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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Ieri a San Gallo doveva essere una serata di festa per il capitano della nazionale di calcio Granit Xhaka che uguagliava il primato di presenze in maglia rossocrociata (118) di Heinz Hermann. C'è però mancato poco che la festa si trasformasse in un clamoroso flop. All'87esimo minuto, infatti, la modesta Bielorussia ha infilato alle spalle di Yann Sommer il pallone del 3 a 1. Mentre diverse persone stavano già lasciando lo stadio, la Svizzera è riuscita però a pareggiare per il rotto della cuffia, sfiorando addirittura il clamoroso gol del vantaggio.

Per la nazionale rossocrociata si tratta del terzo pareggio consecutivo – dopo quelli con la Romania e il Kosovo – nelle qualificazioni per gli Europei dell'anno prossimo in programma in Germania. Quello che doveva essere un girone facile facile (proprio Xhaka prima dell'inizio delle qualificazioni aveva dichiarato "vogliamo vincerle tutte") si sta rivelando un piccolo calvario per la Svizzera e per il suo allenatore Murat Yakin, sempre di più nell'occhio del ciclone.

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AFP

Il tracollo di Credit Suisse ha messo le ali alle banche cantonali e regionali, che hanno registrato un afflusso di patrimoni importanti nel primo semestre di quest’anno.

Dove sono finiti i 211 miliardi di franchi che la clientela ha ritirato da Credit Suisse tra ottobre 2022 e giugno 2023? È la domanda a cui cerca di rispondere lunedì il giornale Le Temps basandosi su un’analisi della banca Vontobel. A beneficiare dell’afflusso di fondi è stata prima di tutto proprio UBS, che ha rilevato Credit Suisse. Anche le banche cantonali e regionali hanno però approfittato della manna.

Nel primo semestre di quest’anno, l’afflusso netto di denaro in questi istituti è infatti cresciuto del 7,1%. La Banca cantonale di San Gallo, ad esempio, ha registrato nuovi afflussi per 3,6 miliardi di franchi. Un terzo di questa somma è imputabile a Credit Suisse, stando a quanto dichiarato dal direttore dell’istituto.

Ad approfittare dei fondi che hanno lasciato Credit Suisse sono state anche le principali banche estere, secondo il rapporto menzionato da Le Temps. L’autore dello studio sottolinea ad esempio che Citigroup ha registrato oltre nuovi 15’000 clienti nella regione Asia-Pacifico nel primo semestre dell’anno. L’anno scorso la banca americana ha assunto un team di Credit Suisse a Hong Kong.


evi allemann
© Keystone / Peter Klaunzer

Una donna va ad aggiungersi ai cinque candidati che si sono annunciati fin qui per la successione del socialista Alain Berset in Consiglio federale: la consigliera di Stato bernese Evi Allemann si è lanciata lunedì nella corsa.

Non è la prima volta che Evi Allemann, 45 anni, tenta il grande passo: si era infatti proposta un anno fa, quando il suo partito era alla ricerca di una sostituta a Simonetta Sommaruga. Alla fine l’avevano però spuntata Eva Herzog e Elisabeth Baume-Schneider, poi eletta.

“Il mio cuore e il mio animo dicono sì: sono pronta a contribuire a plasmare la Svizzera di domani”, ha affermato consigliera di Stato bernese oggi davanti ai media. “Sono piena di energia e non ho perso la motivazione”, ha sottolineato, ricordando inoltre la sua esperienza in politica lunga 25 anni, spesso passata in minoranza, e la sua abitudine a dirigere e fungere da leader.

Oltre a Evi Allemann, la lista dei candidati comprende il consigliere agli Stati Daniel Jositsch, i consiglieri nazionali Matthias Aebischer, Jon Pult e Roger Nordmann, nonché il consigliere di Stato di Basilea Città Beat Jans. Una commissione di selezione del Partito socialista valuterà le candidature fino al 4 novembre. Poi, dopo delle audizioni pubbliche, il 25 novembre saranno comunicati i candidati e le candidate ufficiali. L’elezione da parte dell’Assemblea federale si svolgerà il 13 dicembre.

