Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
In dialetto ticinese e lombardo l'espressione Vola bass e schiva i sass (letteralmente vola basso e schiva i sassi) sta a significare di abbassare la cresta, di non farsi notare troppo per evitare problemi. Un motto che un automobilista di 37 anni probabilmente non conosceva. Ieri a Oberrüti, nel Canton Argovia, l'uomo è passato davanti a una pattuglia di polizia che stava effettuando controlli della velocità suonando il clacson e mostrando il dito medio agli agenti.
Fermato immediatamente, è emerso che l'automobilista era ricercato per numerose multe non pagate. All'uomo è stata subito ritirata la patente. Vola bass e schiva i sass…
Con gli obiettivi climatici attuali, entro la fine del secolo non ci saranno praticamente più ghiacciai in Europa centrale. È la conclusione a cui giunge uno studio pubblicato sulla rivista Science al quale hanno partecipato anche atenei svizzeri.
Gli scienziati, guidati da David Rounce della Carnegie Mellon University di Pittsburgh (USA), hanno valutato i dati di 215’547 ghiacciai di tutto il mondo, simulando diversi scenari con aumenti di temperatura compresi tra 1,5 e 4 gradi centigradi. Il risultato: con un aumento di 3 gradi entro il 2100, i ghiacciai dell’Europa centrale scompariranno completamente. Questo è lo scenario più plausibile, poiché con gli attuali obiettivi climatici internazionali, si prevede che la temperatura media salirà entro fine secolo di 2,7 gradi.
Con un aumento di 1,5 gradi, lo scioglimento dei ghiacciai alle nostre latitudini sarebbe di circa il 60%, secondo lo studio, al quale hanno contribuito anche scienziati dell’Università di Friburgo, dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL e del Politecnico di Zurigo.
A livello globale, nello scenario più ottimistico, i ghiacciai perderebbero il 26% della loro massa rispetto al 2015. Nello scenario peggiore, questa cifra sarebbe del 41%. I ghiacciai rimarrebbero solo nelle alte montagne dell’Asia, dell’Alaska, della Russia, dell’Artico e dell’Antartico. Allo stesso tempo, il livello del mare aumenterebbe di 115 millimetri.
- Lo studioCollegamento esterno pubblicato sulla rivista Science (in inglese).
- La notiziaCollegamento esterno ripresa dal quotidiano svizzero francese Le Temps.
- In questa intervista pubblicata recentemente su swissinfo.ch, il climatologo olandese Johannes Orlemans, vincitore del prestigioso premio italo-svizzero Balzan, parla tra le altre cose delle conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai.
- Il dossier di swissinfo.ch dedicato ai ghiacciai.
Manca neve e allora la si porta in elicottero: la trovata – inconcludente – dei responsabili del comprensorio sciistico di Gstaad, nell’Oberland bernese, sta suscitando una certa incomprensione in Svizzera.
La scarsità di neve nelle Alpi elvetiche sta creando non pochi grattacapi alle stazioni sciistiche elvetiche. Per cercare di mantenere aperta la pista di collegamento tra Zweisimmen e Saanenmöser, nel comprensorio di Gstaad, si è sperimentata una soluzione piuttosto drastica: non potendo usare i normali battipista per spostare la neve, essendo il manto troppo sottile, si è pensato di far capo agli elicotteri.
L’incessante balletto di apparecchi non è però servito a nulla. Caricare e scaricare la neve era troppo complicato e le quantità trasportabili per volo erano troppo esigue, ha ammesso Matthias In-Albon, direttore della società Bergbahnen Gstaad. “Nel momento del bisogno vanno provate anche cose nuove”, ha aggiunto, tentando di giustificarsi.
L’esperimento effettuato a Gstaad ha infatti provocato un’ondata di critiche: “Insensato”, “peccato ambientale”, “scherzo di cattivo gusto”…: Molte persone hanno inoltre fatto notare come a volte si predichi bene ma poi si razzoli molto male, prendendo ad esempio il fatto che in Svizzera ci si è tanto scandalizzati per l’impatto ambientale dei Mondiali di calcio in Qatar.
- A rivelare quanto accaduto a Gstaad è stato il portale HauptstadtCollegamento esterno.
- La notiziaCollegamento esterno su Ticinonline.
- Un album fotografico pubblicato su swissinfo.ch sulla scarsità di neve nelle Alpi.
Il prezzo delle abitazioni di proprietà in Svizzera continua a salire, malgrado l’aumento dei tassi. È quanto emerge dall’indice dei prezzi delle transazioni, pubblicato venerdì dalla banca Raiffeisen.
Nell’arco di un anno i prezzi delle case unifamiliari sono progrediti del 7,6%, mentre per gli appartamenti l’aumento è stato del 5,2%. La progressione è stata forte soprattutto nella Svizzera centrale (+15,8%) e nella Svizzera orientale (+13,2%), nonché nelle regioni turistiche (+11,4%).
La situazione non dovrebbe cambiare a breve termine, malgrado l’incremento dei tassi ipotecari causato soprattutto dal ritocco verso l’alto del tasso guida della Banca nazionale svizzera.
“Nonostante l’inversione di tendenza dei tassi d’interesse dello scorso anno e quindi ipoteche ora sensibilmente più costose, come atteso, non si verifica alcuna correzione dei prezzi. Grazie alla domanda sempre robusta e all’offerta estremamente limitata, i prezzi sono protetti dal calo anche in futuro“, ha spiegato Martin Neff, capo economista di Raiffeisen Svizzera.
- La notizia su tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno della banca Raiffeisen.
- Un approfondimento del mio collega Samuel Jaberg sulla difficoltà di acquistare casa in Svizzera.
Il Ghana e la Costa d’avorio producono oltre il 60% del cacao mondiale e il nome della Svizzera è diventato sinonimo di cioccolato. Questo rapporto reciprocamente vantaggioso è sotto pressione da qualche anno. Una serie di SWI swissinfo.ch approfondisce il tema.
Nella terza puntata della serie, pubblicata oggi, il giornalista Anand Chandresekhar ci parla degli effetti che la pandemia ha avuto sui milioni di coltivatori e coltivatrici di cacao in Costa d’Avorio e sui tentativi dei due Paesi per ricalibrare il prezzo di questa materia prima in loro favore.
Quando stavano per riuscirci, è arrivata la pandemia con un conseguente crollo della domanda di cacao e cioccolato. Ora, i due Paesi stanno tentando di eliminare gli sconti che erano stati introdotti negli ultimi due anni per smuovere le scorte accumulate.
Inoltre, delle discussioni sono in corso con Nigeria e Camerun affinché si alleino con Ghana e Costa d’Avorio per creare un’ancor più potente lobby del cacao che gestirebbe il 75% delle fave di cacao mondiali e avrebbe una maggiore influenza sul mercato.
- Ecco il link all’articolo.
- La prima puntata della serie ci parla delle iniziative introdotte in Africa occidentale per adattarsi alle norme di sostenibilità europee.
- Il secondo episodio si concentra sull’estrazione illegale di oro e sui suoi effetti sull’industria del cioccolato, effetti che si fanno sentire fino in Svizzera.
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