Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Sempre più spesso, le persone ricorrono a grandi siti come Google, Facebook, YouTube e Twitter per informarsi e crearsi un'opinione. Un'abitudine che non è esente da rischi e se ne è reso conto anche il Consiglio federale che ha incaricato il Dipartimento federale delle comunicazioni (DATEC) di elaborare un progetto di regolamentazione affinché gli utilizzatori e le utilizzatrici in Svizzera possano beneficiare di maggiori diritti, senza per questo intaccare la libertà di espressione.
In base a quanto chiesto dal Governo, le grandi piattaforme dovrebbero per esempio designare un punto di contatto e un rappresentante legale in Svizzera. Gli e le utenti a cui vengono cancellati i contenuti o il cui profilo viene bloccato dovrebbero inoltre poter richiedere direttamente al sito di valutare il provvedimento adottato. Dopo questa parentesi, vi lascio alle altre notizie di oggi.
Buona lettura!
L’anno scorso il numero di svizzere e svizzeri all’estero ha raggiunto per la prima volta la soglia delle 800’000 persone.
Fra la fine del 2021 e la fine del 2022 si è infatti registrata una crescita dell’1,5% della popolazione elvetica residente fuori dai confini nazionali, ha reso noto oggi l’Ufficio federale di statistica (UST). L’incremento ha interessato tutti i continenti. Gli aumenti sono dovuti solo in parte a movimenti migratori. Sono infatti legati anche ai saldi tra nascite e decessi e alle naturalizzazioni, scrive l’UST.
Dei circa 800’000 cittadine e cittadini svizzeri all’estero, il 64% (ossia 510’900 persone) vivono in Europa. La comunità più grande risiede in Francia (206’400 persone), seguita da quelle in Germania (98’100), in Italia (51’200), nel Regno Unito (39’500) e in Spagna (25’800). La più grande comunità di svizzeri fuori dai confini europei si trova negli Stati Uniti (82’700 persone).
Il Portogallo accoglie solo 6’100 persone, ma è il Paese con la più grande crescita (+12,9%). Seguono nell’ordine Israele (+3,5%) e Spagna (+2,8%). Sempre più svizzeri si stabiliscono però anche in alcune regioni dell’Asia. La Cambogia, il Laos e la Thailandia sono diventati particolarmente popolari nell’ultimo decennio.
- La notizia su SWI swissinfo.ch.
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica.
- Il sitoCollegamento esterno dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero.
- Gli approfondimenti di SWI swissinfo.ch dedicati alla Quinta Svizzera.
Il Consiglio federale si è preso l’impegno di presentare entro un anno un rapporto sull’acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS.
Il Governo ritiene che gli eventi che hanno portato all’acquisizione di Credit Suisse e le misure adottate dalla Confederazione debbano essere esaminati in modo approfondito, scrive l’esecutivo nella sua risposta a diversi postulati, presentati da varie commissioni parlamentari. Le conclusioni saranno esposte al Parlamento in occasione della pubblicazione del prossimo rapporto sulle banche di rilevanza sistemica. Comprenderanno analisi esterne e vi troveranno risposta le domande sollevate nei postulati, promette l’esecutivo.
I postulati riguardano vari temi. Ad esempio, chiedono di identificare i fattori che hanno portato al crollo di CS e le ragioni per cui le norme sulle banche dette too big to fail (“troppo grandi per fallire”) non sono bastate, ma anche di esaminare gli strumenti a disposizione della Banca nazionale svizzera (BNS) in caso di crisi.
I deputati chiedono inoltre un rapporto sul futuro colosso bancario nato dall’integrazione di CS in UBS in relazione alla stabilità e ai rischi per la piazza finanziaria nel suo complesso e dal punto di vista del diritto della concorrenza. Le responsabilità degli ex e degli attuali dirigenti dovranno essere analizzate per valutare possibili azioni legali. Tutti questi temi saranno anche discussi la settimana prossima, dall’11 al 13 aprile, nella sessione straordinaria del Parlamento dedicata esclusivamente al crollo di CS.
- Ne parla il sito del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Notizie e approfondimenti di SWI swissinfo.ch legati alla faccenda Credit Suisse.
- La regolamentazioneCollegamento esterno per le banche “too big to fail”.
La versione futura del sistema automatico d’identificazione dell’Ufficio federale di polizia (fedpol), che verrà rinnovato entro il 2026, dovrà essere in grado di confrontare le immagini del viso, oltre alle impronte digitali e palmari.
L’aggiornamento consentirà la corrispondenza delle immagini del volto che, come sottolinea il Governo, non è un sistema di riconoscimento facciale, dato che in Svizzera è una pratica illegale. Piuttosto, il nuovo metodo sarà complementare all’identificazione biometrica delle persone e delle prove sulla scena del crimine, utilizzato perlopiù laddove non siano disponibili impronte digitali o tracce di DNA.
In concreto, la foto di un sospetto potrebbe essere paragonata con le immagini memorizzate nel sistema automatico d’identificazione AFIS durante i procedimenti penali, analogamente a quanto avviene per il confronto delle impronte digitali. Per recuperare le foto non saranno contemplate fonti all’infuori di AFIS, come ad esempio le carte d’identità o i profili sui social network. Inoltre, non sarà permesso confrontare le immagini di persone ricercate con le telecamere di sorveglianza in tempo reale.
Stando a quanto comunicato dal Consiglio federale, la base giuridica per la corrispondenza delle immagini facciali esiste dal 2013 e le disposizioni sulla protezione dei dati sono le stesse che valgono per le impronte digitali e i profili del DNA.
- L’articolo di RSI NewsCollegamento esterno.
- Ulteriori dettagli nel comunicato stampaCollegamento esterno del Governo.
- Sapete che a Losanna c’è la prima scuola accademica di scienze forensi del mondo? Ne abbiamo parlato qui.
Il Ministero pubblico ginevrino ha deciso di ricorrere contro l’assoluzione dell’ex vicepresidente dell’organizzazione di aiuto al suicidio Exit Svizzera romanda, Pierre Beck.
Beck, che nel 2017 aveva prescritto pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida, a una donna di 86 anni sana, che voleva morire insieme al marito gravemente malato, era stato assolto lo scorso 6 febbraio dalla Camera penale d’appello e di revisione di Ginevra.
Davanti al tribunale di prima istanza, Beck si era difeso dicendo che la donna era molto determinata. Aveva detto chiaramente più volte che si sarebbe uccisa se non le fosse stato permesso di morire insieme al marito. L’ex medico aveva giustificato la scelta con l’enorme sofferenza psicologica dell’anziana.
Il ricorso deciso dalla Procura, rivelato oggi dalla Radiotelevisione romanda (RTS), è stato confermato a Keystone-ATS dallo stesso Ministero pubblico del cantone lemanico.
- L’articolo (in francese) sul sito di LeTempsCollegamento esterno.
- Tio.chCollegamento esterno aveva invece riportato la notizia dell’assoluzione di un mese fa.
- Un approfondimento sugli ultimi dati legati alle iscrizioni alle organizzazioni di assistenza al suicidio.
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