
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori
oggi vi parlo di una questione molto elvetica. È possibile definire con precisione le frontiere tra le diverse comunità linguistiche in Svizzera? Il famoso "Röstigraben" che separa la Svizzera tedesca da quella francese da dove passa esattamente? Vi pongo questo quesito alla luce di una piccola diatriba in corso.
Nella finale di hockey si ghiaccio (vedi foto, evento seguitissimo) si affrontano le squadre di Ginevra e Bienne. Subito la stampa svizzero francese con orgoglio ha presentato la sfida come una finale tutta romanda. Nella Svizzera tedesca molti sono insorti, ricordando che la città si chiama Biel, ed è nel canton Berna. In verità, lo sappiamo, la città è bilingue. Dunque, chi ha ragione secondo voi? (Per la cronaca il punteggio è in perfetta parità, 1-1).

Cosa succederà al mondo dello sport e dell’arte se venisse a mancare la sponsorizzazione di Credit Suisse?
La scomparsa della seconda banca elvetica pone molti interrogativi sulle future sponsorizzazioni di Credit Suisse. La banca è parte fondamentale nel sostenere il mondo dello sport ma anche quello dell’arte e dello spettacolo. Malgrado Credit Suisse sia stata acquisita da UBS gli attuali contratti resteranno validi, ma chi riceve queste sovvenzioni rischia di dover prima o poi guardare altrove.
Non si conoscono le cifre ufficiali dell’entità delle sponsorizzazioni di Credit Suisse in Svizzera, anche perché banca e beneficiari non rendono noti gli importi in questione. Secondo le stime di SwissFoundations l’impegno dell’istituto in ambito culturale si aggira sui 500 milioni di franchi all’anno. Domanda: UBS in futuro sosterrà il Festival di Locarno e quello di Zurigo, attualmente sponsorizzato da Credit Suisse?
L’impronta di Credit Suisse si estende anche sullo sport, ad esempio con il milione di dollari annuo stanziato da ormai un decennio alla fondazione di Roger Federer. L’istituto è poi uno dei massimi sponsor del calcio, essendo da 30 anni il partner numero uno dell’Associazione svizzera di football. Cosa farà ora UBS? È troppo presto per rispondere: la priorità resta quella di portare a termine l’acquisizione. I dubbi restano.
- Le sponsorizzazioni di Credit Suisse? Un futuro di nubi per tio.chCollegamento esterno.
- Il mondo dell’arte e dello sport in Svizzera sostenuto da Credit SuisseCollegamento esterno.
- Associazione svizzera di football e Credit Suisse, un binomio che dura da 30 anni. Un approfondimento della RegioneCollegamento esterno.

UBS vuole finalizzare al più presto l’acquisizione di Credit Suisse per non perdere clienti e collaboratori.
L’attuale incertezza rischia di far defluire ulteriormente il denaro dei clienti (nelle tre settimane seguenti al salvataggio sono stati disinvestiti 5,6 miliardi di dollari), oltre che di causare la perdita di molti validi collaboratori e collaboratrici. Così la pensa l’agenzia finanziaria AWP.
Un altro problema per UBS, sempre secondo AWP, sono i dubbi che ruotano intorno al destino dell’organico di Credit Suisse, i cui dipendenti non sanno se continueranno ad avere un lavoro. Ma la pressione è tanta anche sul personale di UBS e i quadri non sono risparmiati: a quanto pare il recente ritorno nella veste di CEO di Sergio Ermotti porterà a un rimpasto del management.
Migliaia di impieghi sono, come noto, a rischio. Dopo l’annuncio del matrimonio forzato fra concorrenti, i media hanno ipotizzato che in totale sarebbero saltati 30’000 posti di lavoro. Vista la situazione, c’è il concreto rischio che molte e molti dipendenti di CS lascino la banca preventivamente. E la concorrenza potrebbe cogliere l’occasione per accaparrarsi i collaboratori migliori. Ergo: meglio finalizzare al più presto l’acquisizione.
- La notizia così come la racconta la RegioneCollegamento esterno.
- La petizioneCollegamento esterno dell’Associazione svizzera impiegati banca per bloccare i licenziamenti fino alla fine del 2023.
- Le questioni in sospeso dopo l’acquisizione di Crerdit Suisse da parte di UBS in un approfondimento del collega Matthew Allen su swissinfo.ch.

La maggioranza della popolazione elvetica è favorevole a limitare maggiormente l’immigrazione.
L’immigrazione resta un tema caldo in Svizzera. Lo conferma un sondaggio del gruppo editoriale Tamedia secondo il quale il 62% degli intervistati e delle intervistate è favorevole o piuttosto favorevole a limitare maggiormente l’immigrazione. A condividere queste posizioni sono i sostenitori e le sostenitrici dei partiti borghesi di tutte le grandi regioni della Svizzera, da quella del Lago di Ginevra alla Svizzera centrale.
Chi sostiene maggiormente un’immigrazione controllata sono naturalmente gli elettori e le elettrici UDC (Unione democratica di centro, destra conservatrice) dove solo il 2% si è dichiarato contrario. Sul versante opposto si trovano i e le votanti vicini al Partito socialista, di cui solo il 41% concorda con tale idea. La percentuale sale di dieci punti se si considerano i Verdi (51%).
Alla domanda opposta se la Svizzera debba accogliere un maggior numero di migranti, circa due terzi si sono detti contrari: il 33% ha detto “no” e il 30% ha detto “piuttosto no”. In questo caso ci sono state differenze tra le aree urbane e quelle rurali: il 66% della popolazione rurale non vuole accogliere altri immigrati, mentre nelle città il dissenso scende al 56%.
- Il servizio sul tema lo trovate su tio.chCollegamento esterno che propone un’intervista al presidente dell’UDC Marco ChiesaCollegamento esterno.
- Quanti sono davvero i cittadini stranieri in Svizzera? Ecco la rispostaCollegamento esterno.
- Chi sono gli oltre due milioni di stranieri residenti in Svizzera? Un appofondimento del collega Duc-Quang Nguien su swissinfo.ch.

Che estate avremo nel 2023? A Zurigo ce lo dice il Böögg alle 18 di questa sera.
È festa oggi a Zurigo (nonstante la pioggia…). Nella capitale economica della Svizzera è tutto pronto per il rogo del “Böögg”, il pupazzo che simboleggia l’inverno a cui verrà dato fuoco alle 18 in punto sulla piazza della Sechseläuten (Sächsilüüte in dialetto zurighese). Prima che venga dato fuoco al Böögg, c’è stato il corteo delle corporazioni zurighesi lungo le strade della città vecchia, con 350 cavallerizzi, 50 carrozze trainate da cavalli e 30 bande musicali.
La tradizione vuole che più velocemente esploderà la testa imbottita di petardi del Böögg, più l’estate dovrebbe essere bella e calda. Negli ultimi anni il pupazzo, però, non si è rivelato molto affidabile… L’anno scorso, ad esempio, l’esplosione finale è avvenuta in 37 minuti e 59 secondi, un lasso di tempo mai raggiunto prima, mentre l’estate si è rivelata calda e fin troppo secca.
La tradizione pluricentenaria del “Sechseläuten” (letteralmente “suonare le sei”) è legata agli scampanii della cattedrale Grossmünster, che segnavano la fine della giornata lavorativa: con l’inizio della primavera si smetteva alle 18 invece che alle 17. La festa della primavera, menzionata per la prima volta per iscritto nel 1525, viene celebrata nella forma attuale dal XIX secolo.
- Cos’è la ‘Sechseläuten’ e quando si festeggia: tutte le spiegazioni sul sito ufficiale delle festa zurigheseCollegamento esterno.
- ‘Sechseläuten’, una tradizione vivente svizzeraCollegamento esterno.
- Uno studio di MeteoSvizzeraCollegamento esterno sulle previsioni del Böögg in questi ultimi 60 anni.

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