Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
sapete cos'è un manager della felicità (chiamato Chief Happiness Officer (CHO) Oltratlantico)? Si tratta di una figura nata nella Silicon Valley (e dove se no?), tra i giganti della tecnologia noti per essere promotori di un ambiente di lavoro rilassato volto ad aumentare la produttività di impiegate e impiegati.
Il concetto è stato ora importato in Svizzera e la cosa si fa seria: la scuola di gestione di Ginevra ha avviato il primo corso a livello nazionale per la felicità nelle imprese. Queste persone non si occupano però solo di installare tavolini da ping pong o organizzare feste e aperitivi. Il loro compito è anche quello di sviluppare indici di appagamento o stanchezza di lavoratrici e lavoratori, proponendo soluzioni e aiutando il management a trovare metodi di gestione del lavoro alternativi.
Da noi questa figura (che io sappia) non esiste, ma monitorerò attentamente la situazione. Nel frattempo, vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.
Intervenendo al Forum economico mondiale (WEF) di Davos, dove è arrivata ieri, la First lady ucraina Olena Zelenska ha detto, nel corso del suo discorso di apertura del summit che quella che l’Ucraina sta affrontando in questo momento è “una minaccia globale e solo se siamo uniti possiamo vincere”.
La moglie del presidente ucraino, accolta da un caloroso applauso, si è rivolta ai delegati presenti nella sua lingua madre, sostenendo che hanno un’influenza significativa, ma che “non tutti usano questa influenza o la usano in un modo che divide ancora di più. La cooperazione globale è necessaria poiché l’aggressione della Russia in Europa sta creando una grave crisi”.
“L’aggressione della Russia – ha aggiunto – non è limitata solo al nostro Paese. Potrebbe andare oltre i nostri confini se non viene fermata. Siamo di fronte al crollo del mondo come lo conosciamo. Cosa succede all’inflazione quando i confini degli Stati iniziano a crollare? E cosa succede al costo della vita quando decine di milioni di persone sono costrette a fuggire dalla fame e a diventare rifugiati”, si è chiesta.
Dopo aver aggiunto che il mondo non deve permettere che si verifichi “un’altra Chernobyl”, Olena Zelenska ha annunciato di aver consegnato lettere del marito a diversi leader presenti a Davos, tra cui il vicepremier cinese Liu He.
- L’apertura del WEF su TVS tvsvizzera.it.
- Il discorso della First lady ucraina sul portale RSI NewsCollegamento esterno.
Tre aziende famigliari svizzere fanno parte della Top 100 mondiale delle imprese di questo tipo (Family Business Index): si tratta di Roche (16esimo posto, stabile rispetto al 2021), Kühne+Nagel (45, nel 2021 era in posizione 66) e Richemont (79, nel 2021 erano al 101). Nella top 500, le società rossocrociate sono 16.
Al primo posto di questa classifica si trova la catena statunitense di supermercati Walmart. Gli Stati Uniti sono il Paese più presente, ma non mancano nemmeno Stati come l’India, il Messico, il Lussemburgo o ancora la Corea del sud.
Le aziende elvetiche di maggior successo sono cresciute in media del 15% nel 2022, contro il 12% dell’America del nord e il 21% della Cina. Le 16 ditte presenti nella classifica generano un fatturato di circa 235 miliardi di dollari annui e impiegano 535’000 persone.
“Questa buona posizione nella classifica testimonia la capacità innovativa delle imprese familiari svizzere e la loro influenza nel mondo“, ha sottolineato Sascha Stahl, responsabile del settore Family Business di EY Svizzera, che ha condotto lo studio.
- La notizia riportata da RTS InfoCollegamento esterno (in francese).
- A questo linkCollegamento esterno potete vedere le 500 imprese famigliari più forti al mondo.
Due volte Natale (2x Natale): l’operazione che dal 1997 si svolge in tutta la Svizzera durante il periodo delle feste (dal 24 dicembre all’11 gennaio) ha visto quest’anno una partecipazione da record e permetterà così di distribuire 360 tonnellate di beni di prima necessità alle persone bisognose.
La popolazione elvetica ha inviato in totale 54’050 pacchi contenenti sapone, creme, spazzolini da denti, tè, caffè, olio, farina, riso e altri beni di prima necessità. Questi rappresentano un importante sostegno economico a 40’000 persone in situazione di grande precarietà, ha indicato la Croce Rossa svizzera (CRS) in una nota odierna.
Oltre ai pacchi fisici, c’è anche la possibilità di acquistare dei pacchi “virtuali”, donando del denaro. Grazie a questa opzione sono stati raccolti 343’000 franchi che serviranno a finanziare gli aiuti a progetti invernali in Armenia, Bosnia-Herzegovina, Kirghizistan e Moldavia. In questi Paesi la CRS, in collaborazione con le sue società locali, organizza mense popolari e distribuisce prodotti di prima necessità durante il periodo più freddo dell’anno.
Si tratta di sostegni sempre preziosi, ma che quest’anno, in un contesto di crisi energetica, rincari e aumenti dei premi dell’assicurazione malattie lo sono stati ancora di più. Oltre che dalla CRS, l’operazione 2x Natale è sostenuta anche da Posta, SRG SSR e Coop.
- La notizia viene riportata dal portale RSI NewsCollegamento esterno.
- Domande e risposteCollegamento esterno sull’operazione 2x Natale.
I vini svizzeri sono già abbastanza protetti e non c’è bisogno di sostegni aggiuntivi: ne è convinta la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) che oggi ha respinto, con 7 voti a 3, una mozione dell’omologa commissione del Nazionale che chiedeva di portare in maniera permanente il sostegno finanziario da 2,8 milioni di franchi all’anno a 9 milioni.
Secondo la CET-S aumentare gli aiuti in denaro in maniera permanente sarebbe discriminatorio nei confronti di altri prodotti agricoli.
La maggioranza, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, giudica appropriato l’aumento già deciso dei fondi a 9 milioni nell’ambito del preventivo 2023 ma non vuole creare una base legale per aumenti permanenti.
Grazie alla sua grande varietà, il territorio elvetico accoglie decine di tipi di uve, che danno origine a numerosi vini, alcuni dei quali godono di fama mondiale (basti pensare alla regione del Lavaux, diventata patrimonio mondiale dell’Unesco). Il maggior produttore è il Vallese (33% del totale dei vini prodotti nella Confederazione), seguito da Vaud (26%), la Svizzera tedesca (18%), Ginevra (9%), Ticino (8&) e la regione dei Tre Laghi (6%).
- La notizia riportata dal portale tio.chCollegamento esterno.
- La pagina di Svizzera turismo dedicata ai vini rossocrociatiCollegamento esterno.
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