La televisione svizzera per l’Italia
Un umoo di spalle con l ombrello su un pontile in una giornata uggiosa.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

in Svizzera fanno molto discutere le conclusioni di uno studio pubblicate domenica dalla SonntagsZeitung riguardo alle ambizioni di carriera delle studentesse. Condotto interpellando quasi 10'000 alunni dell'Università di Zurigo e del Politecnico federale il risultato può apparire sorprendente: il motivo per cui le donne si trovano raramente in posizioni di leadership non è la discriminazione, ma il fatto che le stesse aspirano a questo obiettivo molto meno degli uomini.

Non solo. Secondo lo studio la maggior parte delle studentesse vuole un partner più anziano e più di successo di loro: in presenza di figli, sarà lui a dover provvedere al reddito principale, mentre lei lavorerà a tempo parziale.

Sarà vero? Io ho ben altre esperienze. Buona lettura.

Un umoo di spalle con l ombrello su un pontile in una giornata uggiosa.
Keystone / A4283/_victoria Bonn-meuser

In Svizzera il 40% dei lavoratori e delle lavoratrici sostiene di sentirsi sfinito.

Stress e burnout sul lavoro sono in aumento in Svizzera. I sondaggi mostrano che quasi il 40% dei lavoratori e delle lavoratrici dichiara di sentirsi esausto. Di conseguenza, sono sempre di più quelli che si ammalano, sia fisicamente sia mentalmente. Così ha sintetizzato la situazione Travail.Suisse, presentando un’analisi del fenomeno.

Secondo la confederazione sindacale Travail.Suisse, servono misure legislative per combattere lo stress e il costante aumento dei casi di esaurimento sul posto di lavoro. Ad esempio, introducendo regole più efficaci sugli straordinari, più vacanze e una riduzione della flessibilità. La tutela della salute dei lavoratori – ricorda Adrian Wüthrich presidente di Travail.Suisse – non è negoziabile.

Per proteggere la salute e la vita privata di lavoratrici e lavoratori, è necessaria meno flessibilità e più tempo per riposare. Da parte sua, Olivia Stuber del sindacato Transfair, ha aggiunto che sono necessarie regole chiare per garantire che i dipendenti abbiano il diritto di riposare e di non essere contattati durante il loro tempo libero.

Un gruppo di anziani in bicicletta.
© Keystone / Christian Beutler

I cittadini e le cittadine della Confederazione si sentono più sani rispetto a quelli di altri Paesi europei.

Non è solo l’aria buona delle Alpi svizzere a rendere più sani gli abitanti della Confederazione. Dall’indagine pubblicata oggi dall’Ufficio federale di statistica, a influenzare lo stato di salute delle persone ci pensa soprattutto il reddito. L’8,4% delle persone appartenenti alla classe di reddito più bassa ha valutato il proprio stato di salute come scarso o molto scarso. La stessa valutazione è stata data solo dall’1,2% delle persone nella fascia salariale più alta.

Mediamente solo il 3,9% degli intervistati in Svizzera ha valutato il proprio stato di salute come scarso o molto scarso, il dato più basso a livello europeo. La media UE è infatti dell’8,8%. I dati sono emersi dall’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC) che è effettuata a livello europeo. In Svizzera si è svolta intervistando oltre 18’000 persone.

Un’ultima annotazione. L’autovalutazione dello stato di salute è influenzata anche dal livello di formazione e dagli svantaggi sociali. Questi ultimi sono accentuati con l’aumentare dell’età. Ad esempio, le persone dai 50 anni in su senza formazione postobbligatoria valutano il loro stato di salute come scarso o molto scarso due volte più spesso rispetto alle persone con un titolo di livello secondario II (12,1 contro 5,9%).

Una donna davavnti a una vetrina di un grande magazzini con i saldi.
Keystone

Crolla il potere di acquisto in Svizzera. È l’allarme lanciato dall’Unione sindacale svizzera.

Negli ultimi tre anni i salari reali sono in calo. Secondo l’Unione sindacale svizzera (USS) questo calo ha comportato una perdita di 2’000 franchi per un dipendente medio e di 4’000 per una famiglia. Come afferma il capo economista dell’USS Daniel Lampart, è dalla fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, che non ci sono stati tre anni consecutivi con salari reali in calo.

Di chi è la colpa? Lampart non ha dubbi: a suo avviso la colpa della situazione è da attribuire alle imprese. “La maggior parte delle aziende sta andando bene. Ma molte hanno colto l’occasione negli ultimi mesi per alzare i prezzi al di sopra dei costi. Questa è una massimizzazione del profitto a spese dei lavoratori”. Per il prossimo anno sono quindi necessari forti aumenti delle retribuzioni.

La posizione dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI) è ovviamente diametralmente opposta: l’andamento dei salari reali deve essere allineato alla produttività del lavoro nel medio termine, afferma Simon Wey, capo economista dell’associazione dei datori di lavoro. Negli ultimi anni gli aumenti di produttività sono stati inferiori a quelli dei salari reali e ciò è dovuto principalmente alla carenza di manodopera.

L attacco elettrico per ricaricare un auto elettrica.
Keystone / Julian Stratenschulte

Entro il 2035 circoleranno sulle strade svizzere 2,8 milioni di veicoli elettrici: occorre creare due milioni di punti di ricarica privati.

Già nel 2035 più della metà delle automobili in Svizzera potrebbe essere costituita da veicoli ricaricabili ed entro il 2050 la batteria elettrica dovrebbe essere il sistema di trazione nettamente dominante delle automobili. È quanto prevede uno studio presentato dall’Ufficio federale dell’energia (UFE).

Tra circa 12 anni l’ampliamento dell’infrastruttura di ricarica dovrà essere pressoché completato, sottolinea l’UFE. È comunque necessario un mix di opzioni di ricarica ovvero a casa, sul posto di lavoro, nel quartiere, a destinazione e ricarica veloce. Tuttavia, le stazioni di ricarica private dovrebbero avere la priorità.

Ciò significa che in Svizzera dovrebbero essere creati fino a due milioni di punti di ricarica privati entro il 2035. Tuttavia, lo sviluppo di infrastrutture private negli edifici non è scontato. Pertanto, entro il 2035 saranno necessari in Svizzera fino a 84’000 punti di ricarica a libero accesso. Attualmente le stazioni di ricarica pubbliche sono poco meno di 10’000.


In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR