
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
non sembra esserci pace per la chiesa cattolica in Svizzera, già scossa nei mesi scorsi dalle sconcertanti cifre sugli abusi commessi da religiosi emerse da una ricerca condotta all’Università di Zurigo. Proprio ieri e questa mattina il procuratore generale vallesano, accompagnato da agenti della polizia cantonale, si è recato nell’abbazia di Saint. Maurice per presunti reati di natura sessuale perpetrati all’interno del convento.
L’abate ad interim, che aveva sostituito monsignor Jean Scarcella, coinvolto in un’indagine del Vaticano su presunte coperture di persone sospettate di reati sessuali, è stato sospeso dall’insegnamento per presunti abusi su un novizio.
Negli scorsi giorni un’emissione della radiotelevisione pubblica RTS aveva riferito di nove religiosi dell’abazia. In proposito le autorità cantonali hanno creato un gruppo di lavoro incaricato a rivedere i rapporti tra lo Stato e l’abbazia. Una vicenda che è destinata ad avere sicuramente ulteriori strascichi,
buona lettura

Il sistema sanitario elvetico viene considerato ai vertici nel confronto internazionale ma vi sono margini di miglioramento, in particolare in ambito elettronico. A questo principio si ispira il piano lanciato dal Governo che intende accelerare verso la completa digitalizzazione del settore.
Il programma DigiSanté varato ieri prevede lo stanziamento di quasi 400 milioni (392 per la precisazione) in dieci anni (2025-2034) per la realizzazione di una cinquantina di progetti che nei propositi di Berna dovrebbero dare un impulso decisivo in questa direzione, contribuendo così a migliorare efficienza e qualità delle cure.
L’idea di fondo è quella di creare uno spazio comune dei dati sanitari delle e dei pazienti, che spesso esistono già ma non sono coordinati tra loro. La maggior parte dei fondi erogati (221 milioni) sarà riservata alla digitalizzazione dei servizi prestati dalle autorità e alla creazione di un’infrastruttura nazionale (76 milioni).
In proposito saranno elaborati standard comuni per garantire un flusso continuo dei dati tra le e gli addetti del settore. E grazie alla digitalizzazione integrale del sistema, spiega la Confederazione, verrà alleggerito il lavoro quotidiano del personale sanitario.
- La notizia riportata da rsi.chCollegamento esterno.
- Ne parla anche blue NewsCollegamento esterno.
- La notaCollegamento esterno della Confederazione.

In Svizzera persiste e preoccupa la penuria di farmaci. In particolare mancano i vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e poliomielite.
Da tempo il sistema sanitario elvetico è confrontato con una carenza di medicinali, ma se negli anni scorsi a patire erano soprattutto gli ospedali oggi la questione riguarda anche le farmacie e gli studi medici.
Qualche esempio? Il Priorix, preparato immunizzante contro morbillo, rosolia e parotite è esaurito e il Boostrix – contro difterite, pertosse e poliomielite – non è sufficiente nonostante si sia ricorso alle scorte obbligatorie della Confederazione. Stesso discorso, secondo quanto filtra dall’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE), per il Temesta, farmaco contro ansia e insonnia, e antidolorifico Fentanyl. C’è poi il problema endemico degli antibiotici che è lungi dall’essere risolto.
In febbraio Berna aveva lanciato l’allarme ed era stata creata un’apposita commissione di consulenti, nel frattempo sciolta. Soluzioni definitive a breve però non se ne vedono. I bene informati sostengono che le cause risiedono nella globalizzazione: per ragioni di costi la stragrande maggioranza dei principi attivi viene prodotta solo in uno o due siti in Asia (Cina e India) e questo rende estremamente fragile l’intero sistema.
- Sulla scarsità di farmaci l’articolo del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Il problema spiegato esaurientemente dalla collega Jessica Davis Plüss su swissinfo.ch.
- E intanto si intensifica un nuovo fenomeno, quello del turismo transfrontaliero dei farmaci, come riportava due mesi fa la Regione TicinoCollegamento esterno.

Per condurre una lotta più efficace contro i crimini violenti reati sessuali le autorità cantonali zurighesi hanno deciso di dotarsi di specialisti e specialisti incaricati di raccogliere prove di aggressioni fisiche.
Secondo quanto ha fatto sapere il governo locale, il servizio sarà attivato nella prima metà del prossimo anno. Gli “infermieri forensi” di questa équipe, inserita nell’istituto di medicina legale dell’Università di Zurigo, interverranno su chiamata degli ospedali e dovranno essere reperibili 24 ore al giorno.
Il loro compito sarà quello di documentare gli indizi e le prove delle violenze, che potranno essere utilizzati nel corso di un successivo procedimento penale.
Secondo le stime delle autorità il gruppo di specialisti e specialiste sarà chiamato a trattare non meno di 500 casi all’anno. Per la sua istituzione è prevista una spesa di 770’000 franchi, cui andranno ad aggiungersi oneri annui di 1,7 milioni.
- L’articolo di tio.chCollegamento esterno sull’iniziativa sorta a Zurigo per combattere le violenze.
- Un contributo analogo è apparso anche su cdt.chCollegamento esterno.
- In campo anche una strategia che riguarda le università, riferisce swissinfo.ch.

Chissà se anche quest’anno le svizzere e svizzeri, nel periodo natalizio, esagereranno negli acquisti di libagioni che immancabilmente poi finiranno nella spazzatura? Questa è infatti una pratica che accomuna, rivela un sondaggio, il 73% della popolazione elvetica.
Secondo quanto emerge dall’inchiesta demoscopica commissionata dalla società danese attiva nell’ambito dello speco alimentare “Too Good To Go”, il 41% del campione interpellato acquista sempre più cibo del necessario.
Un ulteriore 35% lo fa a dipendenza del numero di ospiti e dell’occasione. Solo in 17%, insomma, si comporta in modo virtuoso.
L’aspetto positivo è che tre quarti delle persone contattate dalle e dai sondaggisti hanno l’abitudine di riutilizzare gli avanzi della tavola in nuovi piatti, il 12% li congela e il 16% li ridistribuisce a parenti e amici. Ma quello che poi rimane, finisce spesso nel sacco della spazzatura…
- La notizia su blue NewsCollegamento esterno.
- Per l’esperto Claudio Beretta, su rsi.chCollegamento esterno, oltre la metà del cibo che viene gettato è facilmente recuperabile.
- La Svizzera intende intensificare la lotta allo spreco degli alimenti. Ce lo spiega un approfondimento di swissinfo.ch.

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