
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Siete alla ricerca di una nuova sfida lavorativa e siete in "buone condizioni fisiche e vocali"? Forse abbiamo quello che fa per voi. La città di Losanna cerca il nuovo guardiano o la nuova guardiana della cattedrale. Uno dei compiti del "guet de la cathédrale" è di annunciare le ore dalle 22:00 alle 2:00 del mattino, cinque volte a settimana. Provate quindi ad esercitarvi, in francese, naturalmente: "C'est le guet, il a sonné…". L'esistenza di questo ruolo è attestata dal 1405. Per secoli, il compito del guardiano era anche di controllare che non scoppiassero incendi. Con l'installazione di sirene d'allarme, questa funzione è però venuta meno, tanto che all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso le autorità cittadine volevano abolire la figura del guardiano. La stampa regionale fu però talmente sommersa da lettere della popolazione losannese, che dimostravano l'attaccamento a questa figura simbolica, che il Municipio fu costretto a fare marcia indietro.
Sono però scoccate le cinque e vi lascio alla lettura di altre notizie del giorno.

Record di passeggeri nel primo semestre per le Ferrovie federali svizzere (FFS): i treni elvetici hanno trasportato in media 1,33 milioni di persone al giorno, il 21,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 3% rispetto al 2019, prima dello scoppio della pandemia.
Per la prima volta dal 2019 le FFS sono tornate in attivo, realizzando tra gennaio e giugno un utile di 99 milioni di franchi, contro un disavanzo di 142,3 milioni nei primi sei mesi del 2022. A permettere il ritorno nelle cifre nere è stata prima di tutto la crescita del numero di passeggeri, che per la prima volta hanno superato il livello pre-pandemico. In media ne sono stati trasportati 1,33 milioni al giorno, un record.
L’incremento dei passeggeri, si ripercuote sul numero dei posti a sedere disponibili. La soddisfazione della clientela ha così registrato un leggero calo, passando da 80,7 punti (su un massimo di 100) a 79,3. La puntualità dei treni è rimasta molto elevata. Il 93,6% dei convogli passeggeri è arrivato a destinazione con meno di tre minuti di ritardo. La situazione è migliore nella Svizzera tedesca, mentre per quanto riguarda Romandia e Ticino le FFS “non sono ancora soddisfatte”.
Malgrado il risultato positivo, il principale gestore della rete ferroviaria elvetica resta molto prudente, vista la “elevata pressione sui costi”. Le FFS sono confrontate con un debito importante, pari a 11,4 miliardi. “Per stabilizzare la situazione finanziaria, serve un utile annuo tra i 400 e i 500 milioni“, si legge nel comunicato.
- Semestre da record sui treni svizzeri: l’articoloCollegamento esterno di RSI News.
- Il comunicatoCollegamento esterno delle FFS.
- Come si sposta la popolazione svizzera? Dagli archivi di tvsvizzera.it.

L’economia svizzera sta dando segnali di stagnazione: il prodotto interno lordo (PIL) ha fatto registrare tra aprile e giugno una crescita pari a zero.
Dopo essere aumentata dello 0,3% nel primo trimestre, la progressione del PIL ha subito una frenata. A dar segni di rallentamento è soprattutto l’industria, mentre il terziario è cresciuto, ha indicato oggi la Segreteria di Stato dell’economia (SECO).
Spiccano in particolare le contrazioni registrate nell’industria manifatturiera (-2,9%) e nel ramo delle costruzioni (-0,7%). Sull’altro lato della bilancia, risaltano invece i risultati dei settori dell’alloggio e della ristorazione (+5,2%) e del commercio (+2,1%).
“L’andamento del PIL elvetico si inserisce molto bene nel quadro internazionale: il settore manifatturiero risente del contesto mondiale, mentre ad esempio i servizi e i consumi continuano a crescere“, ha spiegato all’agenzia Awp Felicitas Kemeny, responsabile del settore congiuntura presso la SECO. In Germania, ad esempio, importante mercato di esportazione per la Confederazione, l’economia ristagna da diversi trimestri e anche la crescita dell’intera Eurozona è stata piuttosto modesta negli ultimi tempi. Ma pure altri Paesi importanti per la Svizzera come gli Stati Uniti e la Cina soffrono di una debole espansione economica.
- La notizia di Keystone-ATS ripresa da SWI swissinfo.ch.
- Il comunicatoCollegamento esterno della SECO.
- Come sta andando l’economia svizzera? L’analisi trimestrale su SWI swissinfo.ch.

