La televisione svizzera per l’Italia
Alain Berset

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

le temperature sono sensibilmente salite nel giorno in cui si celebra il solstizio d’estate e molti di voi si staranno preparando alle agognate ferie, tra valigie da riempire e acquisti dell’ultima ora. La voglia di evadere è inoltre acuita dal ritorno alla normalità, dopo alcuni anni di restrizioni dettate dalla pandemia mondiale.

Ma dietro l’angolo c’è una nuova minaccia: la corsa dei prezzi e dell’inflazione sembra frenare tutto questo entusiasmo, come indica un sondaggio condotto lo scorso mese da HelloSafe. Il 70% degli svizzeri e delle svizzere non intende viaggiare quest’estate e un terzo di questi, il 32%, non sta pianificando una vacanza a causa dei prezzi che sono lievitati.

Coloro che intendono spostarsi stanzieranno una cifra di 1'180 franchi, vale a dire un budget inferiore del 43% rispetto all’anno scorso (l’Europa resta la destinazione privilegiata per il 67% degli intervistati).

Noi ci limitiamo a ricordare che dal XlX secolo la Confederazione è una delle mete turistiche più ambite a livello internazionale, non solo per i suoi paesaggi mozzafiato…

Buona lettura.

Alain Berset
© Keystone / Gaetan Bally

Dopo mesi di pressioni e polemiche il presidente della Confederazione ha deciso di gettare la spugna. Alain Berset ha comunicato oggi che intende lasciare il Governo a fine anno.

Dopo tre legislature e 29 votazioni federali, ho voglia di fare altro”, ha detto ai media il direttore del Dipartimento federale dell’interno (DFI). La tempistica sembra dargli ragione: proprio domenica l’elettorato ha approvato per la terza volta alle urne le norme varate contro il Covid, una vicenda logorante – come egli stesso ha ammesso – che sta per chiudersi e che lo ha visto assoluto protagonista.

Ma sulla sua scelta, nonostante le dichiarazioni rese in pubblico, potrebbero aver pesato i recenti scandali: l’oscuro ricatto subito nel quadro di una relazione extraconiugale, il volo privato non autorizzato sul territorio francese e soprattutto la fuga di notizie dal suo dipartimento, a favore del gruppo editoriale Ringier, durante la pandemia, che ne ha offuscato un po’ il vasto sostegno popolare di cui ha sempre goduto il ministro socialista.

Sul suo futuro il consigliere federale friburghese non sembra avere le idee ancora chiare: “Non ho un piano, vedremo l’anno prossimo”, si è limitato a commentare. “Magari mi dedicherò allo yoga”.  

Eagle
Keystone / Alessandro Della Valle

Aveva fatto discutere nei mesi scorsi il presunto avvistamento di un mezzo militare elvetico sul terreno di guerra in Ucraina, in flagrante violazione delle norme svizzere che vietano l’esportazione di materiale bellico in Paesi coinvolti in un conflitto. L’inchiesta ordinata da Berna ha chiarito i contorni di quest’incresciosa vicenda.

Il veicolo EAGLE I avvistato a fine marzo farebbe parte di un lotto di 36 mezzi blindati, prodotti dalla svizzera General Dynamics European Land System – Mowag GmbH, che sono stati esportati negli anni ’90 in Danimarca. 27 di questi mezzi militari sono stati poi consegnati nel 2013 a una società tedesca, con il consenso delle autorità elvetiche.

L’ex direttore della società in questione ne ha però rilevato la proprietà cinque anni dopo e successivamente 11 di questi 27 Eagle I sono finiti in Ucraina. In proposito Berlino ha rilasciato un’autorizzazione a seguito dell’avvenuta demilitarizzazione dei veicoli (rimozione della copertura blindata e dei finestrini).

L’ex direttore, benché si fosse impegnato altrimenti con Berna, ha ritenuto di non dover più coinvolgere la Confederazione visto che aveva ottenuto luce verde dal Ministero della difesa tedesco. Di diverso avviso sono le autorità elvetiche che hanno sospeso ogni rapporto commerciale con l’imprenditore germanico “a causa dell’elevato rischio di riesportazione a un destinatario finale indesiderato”.    

covid
© Keystone / Gaetan Bally

Alla fine è arrivata la fattura della pandemia: la Confederazione ha dovuto sborsare 5 miliardi di franchi e a carico dei Cantoni si stima un ulteriore esborso oscillante tra i 2,3 e i 2,9 miliardi.

Nel rapporto ordinato dal Governo federale sui costi diretti per l’assistenza sanitaria alla popolazione, viene sottolineato che la voce più importante cui hanno dovuto far fronte le casse federali è quella dei test COVID (3 miliardi), 1,7 miliardi sono stati invece spesi per l’acquisto di vaccini e materiale medico.

Le campagne di vaccinazione sono gravate sui bilanci cantonali (413 milioni), così come le prestazioni terapeutiche erogate ai pazienti Covid negli ospedali (tra 997 e 1’171 milioni. La quota dei costi per le casse malattia è oscillata tra 816 e 958 milioni.

I premi dell’assicurazione malattia obbligatoria, che vengono corrisposti dalla popolazione, sono invece aumentati in misura moderata nel 2021 mentre sono addirittura diminuiti l’anno successivo. Il forte rialzo registratori nel 2023 è da imputare ai costi diretti a carico degli assicuratori e al recupero degli interventi non urgenti che erano stati sospesi durante la pandemia.

darknet
Keystone / Silas Stein

La polizia federale (fedpol) e l’Ufficio della dogana e della sicurezza sui confini (UDSC) sono oggetto di un’inchiesta su presunte violazioni gravi delle norme sulla protezione dei dati.

Sulla vicenda, che era stata divulgata dall’Aargauer Zeitung, sono stati già effettuati accertamenti preliminari dai quali sono emerse violazioni della sicurezza dei dati, con rischi potenzialmente elevati per le persone coinvolte, nel quadro di una collaborazione con Xplain, una società di servizi informatici che è stata hackerata: i dati sensibili dell’amministrazione federale sono stati rubati e a fine maggio sono finiti nel darknet.

Un secondo aspetto problematico su cui si sono concentrate le attenzioni dell’incaricato federale della protezione dei dati e per la trasparenza (IFPDT) riguarda l’accesso delle e dei dipendenti civili dell’UDSC al registro nazionale di ricerca RIPOL gestito dalla Fedpol. Una pratica illegale su cui i responsabili dell’Ufficio delle dogane sembra che abbiano chiuso un occhio.

Oltre agli approfondimenti in corso sull’attività dei due uffici federali da parte dell’Incaricato federale, anche il Ministero pubblico della Confederazione ha avviato un procedimento giudiziario.

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