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Panama Papers, indagini a Ginevra

Il procuratore vuole accertarsi che società o persone che si sono appoggiate a Mossack Fonseca non abbiano commesso infrazioni penali

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La questione dei Panama Papers sta scuotendo anche la piazza finanziaria ginevrina: il procuratore cantonale Olivier Jornot ha aperto alcune procedure penali per accertare che società e persone residenti a Ginevra che si sono appoggiate allo studio Mossack Fonseca non abbiano commesso atti illeciti.

Le procedure penali relative ai dati emersi dai “Panama Papers” sono state avviate dalla procura ginevrina mercoledì, ma è oggi, giovedì, che il procuratore cantonale di Ginevra ha annunciato questa misura.

“Abbiamo preso conoscenza dei documenti resi pubblici qualche giorno fa e crediamo che in alcuni casi specifici ci sia il rischio che siano state commesse infrazioni penali. Abbiamo così deciso di avviare delle procedure per verificare se ci sono gli estremi per affermare che siano stati commessi degli illeciti o meno.”

Un sospetto che nasce dal fatto che in alcuni casi i Panama Papers riconducono a conti aperti in alcune banche ginevrine e ad alcuni intermediari finanziari che si sono avvalsi dei servizi dello studio legale Mossack Fonseca a Panama.

“Le infrazioni possibili, in teoria, sono diverse”, ha spiegato ancora il Procuratore, “quelle individuate già all’avvio delle indagini sono la falsificazione di documenti e la fabbricazione di documenti falsi. Ci sono altre infrazioni che possono essere prese in considerazione ma sulle quali, al momento, non abbiamo indizi concreti. Comunque non abbiamo fretta. Nella maggior parte dei casi si tratta di fatti piuttosto datati che richiedono ancora delle verifiche.”

Resta quindi da vedere se e quali altre ipotesi di reato, non specificate dal procuratore di Ginevra, emergeranno dalle indagini. Inchieste, ha specificato Jornot, che baseranno solo sulle informazioni rese pubbliche e non su dati sottratti.

Noi, intanto, andiamo dietro le quinte di quelle che in Svizzera sono chiamate “società bucalettere” (le mailbox corporation). Daniel Telesklaf, da tempo attivo nella lotta al riciclaggio di denaro e che oggi dirige il servizio specializzato in Liechtenstein, un ex paradiso fiscale, vi ha a che fare quotidianamente.

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