Malgrado l’impegno che si era assunta nel 2019, l’azienda ticinese d’affinazione d’oro Valcambi ha continuato a importare metallo giallo da una società di Dubai sospettata di riciclaggio di denaro e di commercio di oro proveniente da zone di conflitto.
A rivelarlo sono dei documenti pubblicati domenica dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS e dal settimanale NZZ am Sonntag. Questi fanno riferimento a un controllo dell’Ufficio centrale del controllo dei metalli preziosi, che nel 2020 aveva effettuato un’ispezione presso quella che è la più importante raffineria d’oro in Svizzera.
Nel corso dei controlli era stata constatata la presenza di lingotti provenienti dalla MTM, raffineria di Dubai appartenente al gruppo Kaloti, su cui gravano sospetti di riciclaggio e commercializzazione di oro proveniente da zone di conflitto. A più riprese, la dirigenza della Valcambi aveva sostenuto di non aver più rapporti commerciali con questa società di Dubai. Dal documento confidenziale emerge pure che la Valcambi non ha effettuato nessun controllo nello stabilimento degli Emirati Arabi Uniti.
“Il documento in questione conferma ciò che denunciamo da diversi anni – ha sottolineato alla RTS Marc Ummel, dell’organizzazione di aiuto allo sviluppo Swissaid. Approvvigionandosi da aziende molto vicine a Kaloti, Valcambi sta correndo rischi enormi e non rispetta i requisiti di due diligence dell’OCSE. Kaloti ha importato oro dalla banca centrale del Sudan, parte del quale, secondo gli esperti delle Nazioni Unite, proviene da zone di conflitto. Kaloti è stata anche coinvolta in casi di riciclaggio di denaro”.
- Il servizioCollegamento esterno sul tema della RTS (in francese) e l’articoloCollegamento esterno della NZZ am Sonntag (in tedesco).
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- Dalle raffinerie d’oro svizzere transita la maggior parte del metallo giallo del mondo. Ma da dove arriva l’oro? Un approfondimento del mio collega Riccardo Franciolli.
- L’intervista ad Antoine de Montmollin, amministratore delegato della Metalor di Neuchâtel, uno dei pesi massimi della raffinazione d’oro.

Tra meno di due mesi l’elettorato svizzero rinnoverà il Parlamento. Ma quando spendono i partiti per cercare di convincere la popolazione a votare per loro?
Le cifre della politica svizzera sono lontane anni luci dai costi folli di certe campagne elettorali. Basti pensare per le presidenziali statunitensi del 2020, Joe Biden e Donald Trump hanno speso circa tre miliardi di dollari. Nella Confederazione il budget della campagna ammonta invece finora a… 31 milioni di franchi, stando all’inchiesta della Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS.
Ad avere le risorse più consistenti sono naturalmente i partiti storici (Unione democratica di centro, Partito socialista, Partito liberale radicale e Centro). Ma Verdi e Verdi liberali stanno riducendo il divario. Il primo partito, ad esempio, ha a disposizione circa 3,8 milioni di franchi, il doppio rispetto a quattro anni fa.
Le cifre tengono conto unicamente dei budget dei partiti a livello nazionale e delle loro sezioni cantonali. Ogni candidato e candidata inoltre investe generalmente soldi di tasca sua (o provenienti da donazioni). Quest’anno per la prima volta i partiti e chi è candidato devono pubblicare i bilanci se superano i 50’000 franchi, così come le donazioni superiori a 15’000 franchi.
- L’inchiestaCollegamento esterno della RTS ripresa in italiano da RSI News.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch dedicato alle elezioni federali 2023.

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