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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

le specie invasive sono un problema molto reale in tutto il mondo (come vedrete in una delle notizie che abbiamo selezionato per voi in questa newsletter), ma c'è chi ha pensato di usarle per distruggersi tra di loro. Per la prima volta in Svizzera, infatti, si tenterà di lottare contro la Drosophila Suzukii scagliandole contro la vespa Ganaspis brasiliensis, sua predatrice naturale. Entrambe le specie sono originarie dell'Asia dell'est. Succederà in alcune località del canton Giura e del canton Ticino (ovvero dove questo moscerino rappresenta un problema marcato) grazie agli scienziati e scienziate del Centre for Agriculture and Bioscience International (CABI) di Delémont (Giura).

Una specie di Hunger Games entomologico, insomma.

Dopo questa, vi lascio alla lettura delle principali notizie del giorno.

mandria mucche
Keystone/gaetan Bally

La Confederazione ha lanciato oggi la sua nuova strategia agricola per adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici, che stanno mettendo sotto pressione la produzione alimentare, e per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.  

Con la nuova “Strategia climatica per l’agricoltura e l’alimentazione 2050”, l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), in collaborazione con l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) e l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), intende gettare le basi per una maggiore sostenibilità e per potenziare nel complesso l’intera sicurezza alimentare del Paese

La strategia si concentra su tre obiettivi da raggiungere entro il 2050, si legge in un comunicato: raggiungere un grado di autoapprovvigionamento di almeno il 50% “nel rispetto del clima e in modo adeguato alle condizioni locali”, ridurre di almeno due terzi rispetto al 2020 l’impronta di gas serra pro capite grazie a un’alimentazione sana ed equilibrata della popolazione svizzera e, infine, ridurre di almeno il 40% rispetto al 1990 le emissioni di gas serra della produzione agricola all’interno del Paese. 

La strategia intende anche sostenere le famiglie contadine a produrre a sufficienza nonostante l’impatto dei cambiamenti climatici, mentre per quanto riguarda consumatrici e consumatori, l’attenzione si concentrerà sulla sensibilizzazione. Secondo Michael Beer, vicedirettore dell’USAV, la popolazione dovrebbe orientarsi maggiormente alla piramide alimentare. “Se ci attenessimo [a quella] attuale, potremmo ridurre il nostro impatto ambientale del 50%”, ha spiegato. “Da un punto di vista salutare, dovremmo consumare al massimo due o tre porzioni di carne alla settimana. Ma mangiamo tre volte tanto”. 

karin keller sutter vestita di bianco tiene un discorso
Keystone / Marcel Bieri

Il freno all’indebitamento compie 20 anni. Si tratta di un meccanismo chiave della politica finanziaria ed è ormai considerato uno strumento efficace per gestire la spesa complessiva della Confederazione. Dalla sua introduzione nel 2003 al 2017, ha permesso di ridurre di 27 miliardi il debito della Confederazione. 

L’Amministrazione federale delle finanze (AFF) ha voluto ricordare questo anniversario con un evento al quale era presente anche la direttrice del Dipartimento federale delle finanze (FDD) Karin Keller-Sutter. Nel suo discorso, la “ministra” ha pronunciato parole d’elogio per questo strumento attivo dal 2003 che garantisce, a suo parere, stabilità finanziaria offrendo nel contempo allo Stato e alla politica la flessibilità necessaria nei momenti di crisi, come è stato dimostrato nel caso della pandemia di coronavirus. 

Nel suo intervento, la consigliera federale ha voluto mettere in guardia coloro che vogliono allentare il freno all’indebitamento: la Svizzera, a detta della sangallese, è attualmente in grado di assumersi i propri debiti, ma ciò potrebbe cambiare rapidamente alla luce delle sfide che le finanze federali devono affrontare. Presente all’appuntamento anche l’ex consigliere federale Kaspar Villiger, “padre” del meccanismo, che secondo lui ha dato ottimi risultati, permettendo allo Stato di far fronte agli enormi costi – circa 25 miliardi di franchi – causati dal Covid. 

Il freno all’indebitamento è stato introdotto quale risposta agli squilibri emersi nelle finanze federali durante gli anni ’90, un periodo di crisi. Nel giro di pochi anni, i deficit miliardari avevano portato a un forte aumento del debito tanto che, di fronte a questa situazione, si era fatta urgente la necessità di adottare uno strumento fiscale efficace, spiega l’AFF. Il freno all’indebitamento fornisce un quadro vincolante per la definizione delle priorità di spesa. Inoltre, migliora la pianificazione del bilancio a medio termine e impone una certa disciplina al Parlamento e all’amministrazione. Eccezioni sono contemplate in caso di situazioni particolari. 

facciata di palazzo federale coperta da telone con scritta 1848
© Keystone / Peter Schneider

Il 12 settembre la Svizzera festeggerà il 175° anniversario della Costituzione. Per l’occasione, in Piazza federale a Berna si terrà una festa popolare, in cui verrà inaugurata l’opera d’arte “Tilo”, che adornerà il timpano del Palazzo del Parlamento. 

L’opera, composta da 246 lastre in ceramica che rappresentano i 200 seggi del Consiglio nazionale e i 46 del Consiglio degli Stati, verrà svelata al pubblico alle 18:48 esatte, richiamando così l’anno (1848) dell’adozione del testo che fece della Confederazione la prima vera e propria democrazia in Europa.  

Il nome “Tilo” è un omaggio alla neocastellana Tilo Frey (1923-2008), una tra le prime consigliere nazionali donne ad essere elette a seguito dell’introduzione del suffragio femminile nel  nel 1971, nonché prima deputata donna di colore. 

Nel corso della cerimonia, alla quale parteciperanno diverse personalità politiche elvetiche, sarà presentata anche la versione originale della Costituzione federale del 1848, concessa in prestito dall’Archivio federale. Questo anniversario “è un’occasione per celebrare i valori che hanno plasmato una Svizzera unita e democratica negli ultimi 175 anni”, scrivono i Servizi parlamentari. Allo stesso tempo, “la cerimonia è un’occasione per rinnovare l’impegno per un futuro di successo e di armonia per il Paese”. 

coleottero giapponese su foglia verde giÀ da lui parzialmente divorata
Ap2011

Le specie invasive sono una realtà con la quale bisogna fare i conti in tutta la Svizzera. Il Consiglio mondiale della biodiversità (IPBES) ha pubblicato un rapporto nel quale lancia un allarme: queste piante, animali e funghi mettono in pericolo non solo la biodiversità, ma anche la sicurezza alimentare.  

In generale, quello delle specie invasive “è un problema sottovalutato”, ha spiegato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI Sven Bacher, ecologo dell’Università di Friburgo che fa parte degli 86 autori e autrici degli oltre 13’000 studi di 49 Paesi diversi usati dall’IPBES per stilare il suo rapporto. 

Nel 2022 in Svizzera, stando agli ultimi dati diffusi dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), si contavano circa 1’300 specie esotiche insediate (37’000 a livello mondiale), di cui circa 200 considerate invasive (3’500 a livello mondiale).  

Il problema delle specie aliene invasive genera ogni anno costi per oltre 420 miliardi di dollari a livello globale, non esistono invece studi che quantifichino questi costi per la Confederazione.  

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