
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
In futuro anche le sigarette elettroniche contenenti nicotina, molto probabilmente, verranno tassate, anche se non quanto quelle tradizionali. La decisione è stata presa questa mattina dalla maggioranza del Consiglio degli Stati, nel corso della discussione sulla legge sull’imposizione del tabacco.
Pur senza voler demonizzare questi dispositivi, che possono contribuire a far smettere o diminuire il consumo delle sigarette tradizionali, i senatori hanno comunque ritenuto che una tassa sul tabacco vada applicata lo stesso. Aspettiamo ora di sentire l’opinione della Camera bassa, cui toccherà esprimersi in merito.
Lasciandovi alle altre notizie di oggi vi auguro buona lettura!

Dopo otto tornate di colloqui esplorativi la Svizzera e l’Unione Europea non hanno ancora compiuto passi avanti sufficienti per avviare trattative.
Ieri a Bruxelles, la segretaria di Stato elvetica Livia Leu ha tuttavia parlato di “un’evoluzione fondamentalmente positiva”. Le parti hanno ormai affrontato tutti i temi del pacchetto negoziale, ha dichiarato Leu al termine dell’incontro con Juraj Nociar, capo di gabinetto del vicepresidente della Commissione europea e Maros Sefcovic, responsabile del dossier svizzero. Restano però ancora differenze “che vanno appianate”.
Dopo lo stop alle trattative per un accordo quadro istituzionale il Consiglio federale aveva presentato una nuova proposta alla fine del febbraio 2022. Si tratta di un pacchetto che comprende accordi nei settori della sanità, della sicurezza alimentare e dell’elettricità, ma anche questioni istituzionali.
Un mese più tardi, a fine marzo, Leu si è recata a Bruxelles per presentare le proposte del Governo elvetico. Da allora si sono tenute otto tornate di colloqui esplorativi e diversi colloqui a livello tecnico.
- La notizia completa sul sito de LaRegioneCollegamento esterno.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch sui negoziati tra Svizzera e UE.
- La pagina dedicataCollegamento esterno al tema sul sito del Dipartimento federale degli affari esteri.

In Svizzera le grandi aziende, quelle con più di 250 dipendenti, sono più avanti in termini di parità fra i sessi nel management rispetto alle piccole e medie imprese.
Ne riferisce uno studio pubblicato oggi dalla società di informazioni economiche Dun&Bradstreet. La ricerca ha rilevato che il 61% delle grandi società ha una percentuale significativa di donne nella dirigenza, una quota che scende al 53% nelle ditte con 50-250 dipendenti e al 45% in quelle con meno di una cinquantina di lavoratori e lavoratrici.
La percentuale di donne in posizioni dirigenziali è aumentata del 2,3% negli ultimi cinque anni nei 17 Paesi presi in considerazione dallo studio. In Svizzera la progressione è stata del 2,7%, lievemente superiore alla media, ma ben al di sotto della performance di altre nazioni quali l’Austria (+14,4%) o il Regno Unito (+5,3%).
Nella Confederazione più della metà delle aziende (54%) ha un management composto da uomini, mentre il 43% presenta un mix fra i sessi. La quota di aziende gestite prevalentemente da donne rimane invece molto bassa, pari al 3%. Sussistono peraltro differenze in base al settore di attività: ad esempio nei comparti dell’istruzione, dell’assistenza sociale e sanitaria, nonché degli alimentari la presenza femminile ai piani alti è più elevata che in altri rami.
- La notizia completa su SWI swissinfo.ch.
- Sempre su SWI swissinfo.ch, un approfondimento sulle molestie.
- Il sito di Dun&Bradstreet.

Test di laboratorio hanno evidenziato residui di oli minerali saturi all’interno di panetti di burro acquistati nei supermercati svizzeri.
Dalle analisi su 13 panetti, effettuate su mandato di SRF e della Federazione romanda dei consumatori, sono emerse tracce di MOSH, derivati del petrolio dei quali sono ancora poco conosciuti i rischi per la salute, ha sottolineato Pius Kölbener, chimico cantonale sangallese che da anni si occupa del problema.
La presenza di queste sostanze può avere diverse origini: imballaggi, mangimi o anche macchinari per la lavorazione. Bisogna precisare che in Svizzera non vige un valore limite per tali sostanze. L’Associazione tedesca dell’industria alimentare (BVE) raccomanda tuttavia che la concentrazione non superi i 22mg/kg.
Dei 13 prodotti sotto esame, quattro presentavano concentrazioni superiori a questo limite: fra questi, due prodotti a marchio bio venduti da Coop e Migros. Quest’ultima afferma che i suoi fornitori stanno seguendo questa problematica da anni. Coop dichiara invece che rafforzerà i suoi controlli interni e introdurrà all’occorrenza nuove misure.
- L’articolo di RSI NewsCollegamento esterno.
- Il servizio di SRFCollegamento esterno (in tedesco) che presenta i risultati delle analisi di laboratorio.
- In Svizzera, inoltre, c’è da qualche anno carenza di burro. Ne abbiamo parlato qui.

È iniziato oggi a Zurigo il processo a quattro ex dipendenti di Gazprombank accusati di aver violato il dovere di diligenza in relazione al violoncellista russo Sergei Roldugin.
Il sospetto è che su due conti aperti nel 2014 e gestiti fino al 2016 – quando cioè la Russia aveva già annesso la Crimea – siano stati versati, a nome del violoncellista e direttore d’orchestra russo, circa 50 milioni di franchi che in realtà provenivano dell’establishment russo.
Le circostanze rendevano necessarie indagini più approfondite sulla provenienza dei soldi depositati da un confidente di Putin nella filiale svizzera di Gazprombank. Con questa motivazione la pubblica accusa ha chiesto una pena detentiva con la condizione per i quattro.
Il dibattimento dovrebbe terminare oggi, ma ancora non è chiaro quando sarà annunciata la sentenza.
- L’articolo di TVS tvsvizzera.it con il contributo del TG della RSI.
- Ricordiamo anche il processo, nel 2018, a Gazprom nel Cantone Friborgo.
- Fino alla fine del 2022, in Svizzera erano stati “congelati” averi russi per un valore di 7,5 miliardi di franchi.

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