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La piazza zurighese sede di Credit Suisse e UBS.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

leggendo una delle notizie che vi propongo qui sotto, mi è balenato in mente il modo di dire "repubblica delle banane". E, non so se capita anche a voi, ma in queste occasioni – se ne ho la possibilità – interrompo tutto e, finché non mi levo la curiosità non riesco a continuare con quello che stavo facendo.

Be', l'ho scoperto da un alquanto esaustivo articolo de ilpost.it (i cui contenuti, devo dire, spesso rispondono a dilemmi come questo o anche a: ma perché spegnere il cellulare in aereo? e perché si dice "biscotto"?). Da questo sito, dicevo, ho scoperto che “repubblica delle banane” si riferisce a Stati del Sud o del Centro America, dove gli interessi del Paese venivano o sono subordinati a quelli delle multinazionali che esportavano la monocultura locale (banane, caffè, canna da zucchero) e alle élite locali che guadagnavano da questa situazione.

Dopo questa parentesi fuori tema, vi lascio alle notizie del giorno. Buona lettura!

Zelensky e Amherd.
© Keystone / Alessandro Della Valle

Se il progetto andrà in porto, il vertice mondiale sulla pace in Ucraina si svolgerà a Ginevra. Lo ha appreso l’agenzia stampa Keystone-ATS ieri sera da una fonte dell’amministrazione federale.

Lunedì, la presidente della Confederazione, Viola Amherd, aveva annunciato che la Svizzera è pronta a ospitare l’evento, come auspicato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, attualmente in visita in Svizzera. Il giorno seguente, quest’ultimo ha confermato al Forum economico mondiale (WEF) di Davos che i lavori a tal proposito sono iniziati.

Qualora il vertice si concretizzasse, il consigliere federale Ignazio Cassis non è in grado di dire se la Russia sarà invitata e se parteciperà, ha asserito lo stesso ministro degli esteri oggi. A febbraio Cassis si recherà in Cina e in India per sondare la posizione di questi Paesi sulla questione.

Ginevra ospiterà anche una conferenza internazionale sullo sminamento in Ucraina il prossimo ottobre. Alcuni mesi fa, il Consiglio federale aveva deciso di stanziare 100 milioni di franchi per contribuire alla bonifica di circa 156’000 chilometri quadrati di terreni potenzialmente contaminati nel Paese.

Scontrini per rimborso spese.
SRF

Poco importa se guadagni quasi 280’000 franchi lordi all’anno. Se nel rimborso spese è compreso il pasto, allora si può annotare tutto: anche una singola banana.

Nei fatti, nulla di sbagliato. Se a richiedere rimborsi per spese anche piccolissime – che sommate danno un bel gruzzoletto – è però il membro di un Governo cantonale, allora il rischio di critica è dietro l’angolo. È il caso di Philippe Müller, consigliere di Stato e direttore della sicurezza del Cantone di Berna. In carica dal 2018, l’esponente del Partito liberale radicale ha finora guadagnato oltre 1,3 milioni di franchi con la sua carica pubblica, ai quali si aggiunge un rimborso spese forfettario di circa 8’000 franchi all’anno.

In qualità di membro del Governo cantonale, Müller partecipa a congressi, invita a pranzi e cene di lavoro ospiti del mondo dell’economia e della politica. In queste occasioni, nella nota “pasto” a carico del Cantone vengono inseriti anche una singola banana dal costo di 20 centesimi di franco oppure un pane multicereali a 95 centesimi. Piccole spese per una grande somma annuale, come emerso da un’inchiesta condotta dalla trasmissione della Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF “Kassensturz”.

“Trovo che, con il suo reddito annuo, questo agire sia meschino e imbarazzante”, ha detto Daniel Wyrsch, direttore dell’Associazione del personale statale di Berna e membro del Partito socialista. Anche Kuno Schedler, professore di amministrazione pubblica all’Università di San Gallo, ritiene discutibili spese così piccole: “Solo l’elaborazione di una nota spese costa dai 25 ai 30 franchi. E la domanda sorge spontanea: se qualcuno fattura 20 centesimi, cos’altro fattura?”. Philippe Müller non ha voluto commentare le sue note spesa.

Doganiere al lavoro.
© Ti-press

Nel dicembre scorso, il numero di persone entrate irregolarmente in Svizzera è calato rispetto al mese precedente e anche al dicembre 2022.

Ciò vale anche per il confine meridionale del Ticino, attualmente porta d’entrata per i migranti: da novembre a dicembre 2023, le entrate irregolari sono passate da 3’520 a 2’627. Stando a una nota odierna dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), la maggior parte di coloro che attraversano il confine è di nazionalità afghana.

I dati relativi i soggiorni irregolari nell’intero 2023 (50’185) – sono leggermente inferiori rispetto a quelli del 2022 (52’077), scrive l’UDSC. In termini di provenienza, i migranti di nazionalità afghana sono stati i più rappresentati (16’174), seguiti da persone provenienti dal Marocco (5’976) e dalla Turchia (5’786).

Anche i casi di sospetto traffico di esseri umani sono diminuiti nel 2023 rispetto all’anno precedente. L’UDSC ha registrato 388 casi di questo tipo, contro 476.

La piazza zurighese sede di Credit Suisse e UBS.
© Keystone / Ennio Leanza

Il 2024 sarà probabilmente “un anno difficile” per UBS perché dovrà adeguare la propria struttura organizzativa a causa dell’integrazione di Credit Suisse. A dirlo è il presidente del consiglio d’amministrazione Colm Kelleher, intervistato da Bloomberg TV al Forum economico mondiale di Davos.

L’operazione nel complesso sta comunque andando “molto bene”, ha precisato Kelleher. Stando al dirigente, UBS ha inizialmente svolto la parte “relativamente facile” dell’integrazione riducendo le capacità. Ma Credit Suisse comprende circa 1100 entità legali. “Questa è la parte che deve essere affrontata per tagliare i costi”, ha dichiarato il manager, secondo cui il gigante bancario zurighese intende fondere entro giugno le società operative e le filiali importanti dei due istituti ex rivali.

Kelleher ha ammesso di aver avvertito in modo molto esplicito in passato sui rischi della cultura aziendale presso Credit Suisse. Nel complesso è però rimasto positivamente sorpreso dai dipendenti acquisiti da UBS in provenienza dalla ex concorrente.

A dicembre del 2022, le due banche impiegavano complessivamente, in tutto il mondo, oltre 122’000 persone. Al momento dell’acquisizione, a marzo 2023, circa 35’000 persone lavoravano per UBS e Credit Suisse in Svizzera. UBS stima che, oltre ai tagli già effettuati, si dovrà rinunciare ad altri 3’000 posti di lavoro.


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