
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
oggi mi permetto di divagare un attimo, scrivendo di un fatto curioso che non riguarda la Svizzera. Un istituto privato dello Stato del Gujarat (situato a nord di Mumbai) per assumere insegnanti di matematica ha pubblicato un concorso decisamente inconsueto e che è diventato subito virale (in poco tempo ha registrato quasi mezzo milione di visualizzazioni).
Di cosa si tratta? Invece del numero di telefono da contattare, la scuola ha pubblicato un'equazione complessa. Risolvendola appare magicamente il numero da chiamare. Cosa ne pensate? A me sembra curioso ma interessante, immagino però che dalle nostre parti questo procedimento non sia permesso.

I rifugiati ucraini in Svizzera che dispongono di una formazione terziaria vorrebbero lavorare di più.
Il 15% delle 71’618 persone fuggite dalla guerra in Ucraina e che hanno ottenuto in Svizzera lo statuto di protezione S, ha trovato un regolare lavoro. Il grado d’occupazione medio è del 70% e il guadagno si attesta attorno ai 4’477 franchi al mese. È la fotografia che emerge da uno studio della Scuola universitaria professionale di Berna, commissionato dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
Dall’indagine – che ha coinvolto persone fra i 16 e i 59 anni entrate in Svizzera tra marzo e giugno 2022 – si evince che circa il 40% delle persone sa esprimersi oralmente con facilità in inglese. Inoltre i rifugiati hanno un buon livello d’istruzione: il 94,5% ha indicato di avere una formazione post-obbligatoria, il 70% una formazione terziaria.
E come sappiamo lavorare è importante. Così il 36% degli interrogati indica di essere in cerca di un impiego, mentre il 15% svolge attualmente un’attività lucrativa. Tre quarti delle persone intervistate occupate vorrebbe lavorare di più. In merito alla retribuzione mensile, il 24% delle persone ha un salario lordo che si situa tra 3’000 e 4’000 franchi, per il 17% tra 4’000 e 5’000 franchi. Circa il 12% percepisce un reddito di oltre 5’000 franchi.
- Potete trovare la notizia su tio.chCollegamento esterno.
- Le sfide dei rifugiati e rifugiate ucraini a trovare un lavoro in Svizzera in un approfondimento della collega Jessica Davis Plüss su swissinfo.ch.
- La decisione del Consiglio federaleCollegamento esterno di permetere ai rifugiati ucraini di lavorare.

Quando dai social media arrivano i consigli per investire in borsa. Non tutti i e le ‘finfluencer’ sono però affidabili.
Si chiamano ‘finfluencer’. Invece di aggiornavi su moda, tendenze, cibi (nella foto l’influencer italiana Chiara Ferragni), queste e questi influencer fanno consulenza finanziaria. Sui social stanno spopolando i video di persone che forniscono consigli su come gestire al meglio il proprio denaro. E in un campo in cui la regolamentazione scarseggia, giovani inesperti possono essere indotti a compiere rischiose operazioni di borsa.
L’allarme lo lancia oggi la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Il quotidiano zurighese spiega che queste e questi influencer della finanza mostrano nelle loro storie su Instagram in quali fondi o criptovalute investire o ancora c’è chi spiega su Tiktok quali azioni comperare. La maggior parte delle volte si presentano come persone di successo accanto ad auto lussuose. Con i loro contenuti, raggiungono centinaia di migliaia di persone ogni giorno.
Vista la loro crescente importanza, le autorità di vigilanza di vari Paesi hanno iniziato a occuparsi di questi influencer. La Germania ha messo in guardia dai consigli di investimento sui social. L’Australia arriva a punire i ‘finfluencer’ se non richiedono una licenza per i servizi finanziari. In Svizzera non esistono requisiti normativi specifici e al momento non è previsto un inasprimento della regolamentazione, scrive la NZZ, che invita ad essere prudenti.
- L’articolo della Neue Zürcher Zeitung Collegamento esterno(in tedesco e a pagamento), ripreso dalla RegioneCollegamento esterno.
- Chi sono questi giovani influencer della finanza? Sono affidabili? Ecco una rispostaCollegamento esterno.
- Eccovi la classifica dei migliori influencerCollegamento esterno in ambito finanziario in Svizzera.

Il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) è guidato da ormai quasi un anno dal professore di origini italiane Günther Dissertori. Incontro con il rettore del prestigioso ateneo svizzero.
Se da anni l’ETHZ è ai vertici della realtà scientifica internazionale, lo deve anche al fatto di essere sempre riuscito ad attirare i migliori talenti da tutto il mondo. E viceversa. Uno di questi è Günther Dissertori, classe 1969 e originario di Lagundo all’imbocco della Val Venosta. Professore di fisica delle particelle presso l’ateneo zurighese dal 2002, Dissertori è stato nominato rettore nel febbraio 2022.
Oltre alla dimensione internazionale, vi è un altro aspetto che secondo Dissertori permette di mantenere l’ETHZ tra le prime dieci università del mondo: “La Confederazione ha deciso anni fa, e continua ancora oggi, ad investire massicciamente nell’educazione e nella ricerca. Un contributo finanziario essenziale, con il quale la Svizzera ci permette di mantenere il nostro eccellente livello internazionale“.
Sul mondo universitario e più in generale su tutto il settore della ricerca svizzero si sono però addensati negli ultimi tempi grossi nuvoloni. L’Unione europea ha infatti parzialmente escluso la Confederazione dal programma scientifico Horizon. “È un problema serio – sottolinea Dissertori. C’è il grande rischio che l’attrattività internazionale del Politecnico ne possa soffrire.”
- La mia intervista a Günther Dissertori.
- Da sempre gli atenei zurighesi, in particolare il Politecnico, attirano studenti/e e professori/esse dall’Italia. Negli ultimi anni il loro numero è considerevolmente aumentato. Dall’archivio di tvsvizzera.it, il reportage del mio collega Zeno Zoccatelli.
- Un dossier sulla nuova immigrazione italiana in Svizzera.

Nel 2022, le consulenze sui pensieri suicidi fornite dall’associazione Pro Juventute sono raddoppiate rispetto a prima della pandemia.
In forte crescita anche gli interventi per il rischio di suicidio. Gli operatori e le operatrici del numero di telefono gratuito 147 – scrive Pro Juventute – hanno dovuto rispondere in media l’anno scorso a sette-otto chiamate al giorno di bambini e adolescenti con pensieri suicidi.
Nel 2019, erano tra tre e quattro, ha indicato oggi la fondazione a sostegno della gioventù. Gli interventi per casi di rischio di suicidio sono addirittura triplicati, passando da 57 nel 2019 a 161 nel 2022. Sempre nel 2021, le cliniche a Berna e Zurigo hanno registrato il 50% in più di minorenni con pensieri suicidi nei pronto soccorso rispetto all’anno precedente.
Pro Juventute attribuisce l’aumento soprattutto alla “multi-crisi“: “Pandemia da coronavirus, crisi climatica, guerra in Ucraina, inflazione incombente, ingiustizia sociale: le crisi si sovrappongono e colpiscono i bambini e i giovani in una fase particolarmente vulnerabile della loro vita”.
- I pensieri suicidi tra i giovani nell’articolo di tio.chCollegamento esterno.
- Rompere il tabù sul tema degli suicidi, in un articolo su swissinfo.ch.
- A cosa stai pensado? La consulenza del numero di telefono gratuito 147Collegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno di Pro Juventute.

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