
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
una bella fetta della cronaca odierna passa dall’asse Berna-Roma. La Svizzera infatti è finalmente uscita dalla black-list in cui il Governo italiano l’aveva inserita 24 anni fa.
Sebbene i rapporti tra i due Paesi siano continuati ad essere buoni quest’ombra non ha smesso di stagliarsi sullo sfondo. E siamo in dirittura d’arrivo, sempre in ambito fiscale, per l’accordo sui frontalieri.
Ma quasi contemporaneamente la Confederazione colma anche una lacuna oltre Tevere, aprendo la sua ambasciata in Vaticano. Una circostanza curiosa visto che le sue guardie da secoli garantiscono la sicurezza del Pontefice e che la maggioranza dei e delle residenti della Confederazione siano di religione cattolica (nonostante Calvino fosse di queste parti).
Nel nostro contributo odierno cerchiamo di spiegarvene i motivi e vi raccontiamo anche d’altro, sempre rigorosamente dalla Confederazione,
buona lettura

Le relazioni italosvizzere in ambito fiscale volgono decisamente al bello. La Confederazione è stata stralciata dalla lista nera di Roma sulla tassazione delle persone fisiche e c’è un’intesa di massima sul telelavoro dei lavoratori e delle lavoratrici frontaliere.
I responsabili delle Finanze dei due Paesi, Karin Keller-Sutter e Giancarlo Giorgetti, hanno infatti sottoscritto oggi un’intesa politica che ha lo scopo di risolvere le questioni fiscali pendenti. Da parte svizzera in particolare è giudicata positivamente la sua estromissione dalla penalizzante black-list in cui era stata inserita alla fine degli anni Novanta e che imponeva l’onere della prova ai e alle contribuenti che trasferivano il proprio domicilio nella Confederazione.
Passi avanti sono stati fatti anche sul fronte del lavoro per il frontalierato. Un accordo provvisorio che consentirà questa pratica anche oltre confine è destinato a colmare il vuoto lasciato dalla precedente intesa amichevole che era scaduta lo scorso 31 gennaio.
Sempre in merito alle questioni fiscali inerenti a questa categoria di dipendenti, Giancarlo Giorgetti ha espresso alla sua interlocutrice ottimismo in relazione all’imminente ratifica dell’accordo sui frontalieri del 2020. Il testo, già adottato dal Senato della Repubblica, dovrebbe essere votato nelle prossime settimane anche a Montecitorio, ha riferito il ministro italiano.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Ne parla anche tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno del Consiglio federale e tutti i dettagli sui rapporti bilateraliCollegamento esterno spiegati dal DFAE.

A pochi giorni dall’analoga decisione dell’Unione Europea anche la Svizzera ha sanzionato il Gruppo Wagner, la controversa organizzazione militare che fa capo all’oligarca russo Evgenij Prigožin che sta combattendo in Ucraina a fianco dell’esercito regolare di Mosca.
Sorto nel 2014, il gruppo di mercenari Wagner dispone di armamenti di ogni genere, compresi elicotteri, bombardieri, navi e carri armati: conta circa 50’000 membri (tra cui ex combattenti ed ex carcerati) e le sue operazioni si svolgono su diversi teatri di guerra, seguendo precisi obiettivi geopolitici.
Secondo quanto precisa una nota della Confederazione, l’organizzazione fa parte di una rete di imprese attive a livello globale (dalla tecnologia, al commercio di materie prime e ai servizi finanziari) vicine al Cremlino. Ma quello che l’ha resa nota è piuttosto l’efferatezza con cui combattono i suoi mercenari.
Assieme alla Wagner viene sanzionata da Berna anche l’agenzia di stampa russa RIA FAN, che fa capo sempre al discusso personaggio di Prigožin, per la sua opera di propaganda e disinformazione sistematica riguardo al conflitto nell’Europa dell’Est.
- L’articolo de laRegione TicinoCollegamento esterno che riferisce delle sanzioni decise da Berna.
- I particolari delle sanzioni applicate sei giorni fa dall’UECollegamento esterno.
- La notaCollegamento esterno della Confederazione.

Il Dipartimento federali degli esteri (DFAE) interverrà presso l’ambasciatore russo a Berna in seguito alle minacce, ritenute “inaccettabili”, proferite nei confronti di un giornalista della Neue Zuercher Zeitung.
In una nota della sede diplomatica di Mosca l’articolista del foglio zurighese veniva informato delle conseguenze penali cui andrebbe incontro in Russia – tra cui lavori forzati o lunga pena detentiva – per il suo contributo giornalistico sulla resistenza ucraina a Melitopol, città meridionale del Paese passata sotto il controllo dell’armata russa dopo l’offensiva del 24 febbraio 2022.
Il vocabolario usato nell’articolo contestato, ha sostenuto l’ambasciata russa, ha lo scopo di giustificare il terrorismo, alimentando peraltro “invenzioni e dicerie ridicole”, come quella dei biscotti con lassativo offerti dalle donne ucraine ai soldati di Mosca.
In proposito le rimostranze delle autorità elvetiche, fa sapere su Twitter il DFAE, saranno “comunicate senza mezzi termini” alla rappresentanza diplomatica russa, anche se non si conoscono le modalità precise. L’ambasciatore potrebbe quindi essere convocato dal governo o Berna potrebbe limitarsi a inviare una protesta scritta.
- L’articolo di tvsvizzera.it.
- Ne parla anche blue NewsCollegamento esterno.
- Il TweetCollegamento esterno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) su questo caso.

Che siano lontani i tempi del Kulturkampf, il conflitto ideologico ottocentesco che opponeva anche la Confederazione elvetica alla Chiesa cattolica, lo testimonia l’inaugurazione dell’Ambasciata svizzera presso la Santa Sede, cui ha presenziato il consigliere federale Ignazio Cassis.
“Le relazioni tra i nostri due paesi non sono sempre state prive di ostacoli“, ha riconosciuto il ministro degli Esteri, ma è anche vero che Svizzera e Vaticano sono accomunati dalla lingua, dalla religione – per lo meno per una buona parte dei e delle confederate – e dalle stesse guardie pontificie che da secoli garantiscono la sicurezza dei papi.
E per questi può sembrare sorprendente, ha rilevato Ignazio Cassis, che la Santa Sede finora non figurasse tra le 170 rappresentanze diplomatiche della Confederazione nel mondo.
La nuova ambasciata elvetica in Vaticano si occupa anche delle relazioni di Berna con due altri piccoli Stati europei, Malta e San Marino.
- L’inaugurazione dell’ambasciata svizzera raccontata dal CdT.chCollegamento esterno.
- Sui complicati rapporti tra Svizzera e Vaticano un contributo di rsi.chCollegamento esterno.
- La notaCollegamento esterno del DFAE.

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