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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

oggi vi invitiamo a riflettere bene prima di chiamare i pompieri nell'eventualità che il vostro micio rimanesse bloccato su un albero. Soprattutto in Svizzera il conto potrebbe essere assai salato. È quello che è successo a un'abitante di Vevey (Canton Vaud) che ha contattato a questo scopo la locale stazione dei vigili del fuoco che, per evitare malintesi, le ha preannunciato una fattura tra i 500 e i 1'000 franchi (1'070 euro) per l'intervento.

Inutile dire che la residente ha preferito attendere l'evoluzione degli eventi. Sembra infatti che le amministrazioni abbiano introdotto precise direttive per concentrare le operazioni in situazioni di reale emergenza. Anche perché le e i pompieri, che in Svizzera sono volontari, non gradiscono sempre di dover lasciare improvvisamente casa e lavoro per salvare un animaletto domestico.

Per le altre notizie di giornata vi consiglio di proseguire nella lettura.

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Keystone / Peter Klaunzer

Per un giorno e mezzo, a inizio giugno, l’autostrada A1 tra Avenches e Payerne, nel Canton Vaud, sarà chiusa al traffico per consentire agli aerei militari F/A-18 di decollare e atterrare sull’infrastruttura viaria.

La notizia era stata anticipata, non senza polemiche, dalla testata popolare Blick a inizio gennaio ma non erano giunte conferme ufficiali. Oggi il Governo ha motivato la sua decisione di chiudere dalle 21:00 del 4 giugno il citato tratto dell’A2 con la necessità di testare la capacità di reazione delle forze aeree. Lo scopo è quello di decentrare i mezzi di difesa aerea e di poter impiegare i caccia da ubicazioni improvvisate, nell’eventualità che venissero distrutti i tre aerodromi di Payerne (Vaud), Emmen (Lucerna) e Meiringen (Berna).

Non si tratta della prima volta che tratti autostradali sono stati utilizzati per esercitazioni di questo tipo. Durante la Guerra fredda è avvenuto una decina di volte (l’ultima nel 1991 a Lodrino, vicino a Bellinzona).

Ora il contesto geopolitico in Europa ha fatto tornare d’attualità questo progetto. Su cui però alcuni mesi fa l’Ufficio federale delle strade (USTRA) aveva espresso riserve sul suo sito web poiché “provocherebbe un vero e proprio caos del traffico”.

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Keystone / Elia Bianchi

Il Governo svizzero intende verificare che la controversa tassa sulla salute a carico dei frontalieri decisa da Roma sia compatibile con gli accordi bilaterali sottoscritti dai due Paesi.

Nell’eventualità che il balzello introdotto dalla Legge di bilancio 2024 dal Governo Meloni risultasse illegittimo, fanno sapere fonti della Confederazione, che per la prima volta prende posizione sulla vertenza, l’Ambasciata svizzera a Roma interverrebbe presso i ministeri interessati.

Resta quindi aperta la questione che aveva suscitato le proteste dei sindacati ai due lati della frontiera e delle organizzazioni imprenditoriali ticinesi che avevano contestato il prelievo, pari al 3-6% del reddito netto percepito dalle lavoratrici e dai lavoratori residenti in Italia e soggetti al vecchio regime fiscale.

Il provvedimento era stato concepito dall’esecutivo italiano per reperire le risorse finanziare per frenare l’esodo di manodopera dalla Lombardia e dal Piemonte verso la Svizzera.

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Keystone / Lukas Lehmann

Tre iniziative e un referendum su assicurazioni sanitarie, obbligo vaccinale e approvvigionamento elettrico saranno sottoposti al giudizio del popolo svizzero il prossimo 9 giugno.

Mentre l’attenzione di partiti e opinione pubblica è tutta rivolta alle votazioni federali del 3 marzo su due oggetti riguardanti il sistema pensionistico, oggi il Governo federale ha fissato i temi della successiva consultazione popolare.

A far discutere saranno le due proposte di modifica della Costituzione elvetica sulla sanità, in particolare quella lanciata dalla sinistra che intende limitare l’entità dei premi di cassa malati al 10% del reddito disponibile. La seconda, avanzata dal Centro, propone invece incentivi per vincolare l’aumento della spesa sanitaria all’evoluzione dei salari e dell’economia nazionale.

Oltre all’iniziativa “Per la libertà e l’integrità fisica” lanciata dagli ambienti No Vax che vuole vietare costrizioni in tema di vaccini, c’è infine il referendum contro la Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili votata dalle Camere in autunno che, a detta delle oppositrici e degli oppositori, consente di deturpare pesantemente il paesaggio naturale per la costruzione di impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici.

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© Fotoswiss.com/cattaneo

Ci sono cinque indagati, tra cui l’ex sindaca bregagliotta e attuale parlamentare a Berna Anna Giacometti, per la frana di Bondo (Grigioni) che ha fatto otto vittime nell’agosto del 2017.

La procura cantonale, che aveva archiviato il caso due anni dopo, è dovuta tornare sui suoi passi in seguito ai ricorsi – accolti dal Tribunale federale – dei parenti delle escursioniste e degli escursionisti sepolti dai detriti caduti dal Pizzo Cengalo, in Val Bonasca (Bregaglia).

In particolare, aveva sottolineato la corte federale, gli inquirenti si erano limitati ad avallare le conclusioni dei funzionari cantonali, senza il supporto di una specifica perizia. Il successivo rapporto redatto dal geologo Thierry Oppikofer evidenzia invece che la frana era stata “preannunciata da numerosi esperti” e le autorità avevano corso un “rischio inaccettabile” non chiudendo i sentieri escursionistici.

Oltre alla consigliera nazionale, risultano sotto inchiesta per omicidio colposo plurimo due funzionari dell’Ufficio cantonale per le foreste e i pericoli naturali, un geologo esterno e un rappresentante del Comune di Bregaglia.

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