Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Apple, si sa, ha conquistato tutti i mercati: dai PC agli smartphone, passando per i tablet e gli smartwatch, l'azienda di Cupertino ha saputo imporsi dove le innovazioni tecnologiche la fanno da padrone (anche se in molte e molti dicono che da quando è venuto a mancare Steve Jobs, suo fondatore, la compagnia della mela morsicata ha perso colpi). Sono stati anche i primi a lanciare mini-dispositivi di localizzazione alla portata di (quasi) tutte e tutti: gli AirTag (ai quali sono seguite copie più o meno riuscite di altre aziende).
Negli Stati Uniti questi gadget spopolano e c'è chi li usa anche per la prole: i genitori di bambini ancora troppo piccoli per avere uno smartphone (facilmente localizzabile con pochi clic), "airtaggano" zaini, biciclette, monopattini di creature sempre più impegnate in attività extrascolastiche, per avere sempre sott’occhio i loro spostamenti.
Insomma, l'iperconnessione diventa sempre più la norma… finché il/la bambino/a non dimentica lo zaino da qualche parte. Il prossimo AirTag sarà sub-cutaneo? Chi lo sa. In attesa di nuovi (talvolta inquietanti) sviluppi, vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.
Se si votasse oggi, l’iniziativa popolare “200 franchi bastano” per ridurre il canone radiotelevisivo a 200 franchi (invece degli attuali 335) otterrebbe una maggioranza piuttosto netta.
Secondo un sondaggio commissionato da Tamedia e 20 Minutes all’istituto LeeWas, l’iniziativa lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), dall’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e dalla sezione giovanile del Partito liberale radicale (PLR, destra), verrebbe accolta dal 61% della popolazione e respinta dal 36%, mentre il 3% del campione intervistato si è detto ancora indeciso. Questi risultati sono basati sulle risposte di 29’081 persone.
L’iniziativa, oltre a chiedere, appunto, una riduzione di 135 franchi sul canone annuale, vorrebbe esentare completamente le imprese dal pagarlo. La ridistribuzione dei proventi alle emittenti private, invece, rimarrebbe invariata.
La data della votazione per la cosiddetta “Iniziativa SSR” – che segue quella chiamata “No Billag”, che intendeva abolire il canone radio-televisivo, e che nel marzo 2018 è stata respinta dal 71,6% della cittadinanza – non è ancora stata stabilita.
- La notizia riportata da TVS Tvsvizzera.it.
- Tutto quel che c’è da sapere sul canone sul sito dell’Ufficio federale delle comunicazioni UFCOM.
- Dagli archivi di TVS Tvsvizzera.it: il 31 agosto sono state depositate 127’823 firme a favore del referendum.
Nuovo record per l’appuntamento elettorale del prossimo 22 ottobre: l’età media è la più elevata degli ultimi 30 anni e il decano tra i candidati è l’88enne zurighese Max Grünenfelder (Centro), mentre la più giovane – Chiara Haller (Partito evangelico), anche lei di Zurigo – diventerà maggiorenne proprio il 22 ottobre.
L’imminente appuntamento elettorale aveva già battuto un altro record, ossia quello del numero di candidate e candidati in lizza: 5’909 nomi per 200 seggi in Consiglio nazionale.
Come detto, si tratta delle candidature federali con l’età media più alta, che si attesta a 43,6 anni, contro i 41,75 nel 2019 e i 40,59 nel 2015. Le candidature più giovani si trovano nei partiti di sinistra e tra i Verdi, che sono anche gli orientamenti politici con più donne in lista.
L’età media si alza spostandosi verso destra dello spettro politico, in particolare per quanto riguarda le piccole formazioni, come la Lega dei Ticinesi e i Democratici svizzeri. Candidate e candidati di questi partiti superano, in media, i 50 anni.
- La notizia riportata dal portale RSI Info.
- Record di candidate e candidati per le Federali 2023.
- “Le campagne elettorali in Svizzera sono più movimentate di quanto si possa pensare”: un contributo del mio collega Samuel Jaberg.
Per la prima volta da quasi 10 anni a questa parte, la Confederazione distribuirà pastiglie di iodio a chi vive nel raggio di 50 chilometri da una centrale nucleare. L’ultima campagna di distribuzione era avvenuta nel 2014 e le compresse di iodio hanno una durata di 10 anni.
Saranno interessati da questa distribuzione gli e le abitanti, le scuole, gli asili nido, le aziende e le amministrazioni di diversi comuni del canton Winterthur (dove si trovano le centrali Beznau 1 e 2), del canton Argovia (dove è ancora attiva la centrale di Leibstadt) e del canton Soletta (centrale di Gösgen).
La Confederazione ricorda che le pastiglie non vanno assunte in nessun caso senza istruzioni da parte delle autorità, e che in caso di emergenza anche a chi si trova fuori da un raggio di 50 chilometri da queste strutture verranno fornite compresse di iodio.
Nel caso di un grave incidente in una centrale nucleare, verrebbe rilasciato nell’ambiente iodio radioattivo che può causare tumori alla tiroide. L’assunzione di iodio non radioattivo poche ore prima dell’arrivo della nuvola radioattiva formatasi dopo l’incidente fa sì che la tiroide venga “saturata” con iodio “buono”, e che non assorba quindi particelle che potrebbero arrecarle danni.
- La notizia riportata dal portale online del quotidiano Tages Anzeiger (in tedesco).
- Ne parla anche il portale tio.ch.
- La pagina dell’Ufficio federale dell’energia dedicata alle centrali nucleari elvetiche.
Una maggioranza della popolazione elvetica si dice favorevole all’organizzazione dei Giochi olimpici in Svizzera, a condizione che vengano sfruttate le infrastrutture esistenti.
Il 56% delle svizzere e degli svizzeri è favorevole a Olimpiadi rossocrociate nel 2030, secondo un sondaggio commissionato da Tamedia e 20 Minutes all’istituto LeeWas, al quale hanno risposto 29’081 persone. Un maggiore sostegno è stato osservato tra gli uomini (61%), rispetto alle donne (50%). I e le giovani si dicono inoltre più entusiasti rispetto alla fascia più anziana della popolazione: hanno detto di sì alle Olimpiadi il 66% di 18-30enni contro il 48% degli e delle over 65.
Swiss Olympic ha avviato in agosto uno studio di fattibilità. Negli ultimi 35 anni, la Svizzera ha tentato di aggiudicarsi il prestigioso evento ben otto volte, senza però mai riuscirci. La Confederazione ha finora organizzato i Giochi invernali in due occasioni, e sempre a St. Moritz: nel 1928 e nel 1948.
Le Olimpiadi – estive e invernali – sono un appuntamento che atlete e atleti svizzeri non hanno mancato in nessuna edizione e dal 1896 il Paese ha accumulato, in totale, 373 medaglie (116 ori, 125 argenti e 132 bronzi).
- La notizia riportata dal portale online del quotidiano laRegione.
- Il sito di Swiss Olympic (in francese e in tedesco).
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Gli svizzeri che hanno scritto la storia delle Olimpiadi”.
- Archivio d’immagini storiche: “A San Moritz nel 1948, le prime Olimpiadi del Dopoguerra”.
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