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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

se avete problemi di coscienza ogni qual volta addentate una tavoletta di prelibato cioccolato o degustate un gustoso cioccolatino di una delle tante confezioni di cui i maestri cioccolatai elvetici possono trarre vanto, vi farà piacere sapere che siete assolti. 

Secondo una ricerca pubblicata su Swiss Medical Weekly bisogna anzi mangiare dalle due alle sei tavolette alla settimana per prevenire disturbi cognitivi o insufficienze cardiache. Questo sarebbe dovuto a una sostanza contenuta nel cioccolato che renderebbe flessibili i vasi sanguigni.

Sull’attendibilità dello studio non sono in grado di pronunciarmi ma penso in ogni caso che non bisogna contraddire le ipotesi di persone più esperte di noi. Per le altre notizie dalla Confederazione vi invito a proseguire nella lettura.

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Keystone / Matthias Schrader

Il giorno dopo le sconcertanti rivelazioni sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica in Svizzera – 1’002 casi e 921 vittime accertate dagli anni Cinquanta – ad opera degli storici dell’Università di Zurigo vengono alla luce nuovi dettagli e si moltiplicano le reazioni.

È di oggi la notizia che l’abate di St. Maurice (Vallese) e membro della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), monsignor Jean Scarcella, è sotto indagine da parte di Roma per presunti comportamenti illeciti. Motivo per il quale il prelato si è autosospeso dall’incarico.

La Conferenza episcopale ha annunciato domenica di aver aperto il 23 giugno scorso un’indagine preliminare sulle accuse di insabbiamento di abusi a carico di diversi membri della stessa CVS e altri membri del clero. Inchiesta che ha preso le mosse da una lettera inviata il mese precedente al nunzio apostolico in Svizzera dall’ex vicario generale della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo Nicola Betticher.

Per prevenire in futuro che si ripetano questi reati il vescovo di Coira Joseph Maria Bonnemain ha affermato che in futuro saranno introdotti standard psicologici per coloro che intendono entrare in seminario e intraprendere un cammino in un ordine religioso”. Le diocesi svizzere, ha aggiunto, stanno già implementando una serie di misure perché “ogni nuovo caso è un caso di troppo”. Da parte sua il vescovo di San Gallo, Markus Büchel, ha chiesto scusa per due casi emersi nella sua diocesi e ha annunciato di aver sporto una denuncia penale contro un sacerdote e aperto un’indagine interna preliminare.

  • L’intervista della Radiotelevisione svizzera RSI al vescovo De RaemyCollegamento esterno, amministratore apostolico della diocesi di Lugano, sugli abusi nella Chiesa.
  • L’articolo di tvsvizzera.it sul capillare studio condotto dagli storici dell’Università di Zurigo.
  • L’ampio servizio su questa spinosa questione del portale cattolico svizzero catt.chCollegamento esterno.
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© Keystone/ Valentin Flauraud

Gli attivisti di Renovate Switzerland, l’organizzazione che si batte contro i cambiamenti climatici che sta facendo molto discutere negli ultimi mesi, si è rifatta viva a Losanna e sembra aver cambiato – o perlomeno ampliato – il repertorio delle sue azioni dimostrative.

Nella città vodese una quindicina di militanti ha infatti marciato oggi per le strade esibendo striscioni e declamando slogan del tipo “Non ci lasceremo morire lentamente”. Le forze dell’ordine erano state avvertite ma non è stata richiesta alcuna autorizzazione per la manifestazione, che si è svolta pacificamente.

Una dimostrazione meno radicale delle precedenti – nelle quali suoi membri si sono letteralmente incollati al manto stradale per ostacolare la circolazione – ma che, pur non bloccando il traffico veicolare, ha provocato rallentamenti.

Renovate Switzerland in proposito ha annunciato altre 15 marce lente nelle prossime quattro settimane, in tutte le regioni del Paese. L’obiettivo è sempre quello di spingere la Confederazione a promuovere e finanziare un vasto piano di risanamento energetico delle abitazioni esistenti in Svizzera.

  • L’articolo con video della dimostrazione a Losanna su blick.chCollegamento esterno (in francese).
  • Attivisti di Renovate Switzerland si erano impadroniti per alcuni minuti della Piazza Grande durante la recente edizione del Festival del film di Locarno, ne ha riferito cdt.chCollegamento esterno.
  • Il precedente svoltosi, solo parzialmente, a Sion nel mese di luglio e riportato da tio.chCollegamento esterno.
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© Keystone / Gian Ehrenzeller

Mettiamoci il cuore in pace, i ghiacciai sulle Alpi sono destinati a scomparire in un futuro nemmeno troppo lontano per effetto del riscaldamento globale. La notizia non è certo nuova ma l’ha ribadita Legambiente al termine della campagna internazionale “Carovana dei ghiacciai 2023”.

Nel corso dell’operazione, che si è protratta dal 20 agosto al 10 settembre in collaborazione con la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA), sono state monitorate le formazioni di ghiaccio in altitudine per accertarne l’evoluzione nel tempo.

Qualche esempio? Il ghiacciaio del Morteratsch (GR) dal 1878 è arretrato di quasi 3 chilometri, il Belvedere (Piemonte) negli ultimi 10 anni ha perso fino a circa 60 metri di spessore (pari a un edificio di 20 piani) e il ghiacciaio di Dosdè Est (Lombardia) dal 1932 ha perso il 47% della sua superficie mentre l’Ochsentaler (Austria) dal 1850 è indietreggiato di circa 2’400 metri.

L’organizzazione ambientalista ha quindi lanciato un “Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse idriche” in cui vengono proposti sette interventi specifici per circoscrivere il fenomeno.

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© Keystone / Gaetan Bally

Dopo il Toblerone un altro simbolo dell’industria elvetica si appresta a lasciare la Confederazione. Biella, il principale fabbricante di articoli per ufficio in Svizzera, ha deciso di delocalizzare la produzione.

Questo significa che l’attività produttiva svolta nella sede di Brügg, nel canton Berna, sarà spostata nelle altre unità del gruppo che dal 2019 fa capo alla società francese Exacompta-Clairefontaine.

La misura interessa 45 dipendenti che saranno lasciati a casa. Il contentino è dato dal fatto che il marchio rimarrà in Svizzera con un’organizzazione ridotta, composta dalle divisioni vendita, marketing e logistica.

L’azienda si è detta costretta dall’evoluzione del mercato a questo passo. I supporti di memorizzazione digitale stanno sostituendo l’archiviazione convenzionale di prodotti cartacei e la domanda di articoli Biella sta diminuendo. Fino a 15 anni fa Biella fabbricava ancora 15 milioni di raccoglitori ma oggi la produzione è dimezzata.


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