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ghiacciaio corbassière

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,  

la religione in Svizzera non ha un gran successo: stando all'ultimo studio dell'Ufficio federale di statistica, con una percentuale del 34% la quota di persone senza appartenenza religiosa ha superato per la prima volta quelle di confessione cattolica. Si conferma così una tendenza che si osserva da diversi anni. Poco sorprendentemente, la percentuale maggiore di chi si dice non appartenente a nessuna religione viene registrata tra la popolazione più giovane.  

Che, tra qualche anno, la religione non diventi… storia antica?  

Con questo interrogativo vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.  

anziana fotografata di spalle trascina carrellino della spesa
© Keystone / Christian Beutler

Secondo il primo sondaggio SSR in vista delle votazioni federali del 3 marzo – appuntamento completamente dedicato all’AVS (il sistema pensionistico elvetico) – l’introduzione di una 13esima rendita di vecchiaia piace al 61% della popolazione. Sembra invece essere destinata a fallire la proposta d’innalzamento dell’età pensionabile a 66 anni (il 53% delle persone interrogate si dice contrario).  

Per quanto riguarda la 13esima, il sostegno è maggiore tra svizzeri e svizzere all’estero (8 persone su 10 si dicono a favore). Anche se la diaspora vota solitamente più a sinistra rispetto all’elettorato residente in patria, una tale differenza è difficile da spiegare, osserva la politologa Martina Mousson dell’istituto gfs.bern che si è occupato del sondaggio. L’iniziativa, ricordiamo, non incontra il favore degli ambienti di destra, che hanno invitato l’elettorato a respingerla.  

I Giovani liberali radicali sembrano invece destinati a raccogliere una sconfitta: la loro proposta d’innalzare l’età di pensionamento a 66 anni e di indicizzarla poi all’aspettativa di vita raccoglie solo il 41% di favori, mentre il 6% delle persone interrogate non sa ancora come voterà.  

In questo caso la differenza con la diaspora è meno marcata: il 46% delle svizzere e degli svizzeri all’estero si dice a favore dell’iniziativa, mentre il 48% è contrario. Ciò potrebbe essere in parte spiegato dal fatto che, non vivendo nella Confederazione, l’età pensionabile in Svizzera non è un tema che tocca la comunità elvetica all’estero in modo particolare. L’unico elettorato favorevole all’iniziativa è quello del PLR (destra), mentre il fronte del “no” ha convinto (almeno finora) il resto della popolazione.  

ghiacciaio corbassière
Keystone / Maxime Schmid

Il ghiacciaio Corbassière del Grand Combin, nel canton Vallese, non fornisce più informazioni affidabili sul clima del passato e sull’inquinamento atmosferico poiché si sta sciogliendo più velocemente di quanto si pensasse, secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati svizzeri e italiani pubblicato sulla rivista Nature Geoscience. 

È questa la “deludente” conclusione a cui è giunto il team guidato da Margit Schwikowski, direttrice del Laboratorio di chimica ambientale dell’Istituto Paul ScherrerCollegamento esterno (PSI), e Carla Huber, dottoranda e prima autrice dello studio. Nell’ambito dell’iniziativa Ice Memory ricercatrici e ricercatori hanno analizzato le carote di ghiaccio prelevate dal ghiacciaio Corbassière nel 2018 e nel 2020. 

Normalmente, la quantità di elementi in traccia nel ghiaccio varia a seconda della stagione. Queste sostanze, come ammonio, nitrato e solfato, provengono dall’ambiente e si depositano sul ghiacciaio con le nevicate: in estate la loro concentrazione è alta, mentre in inverno è bassa, perché il freddo impedisce all’aria inquinata di salire dalla pianura. 

La carota di ghiaccio del 2018 ha mostrato le variazioni previste, contenendo depositi risalenti al 2011. La carota del 2020, invece, mostra queste variazioni solo nei primi tre o quattro strati annuali. Più in basso nel ghiaccio, e quindi più indietro nel tempo, la curva si appiattisce e la quantità totale è minore. Secondo Schwikowski, citata in un comunicato, lo scioglimento del ghiacciaio tra il 2018 e il 2020 deve essere stato così grande che l’acqua è penetrata frequentemente e in grandi quantità dalla superficie all’interno del ghiacciaio, portando con sé gli oligoelementi che conteneva. Una volta lì, non si è ricongelata, concentrando gli oligoelementi. “È semplicemente fluita fuori e li ha lavati via”. L’archivio climatico, insomma, è stato distrutto

orsetto di peluche su un letto
Keystone/gaetan Bally

Il modello svizzero in materia di riparazione per le vittime di abusi fa scuola: il Consiglio d’Europa ha approvato oggi, venerdì, all’unanimità una serie di raccomandazioni che ricalcano le richieste avanzate da una mozione depositata dal consigliere nazionale socialista del canton Giura Pierre-Alain Fridez. 

La mozione, presentata a Strasburgo nell’autunno 2021 da Fridez, era stata accolta dal plenum, che nel 2022 aveva incaricato la Commissione per gli affari sociali, la salute e lo sviluppo sostenibile di procedere a investigazioni e audizioni in diversi Paesi d’Europa, tra cui in particolare Francia, Romania e Germania. Oggi il rapporto redatto dalla commissione è stato sottoposto all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che lo ha approvato. 

Il documento contiene una serie di raccomandazioni innovative che corrispondono perfettamente alle richieste presentate nella mozione di cui Fridez si è fatto relatore. Approvandolo, il Consiglio d’Europa chiede che le sofferenze dei sopravvissuti e delle sopravvissute agli abusi sui minori vengano ufficialmente riconosciute nei 46 Stati membri, che si faccia un preciso punto della situazione in ogni Paese, che le persone interessate ricevano un risarcimento – a prescindere dalla prescrizione – e che in ogni singolo Paese venga condotta una ricerca scientifica. 

Le indagini dovrebbero essere complete e riguardare gli abusi fisici, sessuali e psicologici. Ciò include l’assistenza in istituti pubblici, privati o religiosi, l’assistenza inadeguata, l’assistenza in case private, l’allontanamento dei bambini da genitori ritenuti “inadatti”, le adozioni e le sterilizzazioni forzate. 

Dipinto La guardia alla ruota dei trovatelli
Dipinto”La guardia alla ruota dei trovatelli”, dipinto da Gioacchino Toma nel 1877, raffigurante la guardia accanto alla botola. PDM 1.0 DEED

Nel XIX secolo, poco dopo la nascita, le bambine e i bambini illegittimi venivano trasportati dalla Svizzera tedesca a Milano presso un ospizio per trovatelli. Una pratica lucrativa che andò avanti per una decina d’anni e che destò scalpore in tutta Europa.  

La vicenda emerse il 4 dicembre 1807, quando lo Schweizerbote pubblicò un editoriale che si apriva con le righe “Il posto in cui vivono i mercanti di bambini si chiama Flüelen, un villaggio nei pressi di Altdorf, Canton Uri”. All’epoca nella Confederazione non esistevano orfanotrofi che accoglievano bambine e bambini illegittimi, mentre nel 1780 nella città lombarda era stata fondata la Pia Casa degli esposti e delle partorienti, una struttura d’accoglienza che adottava una politica liberale unica nel suo genere in tutta Europa.  

In seguito all’uscita dell’articolo, che fece scalpore anche all’estero, le autorità urane lanciarono un’indagine per far luce sul caso. Da questa emerse che il traffico di bambini non avveniva solo nel canton Uri, ma anche in quelli di Svitto, Zurigo e San Gallo.   

Il tutto, però parti proprio dal canton Uri, che sfruttava alcune vecchie vie di commercio tradizionali verso l’Italia. Qui sul finire del XVIII secolo le famiglie della levatrice Maria Huber e dell’ex insegnante Franz Josef Kempf cominciarono a portare via dalla Svizzera bambine e bambini illegittimi in età infantile (furono una sessantina tra il 1803 e il 1807).  

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