consiglio di Stato (governo), ricevendone per ora una risposta succinta ritenuta dai commissari insoddisfacente.

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