Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Sono già passati tre anni da quando il Governo elvetico, il 16 marzo 2020, annunciava l'inizio della situazione straordinaria, ai sensi della legge sulle epidemie. Negozi, ristoranti, luoghi pubblici, eventi, … tutto si è fermato.
Per molte persone è stato come se qualcuno avesse premuto il tasto "pausa" della loro vita. Il periodo di pandemia ha alterato significativamente la percezione del tempo di coloro che hanno avuto abbastanza fortuna e hanno superato indenni gli ultimi anni.
Nel mio caso, quando rivedo gente che non incontravo da prima delle restrizioni, la sensazione è che siano passati al massimo pochi mesi, non certo più di tre anni! Eppure, quando si era in pieno lockdown, il tempo non passava mai...
Da una rapida ricerca su internet ho avuto la conferma di non essere il solo a provare questa sensazione, ma è stato interessante scoprire che la percezione di molte persone è esattamente l'opposto della mia. Vorrei continuare ad approfondire il tema e parlarvi delle interessanti ricerche che sono state svolte in questo ambito, ma il tempo, oltre a essere soggettivo, è anche tiranno e devo ancora presentarvi le notizie svizzere di giornata.
Credit Suisse ha annunciato di voler prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi dalla Banca nazionale svizzera (BNS). Quest’ultima si era detta disposta a fornire liquidità alla seconda banca elvetica, le cui azioni mercoledì hanno toccato un minimo storico.
La proposta di sostegno all’istituto di credito è arrivata in una dichiarazione congiunta della BNS e dell’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), in cui si legge che “Credit Suisse soddisfa le esigenze in materia di capitale e liquidità poste alle banche di rilevanza sistemica“.
La notizia ha dato una spinta verso l’alto giovedì al valore delle azioni di Credit Suisse che il giorno prima, alla chiusura delle contrattazioni, aveva toccato il minimo storico di 1,69 franchi per azione. A far colare ulteriormente a picco il titolo erano state le dichiarazioni del suo maggiore azionista, la Saudi National Bank, la quale ha indicato che non avrebbe più sborsato denaro dopo aver iniettato miliardi nella banca nel 2022.
Gli ultimi anni sono stati disastrosi per Credit Suisse e sono culminati con una perdita di 7,3 miliardi di franchi svizzeri nel 2022. Nello stesso anno, l’istituto bancario ha dichiarato che avrebbe eliminato 9’000 posti di lavoro nel tentativo di risollevare le proprie sorti.
- La notizia su TVS tvsvizzera.it.
- Gli interrogativi più importanti sull’intervento della BNS, a cura di Fabio Canetg.
- Quando e perché sono iniziati i guai per Credit Suisse? L’articolo del mio collega Matthew Allen.
- Il caso Credit Suisse ha avuto conseguenze anche nel dibattito sulla libertà d’espressione. A spiegarci il perché è sempre Matthew.
C’è ottimismo nell’aria tra Berna e Bruxelles, o perlomeno è quello che è trasparso dall’incontro tenutosi mercoledì tra il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic e il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis.
Nella Confederazione per una visita di due giorni in occasione della Giornata europea dell’Università di Friburgo, Sefcovic ha dichiarato che è urgente che “la Svizzera e l’UE liberino il pieno potenziale della loro cooperazione”, prima di aggiungere che spera di poter concludere i negoziati entro l’estate del 2024. I negoziati in questione sono ovviamente quelli per raggiungere un’intesa sui rapporti istituzionali Svizzera-UE, al momento in “uno status quo inaccettabile” per Bruxelles, dopo l’abbandono unilaterale da parte elvetica, nel 2021, delle discussioni su un accordo quadro.
Tra le conseguenze dell’abbandono c’è stata anche l’esclusione della Confederazione dal programma di ricerca e innovazione Horizon Europe. Proprio riguardo a questo tema, giovedì il Consiglio degli Stati ha deciso di lasciare al Governo le decisioni in merito. Con 31 voti contro 8, la Camera alta del Parlamento svizzero ha respinto una mozione del Consiglio nazionale (Camera bassa), che chiedeva un accordo specifico per la partecipazione della Confederazione a diversi programmi di ricerca europei.
Dopo l’incontro con Sefcovic, in un tweet Cassis si è rallegrato per “l’ottimo scambio”, che ha rappresentato un’eccellente occasione “per fare il punto sulle dinamiche positive tra la Svizzera e l’UE”.
- Più dettagli nell’articolo di tvsvizzera.it.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch sulle relazioni tra Berna e Bruxelles.
- Le università svizzere si sono attivate per sopperire all’esclusione da Horizon Europe. Ecco come.
La start-up svizzera Sun-Ways ha sviluppato un sistema meccanico per installare dei pannelli fotovoltaici amovibili tra i binari ferroviari. Un’innovazione che secondo gli ideatori potrebbe essere adottata sulla metà delle linee ferroviarie nel mondo. SWI swissinfo.ch vi dedica oggi un approfondimento.
La Svizzera, così come altri Paesi, punta sulle energie rinnovabili per operare la transizione energetica e dirigersi verso una società a zero emissioni. Tuttavia, la scarsità di spazi disponibili rende difficile la costruzione di grandi impianti. Inoltre, le severe norme a protezione di ambiente e patrimonio culturale possono ostacolare l’installazione di pannelli solari sugli edifici privati e sulle infrastrutture. “Dei pannelli solari tra le rotaie non hanno invece alcun impatto visivo o ambientale”, sostiene Baptiste Danichert, di Sun-Ways.
L’idea non è nuova, ma Sun-Ways è la prima ad aver brevettato un sistema amovibile, in collaborazione con il Politecnico federale di Losanna. Secondo Sun-Ways, la rete ferroviaria nazionale svizzera – da cui vanno però dedotti i tratti in galleria o poco soleggiati – potrebbe produrre 1 TWh di energia solare all’anno, circa il 2% della corrente consumata nella Confederazione.
- Più dettagli (molti di più) nell’articolo del mio collega Luigi Jorio.
- La pagina web di Sun-WaysCollegamento esterno.
- Pannelli solari sugli edifici nuovi? Il riassunto dei dibattiti parlamentari sul portale tio.chCollegamento esterno.
- Pannelli solari in alta montagna? Un tema che crea tensioni.
Il numero di incidenti della circolazione in Svizzera è aumentato considerevolmente nel 2022, indica giovedì l’Ufficio federale delle strade (USTRA).
Tra gennaio e dicembre dello scorso anno sulle strade svizzere si sono verificati 18’396 incidenti che hanno provocato danni fisici alle persone coinvolte. Si tratta del 40% in più della media degli ultimi cinque anni e del 5,5% in più rispetto al 2021, anno in cui si è registrato un aumento dopo anni di tendenza al ribasso.
Tre quarti degli incidenti verificatisi nel 2022 hanno provocato solo ferite leggere alle vittime, ma 241 persone hanno perso la vita (41 in più rispetto al 2021) e 4’002 hanno invece riportato ferite giudicate gravi (69 in più dell’anno precedente).
Sono soprattutto gli incidenti in cui sono coinvolte biciclette elettriche ad essere aumentati. L’USTRA ha comunque lanciato un’analisi più approfondita per determinare le possibili cause di questa evoluzione. I risultati sono attesi nel terzo trimestre dell’anno.
- I dati precisi sugli incidenti elencati nell’articolo de La RegioneCollegamento esterno.
- Il sito web dell’USTRACollegamento esterno.
- Il boom delle e-bike descritto in una puntata della trasmissione Patti ChiariCollegamento esterno.
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