La televisione svizzera per l’Italia
Un grande tetto interamente coperto da pannelli solari.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

ultimamente non si fa altro che parlare di intelligenza artificiale. Ora un’azienda elvetica ha fatto un test dal quale è nata la prima bevanda dolce realizzata da un'intelligenza artificiale. Si chiama Vivi Nova.

Per realizzarla sono stati utilizzati gli strumenti ChatGPT, Midjourney e Unreal Engine. Secondo il produttore, hanno sviluppato una bevanda piena di antiossidanti che rafforza il sistema immunitario. Non solo. Lo sviluppo di Vivi Nova - dall'idea alla bevanda e al design - ha richiesto solo due giorni. Il risultato è una bevanda composta da acqua, succo di lime, succo di bacche Haskap, succo di zenzero, polvere di radice di cicoria e zucchero di canna.

Perché non provarlo? Io vi lascio al bollettino odierno.

Un grande tetto interamente coperto da pannelli solari.
Keystone/gaetan Bally

L’Aiuto svizzero alla montagna sostiene, anche finanziariamente, le piccole imprese montane che investono nel fotovoltaico.

La transizione energetica va sostenuta. Così almeno la pensa Aiuto svizzero alla montagna. La fondazione ha infatti lanciato oggi una campagna su larga scala per sostenere le aziende pronte a investire nel fotovoltaico. L’aiuto finanziario coprirà fino alla metà dei costi di investimento.

L’appello è rivolto alle piccole imprese delle zone montane che desiderano installare pannelli solari sui loro edifici. Esse potranno richiedere un sostegno finanziario con una procedura semplificata fino alla fine del 2024. L’Aiuto svizzero alla montagna ha scelto di puntare sul fotovoltaico, dato che in quota la radiazione solare è più elevata che sull’Altopiano.

Per ottenere questo aiuto la fondazione ha fissato alcuni criteri, tra questi vi è il luogo in cui si svolge l’attività. Le strutture devono rimanere nelle mani delle aziende. Inoltre, solo le imprese con un massimo di 49 dipendenti a tempo pieno potranno beneficiare di questo pacchetto di aiuti. Da ultimo, per la costruzione dell’impianto devono essere investiti come minimo 100’000 franchi.

Un bimbo piccolo ta le braccia del padre.
© Keystone / Gaetan Bally

I Giovani del Centro vogliono un congedo parentale nazionale che sia funzionale e che rispetti le pari opportunità.

Le disposizioni attuali per quanto riguarda il congedo parentale – materno e paterno – non corrispondono al concetto odierno di pari opportunità né a una moderna politica familiare. Per questo motivo i Giovani del Centro si battono per un congedo parentale nazionale adeguato e funzionale all’economia.

Secondo i Giovani del Centro entrambi i genitori devono avere la possibilità di partecipare all’educazione del proprio figlio e di rientrare al lavoro dopo una nascita nella maniera più facile possibile. Dunque, il congedo parentale nazionale non dovrebbe essere inferiore a 20 settimane e, di queste, almeno 14 andrebbero destinate alla madre.

Il Partito, per conoscere l’opinione della popolazione, ha incaricato l’Istituto Sotomo di condurre un sondaggio. Ebbene, dall’inchiesta è emerso che il 57% degli intervistati è favorevole all’estensione del congedo retribuito in caso di nascita di un figlio e questo dovrebbe avvenire soprattutto per i padri.

Bambini in un asilo di Suhr nel canton Lucerna.
© Keystone / Christian Beutler

Due bambini di età inferiore ai 13 anni su tre sono affidati alle strutture parascolastiche o ai nonni.

Quando entrambi i genitori lavorano o comunque sono occupati, per i bambini deve essere trovata una soluzione fino al rientro a casa dei genitori. Così secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, in Svizzera circa il 60% dei bambini di età inferiore ai 13 anni è affidato ad una custodia complementare alla famiglia.

Naturalmente l’assistenza dei bambini viene organizzata in modo diverso a seconda dell’età. Per i piccoli fino a quattro anni, ad esempio, i genitori si rivolgono soprattutto ai nonni (36%) oppure si affidano ad un asilo nido (34%). I bambini di età compresa tra i 4 e i 12 anni sono invece accolti principalmente in una struttura di custodia parascolastica, come ad esempio un doposcuola.

Si tratta anche di una questione di reddito. Le famiglie con le maggiori entrate sono ricorse nell’83% dei casi ad una custodia complementare alla famiglia. Mentre le famiglie con i redditi più bassi, hanno beneficiato di questo servizio solo per il 38%. Un ultimo dato: rispetto ai Paesi limitrofi, in Svizzera si fa maggior affidamento ai nonni (42%). In Italia, la quota è del 39%, in Austria del 30%, in Germania del 9% e in Francia del 13%.

La portiera di un veicolo della polizia cantonale retica.
Keystone / Gian Ehrenzeller

Anche gli stranieri domiciliati in Svizzera potranno presto diventare poliziotti nel Canton Grigioni.

Il governo cantonale retico ha deciso di adeguare la procedura di reclutamento per rendere la professione di poliziotto attrattiva a un maggior numero di persone. Così ha aperto il concorso anche alle persone senza il passaporto rossocrociato con un permesso di domicilio.

In poche parole, chi è in possesso di un permesso C potrà iscriversi alla prova attitudinale per aspiranti agenti. In questo modo – comunica il governo retico – la polizia cantonale potrà reclutare un numero sufficiente di nuove leve.

Occorre aggiungere che negli ultimi anni, la polizia grigionese, come molti altri corpi di polizia, ha adattato o abolito i requisiti di altezza ed età minima. In futuro nemmeno la cittadinanza svizzera sarà dunque un requisito necessario. Ma non è una novità: decisioni simili sono già state adottate dalle polizie dei cantoni di Basilea Città, Svitto, Neuchâtel e Giura.


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