La televisione svizzera per l’Italia
I loghi di UBS e Credit Suisse.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

l’intelligenza artificiale avanza a grandi passi e venerdì scorso – ma la notizia è stata data oggi – nella città bavarse di Fürth è stato recitato in chiesa il primo sermone dall’intelligenza artificiale ChatGpt, attraverso un avatar.

Secondo il teologo e filosofo dell’università di Vienna, Jonas Simmerlein che ha guidato l’esperimento, tutto è andato bene e ChatGpt si è rivelato “un programma solido e coerente”. In realtà però una distanza esiste ancora: qualche partecipante ha notato l'assenza di sentimento e di comunicazione da parte dell'avatar.

Immagino che presto sarà risolto anche questo aspetto. Intanto vi auguro una buona lettura.

La statua di Alfred Escher davanti alla stazione centrale di Zurigo.
© Keystone / Christian Beutler

Finisce oggi l’ultracentenaria storia di Credit Suisse, la banca fondata da Alfred Escher nel 1856.

La storia di Credit Suisse è finita ufficialmente oggi. UBS ha infatti completato l’acquisizione legale della ormai ex banca rivale. La data del cosiddetto “closing” era già stata comunicata una settimana da entrambi gli istituti. Nella lettera, firmata dal CEO Sergio Ermotti e dal presidente Colm Kelleher, la banca afferma che “l’obiettivo è garantire la stabilità”.

Coinvolta in una serie di scandali negli ultimi decenni, Credit Suisse ha visto la sua situazione deteriorarsi dopo il fallimento della Silicon Valley Bank a metà marzo. Per salvare la banca, con un piano messo in atto dalle autorità svizzere il 19 marzo, UBS ha accettato di rilevare CS per 3 miliardi di franchi svizzeri, dopo le garanzie finanziarie dalla Confederazione e dalla Banca Nazionale.

Stando al Financial Times, UBS starebbe imponendo severe restrizioni ai dipendenti di Credit Suisse, tra cui il divieto di acquisire nuovi clienti da Paesi ad alto rischio e di utilizzare prodotti finanziari complessi. I dirigenti di UBS hanno stilato un elenco di oltre 20 cosiddette “linee rosse” invalicabili che vietano al personale di Credit Suisse una serie di attività a partire dal primo giorno di unione delle due banche, cioè oggi.

Silvio Berlusconi
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Morte di Silvio Berlusconi, commenti poco lusinghieri della stampa svizzera.

Berlusconi era un personaggio molto conosciuto anche in Svizzera. I quotidiani elvetici hanno dunque scritto molto sulla sua morte. “Ha cambiato il mondo, anche se non in meglio“, titolano i giornali del gruppo svizzero tedesco Tamedia. “Addio Cavaliere!”, gli rende omaggio il Blick. “Il grande seduttore d’Italia è morto all’età di 86 anni”, scrive invece la Neue Zürcher Zeitung.

Berlusconi, sottolineano i titoli del gruppo Tamedia, passerà alla storia come “un eccentrico avanguardista politico, come un pioniere di molti populisti e demagoghi”. Anche la NZZ non risparmia critiche: “Tutto in Berlusconi era falso: il suo viso liftato e i suoi capelli rinfrescati, le sue promesse e le sue affermazioni, aveva anche falsi amici e compagni – soprattutto quelli della mafia”.

Il suo bilancio alla testa del Paese è striminzito, aggiunge la stampa: “Non c’è una grande riforma che gli italiani e le italiane ricordino, nemmeno un edificio che possa essere simbolo del suo regno. Il debito pubblico è cresciuto rapidamente anche sotto il suo regime apparentemente liberale”. Infine, sottolineano ancora i giornali di Tamedia, “ha incitato alla frode, al disprezzo delle leggi e delle regole, alla furbizia del popolino. Ridendo davanti alle telecamere. E gli italiani e le italiane continueranno a chiedersi se si è trattato di una risata complice o se in fin dei conti non abbia semplicemente riso di loro”.

Un teschio su uno schermo di un computer.
© Keystone

I cyberterroristi attaccano diversi siti dell’Amministrazione federale, bloccandone l’utilizzo.

Il gruppo che ha rivendicato gli attacchi si fa chiamare “NoName”. Gli hacker si sono intrufolati in diversi siti dell’amministrazione federale, bloccandone l’accesso. Gli esperti dell’amministrazione si sono subito accorti dell’attacco e stanno adottando misure per ripristinare l’accessibilità dei siti il più presto possibile.

Ne dà notizia il Dipartimento federale delle finanze (DFF) che fa notare come sempre gli stessi cyberterroristi, noti per attaccare siti governativi un po’ ovunque in Europa, la settimana scorsa hanno preso di mira il portale del Parlamento elvetico, provocando gravi disagi.

Il ciberattacco è del tipo DDoS (in inglese Distributed Denial of Service). Consiste nel sovraccaricare i portali con richieste mirate, in modo da non renderli più accessibili agli utenti. Durante un’azione del genere non vengono persi dati, ha precisato il DFF. Il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto le indagini per quanto successo oggi e la settimana scorsa.

Bandiere della Svizzera e di divesi altri paesi appesi alla facciata di un condominio durante una manifestazione calcistica.
Keystone / Georgios Kefalas

Due terzi degli immigrati in Svizzera si trova bene e non vuole più andarsene via.

La Svizzera è una meta ambita dagli stranieri. E quando ci vengono, poi non vogliono più andare via. È quanto si evince dalla statistica “Demos” pubblicata oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST). Questo desiderio di restare in Svizzera è particolarmente forte tra le persone provenienti da Paesi europei che non fanno parte dell’UE.

I motivi principali della migrazione in Svizzera sono il lavoro e la famiglia. Se una persona è venuta in Svizzera per motivi professionali, circa la metà aveva una conoscenza minima o nulla della lingua del cantone in cui è andato a vivere. Mentre circa un terzo aveva una conoscenza avanzata della lingua.

Ma c’è anche un movimento contrario: sempre più pensionati lasciano la Svizzera. Tale tendenza si è intensificata dal 2017. Ma la pandemia ha nuovamente invertito la rotta: rallentando da un lato l’emigrazione dalla Svizzera e dall’altra ha fatto sì che un numero crescente di cittadini elvetici volessero rientrare nella Confederazione.


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