  • La notizia su tvsvizzera.it.
  • Come funziona l’elezione in Consiglio federale? Il video di spiegazioni del mio collega Michele Andina.
  • Quali sono i punti forti del Governo svizzero e perché gode di una così grande fiducia? L’approfondimento pubblicato su swissinfo.ch.
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Keystone / Walter Bieri

Confrontata con un forte aumento dell’immigrazione illegale, la Germania intende introdurre, se necessario, controlli fissi alla frontiera con Svizzera, Polonia e Cechia.

La misura è stata notificata a Bruxelles, che deve dare il suo avallo, e sarà attuata nel caso in cui le autorità tedesche dovessero constatare che da questi Paesi giunge un numero importante di persone migranti verso la Germania.

Finora in Germania ci sono solo controlli fissi al confine tra la sua regione meridionale della Baviera e l’Austria decisi nel 2015, ai tempi della crisi dei profughi siriani, e prorogati ogni sei mesi. La ministra degli interni Nancy Faeser aveva finora respinto l’idea di introdurre simili controlli anche ai confini con Svizzera, Polonia e Cechia a causa dell’impatto sulle persone che lavorano oltrefrontiera e sul commercio: simili misure rallentano infatti notevolmente il traffico e creano ingorghi.

Di fronte al forte aumento di arrivi illegali, il Governo ha però deciso di cambiare rotta. Tra gennaio e l’inizio di ottobre, la polizia tedesca ha contato circa 98’000 arrivi illegali nel Paese, una cifra superiore a quella dell’intero 2022 (92’000).

  • La notiziaCollegamento esterno pubblicata dall’Ansa.
  • “Non è una crisi delle persone migranti, è una crisi gestionale”: intervista all’esperto di Medio Oriente e Nord Africa Hasni Abidi pubblicata su swissinfo.ch.
schede di voto
© Keystone / Martial Trezzini

La Russia potrebbe cercare di influenzare le elezioni federali svizzere, in particolare rafforzando il sentimento xenofobo. È quanto scrive la NZZ am Sonntag, che si basa su un rapporto confidenziale dei servizi segreti svizzeri.

Al centro dei sospetti c’è un video trasmesso su X, che mostra un uomo di colore che urina in una strada di Baden, nel Canton Argovia, e che nel mese di settembre è stato visualizzato 600’000 volte. Secondo il rapporto del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) menzionato dal settimanale svizzero-tedesco, gli account che hanno originariamente diffuso il video sono probabilmente falsi e “di influenza russa”.

Secondo la consigliere nazionale socialista Franziska Roth, intervistata dalla NZZ am Sonntag, l’obiettivo di questi interventi russi è di “destabilizzare la popolazione”, una manovra che probabilmente favorirebbe l’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista). Mauro Tuena, parlamentare dell’UDC e presidente della commissione sicurezza del Consiglio nazionale, ritiene invece “molto problematico” che il SIC “suggerisca che la Russia stia influenzando le opinioni della gente” a una settimana dalle elezioni federali.

Un’operazione del genere non sarebbe senza precedenti da parte della Russia, che secondo l’analisi del SIC sta cercando di “rafforzare la polarizzazione nelle società occidentali” minando la reputazione al Governo e della sua politica migratoria, oltre a fomentare la paura facendo credere che i Paesi europei siano sommersi da persone rifugiate.

  • La notizia pubblicata su tvsvizzera.it.
  • L’ultimo sondaggio pubblicato in vista delle elezioni federali del 22 ottobre.
  • Informarsi sulle elezioni federali utilizzando l’intelligenza artificiale? Una pessima idea. L’approfondimento della Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS qui riproposto in italiano.

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