La televisione svizzera per l’Italia
La sede del Parlamento europeo a Strasburgo.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

non sono un grande amante degli animali però sapere che il rospo arlecchino del Rio Pescado verrà salvato da estinzione sicura da un progetto dello zoo di Basilea fa piacere pure a me. Dieci piccoli rospi sono infatti ospitati in due appositi terrari con lo scopo di salvare il rospo minacciato nella sua patria d'origine, l'Ecuador.

Questi anfibi crescono solo fino a circa tre centimetri di altezza e hanno un bellissimo disegno della pelle con punti neri su sfondo verde. Già nel 1995 l'anfibio fu dichiarato praticamente estinto, fino a quando un ritrovamento casuale nel 2010 ha portato alla scoperta di una piccola popolazione ancora presente. 

Dopo questa bella notizia vi lascio al nostro bollettino quotidiano.

La sede del Parlamento europeo a Strasburgo.
Keystone Martin Ruetschi

Il Parlamento europeo ha adottato oggi il rapporto sulla Svizzera che chiede più fiducia tra Bruxelles e Berna sulla base di una maggiore trasparenza.

Lo status quo nei rapporti tra Ue e Svizzera perdura a vantaggio di nessuno. Per questo motivo i deputati europei hanno chiesto alle parti di raggiungere un’intesa sul pacchetto di accordi. Questo prima delle elezioni europee di metà 2024. E il fatto che il Consiglio federale deciderà sul mandato di negoziazione solo alla fine dell’anno non fa che peggiorare la situazione.

Le relazioni tra l’Ue e la Svizzera migliorerebbero nettamente con una maggiore fiducia reciproca“, ha dichiarato l’eurodeputato conservatore austriaco Lukas Mandl, responsabile del rapporto. Per rispondere ai timori degli scettici in Svizzera, il Parlamento europeo si è pure espresso a favore di una maggiore trasparenza, ad esempio sulla realtà della libera circolazione dei lavoratori.

In generale il Parlamento europeo ha accolto favorevolmente la ripresa da parte della Confederazione delle sanzioni dell’Ue contro la Russia ma ha biasimato il fatto che Berna vieti la riesportazione di materiale di guerra di produzione elvetica. Infine il Parlamento europeo ha chiesto regole transitorie per una partecipazione elvetica al programma dell’UE ‘Horizon Europe’.

Roger Nordmann annuncia la sua candidatura.
Keystone / Peter Schneider

Si fa affollata la corsa per un posto in Consiglio federale: con Roger Nordmann, che ha annunciato oggi la sua disponibilità, sono 5 le candidature.

Il seggio che a fine anno Alain Berset lascerà libero in Consiglio federale fa gola a molti socialisti. La lista si sta affollando e l’ultimo in ordine di tempo a candidarsi è il consigliere nazionale vodese Roger Nordmann che proprio oggi ha annunciato la sua disponibilità. Roger Nordmann, 50 anni, è considerato un peso massimo della politica elvetica.

Oltre a Roger Nordmann, nei giorni scorsi si sono candidati il consigliere agli stati zurighese Daniel Jositsch, il suo collega basilese Beat Jans, il consigliere nazionale bernese Matthias Aebischer e il suo collega della camera bassa, il grigionese Jon Pult. Con Nordmann, vodese, si piuò dire che la Svizzera tutta è ben rappresentata in questa corsa.

Cosa succede ora? I socialisti, perché salvo una clamorosa disfatta il seggio lasciato da Berset spetta a loro, hanno deciso che valuteranno le candidature che entreranno entro il 4 novembre. I candidati scelti per essere sottoposti all’Assemblea federale verranno annunciati il 25 novembre dopo aver passato ben quattro audizioni pubbliche a Ginevra, Bienne, Olten e Sciaffusa. Il nuovo consigliere federale verrà eletto il 13 dicembre 2023.

Treno in marcia.
© Keystone / Ennio Leanza

I Cantoni della Svizzera orientale criticano la mancanza di progetti ferroviari importanti per la loro regione.

Nell’ultimo programma di espansione dei trasporti del Consiglio federale, i Cantoni della Svizzera orientale sarebbe stati discriminati. A scatenare le critiche della Conferenza dei governi della Svizzera orientale (ORK) è stato il messaggio del Consiglio federale sullo stato delle fasi di ampliamento ferroviario: si deplora il fatto che progetti già decisi dal Parlamento siano stati cancellati.

L’ORK sottolinea che dal documento manca l’estensione prevista tra Winterthur e San Gallo, già decisa dal Parlamento. Inoltre, il Governo non intende effettuare ulteriori investimenti preliminari per il futuro tunnel di Meilibach nel progetto di ampliamento in corso della galleria di base dello Zimmerberg II. Secondo i governi della Svizzera orientale, queste cancellazioni sono “incomprensibili”.

L’ORK, che riunisce i governi dei Cantoni di Glarona, Sciaffusa, dei due Appenzello, di San Gallo, Grigioni, Turgovia e Zurigo non intende accettare “questo grave svantaggio” per la sua regione. Chiede pertanto al Parlamento che i fondi per questi progetti siano reintegrati nel programma governativo.

John Lennon e l orologio Patek Philippe scomparso.
Keystone

Ricompare il Patek Philippe scomparso di John Lennon regalatogli pochi mesi prima della sua morte dalla moglie Yoko Ono.

Il mistero della scomparsa dell’orologio di John Lennon è finalmente svelato dopo oltre 40 anni. Una sentenza del 7 giugno 2023 della Corte di giustizia di Ginevra permette di far luce sul destino di questo segnatempo mitico scomparso dopo la morte del musicista. Lo avrebbe rubato l’ex autista di Yoko Ono, Koral Karsan. Dopo diversi passaggi di mano l’orologio è stato infine acquistato da un collezionista italiano.

Tutto comincia nel 1980, quando Yoko Ono regala a John Lennon, per il suo 40esimo compleanno, un cronografo Patek Philippe con calendario perpetuo e fasi della Luna, in oro giallo 18 carati, modello 2499, molto raro. Se all’epoca del suo acquisto valeva circa 75’000 dollari, un orologio simile, messo all’asta da Sotheby’s, è stato venduto nel 2018 per 3,9 milioni.

Nel 2010, l’orologio e altri oggetti appartenenti a John Lennon vengono venduti alla casa d’aste tedesca Auctionata. Il Patek Philippe se lo aggiudica un collezionista italiano che nel 2014 fa stimare l’orologio a una società ginevrina che a sua volta contatta Yoko Ono. L’artista ne chiede immediatamente il sequestro. Il collezionista si oppone. La giustizia ginevrina dà ragione a Yoko Ono. L’italiano si rivolge al Tribunale federale. La storia non è ancora finita, ma l’orologio è ricomparso.


In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR