La televisione svizzera per l’Italia
Un ragazzo scrive su un foglio le 5 varianti del romancio nei Grigioni.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

non vi è bastata la scorpacciata di Sanremo? No? Allora vi informo che sarà il vincitore di "The Voice of Switzerland" nel 2020 a rappresentare la Svizzera all'Eurovision Song Contest che si svolgerà quest'anno a Liverpool in maggio. Remo Forrer, sangallese di 21 anni, è stato selezionato da un panel di 100 telespettatrici e telespettatori e da una giuria internazionale composta da 20 esperte ed esperti.

Ricordo che l'edizione 2022 dell'Eurovision Song Contest a Torino è stata vinta dai concorrenti ucraini della Kalush Orchestra. A causa della guerra, l'edizione 2023 si tiene però in Gran Bretagna. La semifinale con la partecipazione della Svizzera si terrà il 9 maggio e la finale il 13 maggio.

Vi lascio alle altre notizie dalla Svizzera. Buona lettura.

Il nuovo drone a disposizione dell esercito svizzero
© Keystone / Philipp Schmidli

L’Esercito svizzero intende acquistare nuovi droni armati e aggiornare il proprio arsenale bellico.

Il capo dell’Esercito, il comandante di corpo Thomas Süssli – citato oggi dalle testate del gruppo editoriale “CH Media” – ha dichiarato che l’esercito svizzero sta valutando l’acquisto di droni armati e intenderebbe aggiornare parzialmente il proprio arsenale bellico: “Vogliamo rinnovare completamente un terzo dell’esercito entro la fine del decennio, in particolare due battaglioni di carristi e sei battaglioni di fanteria”.

Per raggiungere questo obiettivo, i militi elvetici dovrebbero tra l’altro dotarsi di sistemi armati in grado di sorvolare l’area da bersagliare per un lungo periodo di tempo prima di colpirlo. In questo caso si tratta di droni armati che potrebbero sostituire in parte l’artiglieria. Così si è espresso Thomas Süssli.

Non solo. Oltre ai droni armati e a razzi d’artiglieria, l’Esercito vuole anche sviluppare ulteriormente il proprio potenziale cibernetico, ad esempio tramite dispositivi in grado di trasmettere elettronicamente le immagini del fronte in modo da consentire un impiego più efficace del proprio arsenale. D’altra parte i mezzi non mancano: quest’estate il Parlamento ha aumentato il budget dell’Esercito dagli attuali 5 a 7 miliardi di franchi l’anno.

Una camera con oggetti raccolti pronti per il trasloco.
© Keystone / Gaetan Bally

La politica intervenga per garantire alloggi a prezzi accessibili. Lo chiede l’Associazione svizzera inquilini.

L’Associazione svizzera inquilini (ASI), in un incontro odierno con la stampa, ha chiesto con insistenza meccanismi per porre un freno al costante aumento – perlopiù abusivo – degli affitti. Di fronte all’esplosione delle pigioni e ai conseguenti enormi profitti dei proprietari di immobili (sempre secondo l’ASI), la politica deve attivarsi affinché vengano garantiti a tutti i cittadini alloggi a prezzi accessibili.

In breve, l’associazione denuncia la ‘frenesia delle disdette’ e gli ‘affitti abusivi’ e ricorda che il diritto alla casa è un diritto fondamentale e che, in quanto bene essenziale, l’alloggio deve sfuggire alle regole del mercato. Forte di recenti analisi, l’ASI ha fatto notare che inquilini vengono spremuti di ben 10,4 miliardi di franchi all’anno a causa delle pigioni abusive. 

Ora, il consigliere agli Stati ginevrino, il socialista Carlo Sommaruga nonché presidente dell’ASI, ha chiesto con urgenza alla politica di agire: questi aumenti non toccano unicamente le persone con bassi salari. Il problema si è allargato alla classe media. “Lo Stato – ha concluso Sommaruga – deve riprendere il controllo sul mercato immobiliare, una rivendicazione essenziale per poter regolare le pigioni”.

Un ragazzo scrive su un foglio le 5 varianti del romancio nei Grigioni.
Keystone / Arno Balzarini

Ha preso il via oggi la terza edizione della Emna rumantscha, la settimana dedicata al romancio.

Il romancio è una delle 4 lingue nazionali della Confederazione, parlato però solo dallo 0.5% della popolazione. Così, su iniziativa del Dipartimento federale degli affari esteri – in collaborazione con il Cantone dei Grigioni e la Lia Rumantscha – si è pensato di dedicargli una settimana in Svizzera e nel mondo.

Tra le attività offerte da numerose rappresentanze svizzere all’estero spicca quella in agenda al Consolato generale a New York, che organizza il primo corso di romancio nella storia della “Grande Mela”. Il corso con il linguista e autore engadinese Chasper Pult si svolgerà a Brooklyn.

La Emna rumantscha (letteralmente settimana romancia in rumantsch grischun) fa parte di una serie di appuntamenti – come la Settimana della lingua italiana nel mondo, la Semaine de la francophonie e la Woche der deutschen Sprache – che sottolineano l’importanza del plurilinguismo per la coesione nazionale, ma anche per l’apertura della Svizzera verso l’esterno.

Una pubblicità degli anni 50 con una donna che stende i panni
Keystone / Anonymous

Molti uomini svizzeri vogliono ancora la moglie ‘tradizionale’ e la cercano in Asia e in America latina.

Ci sono sempre più uomini in Svizzera che cercano nella donna ‘l’angelo del focolare’: una donna, se così possiamo dire, ‘tradizionale’ che fa tutto in casa. Insomma, quella che quando l’uomo rientra dal lavoro ha già pronta la cena. E per trovarla (in Svizzera sembra che siano rare), come scrive oggi tio.ch, questi uomini sono disposti a fare migliaia di chilometri e i Paesi più gettonati sono quelli asiatici o del Sudamerica.

Questa ricerca all’estero della moglie ‘tradizionale’ indigna le femministe che accusano gli uomini di recarsi nei Paesi economicamente più poveri per sfruttare le donne. Thomas Neumeyer, portavoce di Männer.ch – interpellato da tio.ch – racconta che “il problema è che agli uomini vengono richieste competenze sempre maggiori” ma non giustifica il comportamento di quegli uomini che cercano non solo una compagna ‘tradizionale’, ma anche una dipendente dal marito.

Il portale online cita poi Katja Rost, docente di sociologia all’Università di Zurigo, secondo la quale da alcuni anni si osserva una ri-tradizionalizzazione degli uomini. Molti di loro non vanno d’accordo con l’emancipazione delle donne e vogliono tornare all’ordine ‘classico’, per così dire. D’altra parte, in Svizzera i ‘modelli di relazione tradizionali’ sono ancora molto diffusi come racconta la psicoterapeuta Dania Schiftan sempre a tio.ch.

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