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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

è più insensato importare Nuggets di pollo dal Brasile, vendere acqua delle Alpi svizzere in India o trovare negli scaffali dei nostri negozi biscotti per cani prodotti in Cina? Ce lo dirà il concorso promosso da alcuni anni dall’Iniziativa delle Alpi, organizzazione che si batte per la tutela dell’ambiente, che assegnerà il “Sasso del Diavolo” sulla scorta dei risultati della votazione online che si chiuderà il prossimo 3 ottobre. Naturalmente vengono premiati anche i comportamenti virtuosi.

Il “Cristallo di Rocca” se lo disputeranno la proteina vegetale da ingredienti locali (fabas), la rete Ocean Responsibility Switzerland e l’azienda ginevrina OVO Logistique urbaine che mira a sgravare le città dal traffico. La partecipazione al voto è ovviamente aperta anche ai e alle residenti all’estero…

Buona lettura.

hiv
© Keystone / Gaetan Bally

Sta facendo discutere il caso del paziente che a Ginevra è apparentemente guarito dall’HIV dopo un trapianto di midollo osseo cui è stato sottoposto per curare la leucemia di cui è affetto all’ospedale universitario della città sul Lemano.

Non si tratta dell’unico episodio riportato dalla letteratura scientifica ma a differenza degli altri cinque conosciuti nel mondo, al paziente “ginevrino”, di cui non sono state riferite le generalità, è stato trapiantato un midollo di una persona priva della rara e importante ai fini terapeutici mutazione genetica – chiamata CCR5 delta 32 – che ha la proprietà di rendere le cellule resistenti al virus dell’AIDS.

Successivamente all’intervento avvenuto del 2018, è stata osservata nell’uomo una progressiva diminuzione delle cellule affette dal virus dell’immunodeficienza umana e tre anni dopo è stato deciso di interrompere la terapia retrovirale che gli era stata prescritta all’inizio degli anni Novanta. Nonostante ciò non sono più ricomparse tracce dell’agente virale.

Le peculiarità di questo caso, secondo quanto hanno evidenziato gli esperti e le esperte dell’Istituto Pasteur, forniscono spunti inaspettati e importanti per combattere l’HIV.

profughi
© Ti-press

L’afflusso crescente di profughi e profughe da Nord Africa e Medio Oriente verso l’Europa si sta riflettendo anche sulla Svizzera. Nel primo semestre dell’anno sono giunte oltre 12’000 persone, con un incremento del 43% rispetto all’anno precedente, che hanno chiesto prortezione alla Confederazione.

Solo nel 2016, anno caratterizzato da imponenti ondate di profughi/e, si sono viste cifre superiori alle attuali, ha precisato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che stima un afflusso complessivo di circa 27’000 persone a fine anno (in testa figurano immigrati/e provenienti da Afghanistan e Turchia).

Nonostante le Camere federali abbiano recentemente bocciato i progetti della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider per la creazione di strutture modulari provvisorie per richiedenti, la SEM non ritiene che ci si trovi in una situazione di emergenza: vi sono ancora 4’000 posti a disposizione a livello federale e i Cantoni hanno cinque settimane di tempo per allestire alloggi in vista di nuove ondate autunnali di immigrati/e.

Localmente però la situazione rimane però tesa, come a Chiasso, dove la polizia è sotto pressione per la presenza, nella cittadina sul confine italo-svizzero, di un numero di profughi e profughe doppio del previsto che rende problematica, a detta delle autorità comunali, la loro integrazione.

esercito
© Keystone / Ennio Leanza

La difesa dei confini patri è sicuramente utile e nel mondo sempre più globalizzato e instabile si è esteso anche all’estero l’impegno, sotto l’egida di organizzazioni internazionali, dei militari elvetici. Ma questa attività, non potrebbe essere altrimenti, provoca inevitabilmente anche qualche guaio.

A riferirlo è oggi lo stesso Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) che segnala 6’739 episodi dannosi causati da esercitazioni e altri compiti svolti l’anno passato da soldati e soldatesse.

L’entità dei pregiudizi materiali arrecati ammonta a 13 milioni di franchi, indica una nota della Difesa che precisa anche come le cifre siano tutto sommato in calo sia riguardo ai casi (-424 casi rispetto al 2021 e -262 rispetto alla media quinquennale) sia agli importi monetari (-2,5 milioni in un anno e -824’000 franchi rispetto alla media pluriennale).

A fare la parte da leone sono, come al solito, sono i sinistri legati ai veicoli della Confederazione (9,36 milioni di franchi), mentre i danni a mezzi privati sono stimati a 1,37 milioni. A seguito dell’imponente esercitazione denominata PILUM 22, che ha visto impegnati lo scorso autunno 5’000 militari e blindati, la parcella è stata di 184’000 franchi. Si tratta per lo più di danni arrecati a strade e piazze.

romancio
Keystone / Arno Balzarini

Una buona notizia per il romancio: a Scuol i corsi di vallader, una delle declinazioni locali della lingua retoromanza parlata ancora nei Grigioni, hanno registrato un primato di iscrizioni.

La Confederazione è notoriamente gelosa del proprio plurilinguismo ma il romancio, la quarta lingua nazionale ancora diffusa in alcune vallate retiche, si trova a lottare per la sua sopravvivenza.

Viene quindi accolta come un segnale positivo la partecipazione di circa 150 persone ai corsi intensivi organizzati dalla Lia Rumantscha che inizieranno la prossima settimana.

Ma c’è di più: le letture dei racconti e i concerti collegati al programma di insegnamento della lingua parlata e scritta nella Bassa Engadina saranno aperti al pubblico

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