Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Questa mattina su alcuni siti ha iniziato a circolare la notizia secondo cui a Yaoundé alcuni tifosi camerunensi avrebbero scagliato dei sassi contro la casa della nonna del calciatore svizzero (ma nato in Camerun) Breel Embolo, autore della rete che ieri ha permesso alla nazionale elvetica di battere la compagine africana. A sostegno della notizia è stato pubblicato anche un video con persone incollerite che manifestano davanti a una casa. Dopo alcune ore, però, i siti in questione hanno dovuto fare dietrofront. Il video ritraeva infatti persone che dimostravano davanti a… una società elettrica per un taglio di corrente.
La fretta gioca insomma spesso brutti scherzi e nel nostro mestiere, forse più che in altri, dovremmo ricordarci più sovente di Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga, "uomo avvezzo a muovere sette volte la lingua prima di lasciarsi scappare una minchioneria".
Un impiego su quattro in Svizzera è legato a una multinazionale: è quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati venerdì dall’Ufficio federale di statistica.
Alla fine del 2021, 35’273 imprese in Svizzera facevano parte di una multinazionale. Vi lavoravano circa 1,5 milioni di persone, pari a poco più di un quarto degli impieghi totali. Negli ultimi otto anni (per i quali si dispone di dati comparabili), l’importanza relativa delle multinazionali è leggermente aumentata. Il tasso di crescita annuo medio degli impieghi nei gruppi di imprese multinazionali è infatti stato dell’1,4%, mentre quello relativo ai posti di lavoro nell’insieme dell’economia si è attestato allo 0,8%.
Sebbene il numero di aziende controllate da multinazionali con sede all’estero o con sede in Svizzera sia simile (16’895 nel primo caso e 18’378 nel secondo), queste ultime svolgono un ruolo ben più importante per quanto concerne il numero di impieghi. Le 18’378 società nelle mani delle multinazionali elvetiche danno infatti lavoro a 958’439 persone, mentre quelle straniere a ‘sole’ 531’958.
Per quanto riguarda le cifre d’affari, invece, la proporzione è invertita. Nel 2020 le unità a controllo estero hanno generato un volume d’affari di 1’224 miliardi di franchi, circa il doppio rispetto a quelle controllate a livello nazionale. “Questo fenomeno è dovuto in particolare alla predominanza di unità a controllo estero nelle attività di commercio all’ingrosso” che per sua natura genera transazioni su larga scala, spiega l’Ufficio federale di statistica.
- La notizia su tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica.
- Un approfondimento della mia collega Pauline Turuban sulle multinazionali attive in Svizzera.
Prima mondiale nella lotta contro il cancro all’ospedale universitario di Losanna (CHUV): tra due anni sarà attiva una nuova macchina per la radioterapia, definita rivoluzionaria.
Denominato “Flash”, il nuovo apparecchio utilizza radiazioni a elettroni ad altissima energia, con l’obiettivo di combattere i tumori più resistenti riducendo nello stesso tempo gli effetti secondari. La macchina è stata sviluppata congiuntamente dal CHUV, dal CERN di Ginevra e dalla società di tecnologia medica Theryq.
“L’irradiazione rapida, ridotta a pochi millisecondi, consente di risparmiare i tessuti sani mentre si attacca il tumore”, ha spiegato Jean Bourhis, responsabile del reparto di radio-oncologia del CHUV. Secondo lui, questa apparecchiatura – la prima al mondo nel suo genere – “potrebbe cambiare completamente il gioco”. E trasformare così la pratica della radioterapia, una delle principali “armi” disponibili per il trattamento dei tumori.
Il dispositivo dovrebbe essere operativo entro due anni, mentre i primi test clinici sono previsti per il 2025. Questo annuncio “dà speranza a tutti i pazienti il cui cancro è resistente al trattamento”, ha dichiarato Rebecca Ruiz, ministra della sanità del Canton Vaud.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- Il comunicato stampaCollegamento esterno del CHUV (in francese).
- In questo approfondimento, la mia collega Jessica Davis Plüss si è occupata del costo crescente delle cure contro il cancro.
La fondazione italo-svizzera Balzan ha consegnato venerdì a Roma i suoi riconoscimenti, che da oltre 70 anni distinguono ricerche particolarmente degne di nota in ambito letterario e scientifico.
I prestigiosi premi sono stati conferiti a Martha C. Nussbaum per filosofia morale, Philip V. Bohlman per etnomusicologia, Robert Langer per biomateriali per la nanomedicina e l’ingegneria dei tessuti, Dorthe Dahl-Jensen e Johannes Oerlemans per glaciazione e dinamica delle calotte polari.
Dopo la cerimonia, svoltasi all’Accademia nazionale dei Lincei, i premiati sono stati ricevuti in Quirinale dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Per ciascun premio annuale la Fondazione Balzan assegna 750’000 franchi svizzeri (circa 765’000 euro). Metà della somma deve essere destinata dalle persone premiate a progetti di ricerca condotti da giovani studiosi e studiose.
La fondazione è stata istituita nel 1956 da Lina Balzan che, alla morte del padre Eugenio, ha destinato parte del cospicuo patrimonio ereditato a quest’opera per onorarne la memoria. Nato nel 1874 a Badia Polesine, in provincia di Rovigo, Eugenio Balzan ha trascorso quasi tutta la vita lavorativa al Corriere della Sera di Milano. In contrasto con il regime fascista, nel 1933 ha lasciato l’Italia per rifugiarsi in Svizzera, a Zurigo prima e a Lugano poi, dove è morto nel 1953.
- La notiziaCollegamento esterno sul sito dell’agenzia stampa Askanews.
- Le schedeCollegamento esterno dei premiati sul sito della fondazione Balzan.
Il patrimonio delle 300 persone più ricche residenti in Svizzera ha subito pochi cambiamenti nel 2022 e ciò malgrado il debole andamento dei mercati azionari. Complessivamente possiedono oltre 820 miliardi di franchi.
Su chi sia la persona più ricca che vive in Svizzera, le due riviste economiche svizzera tedesca e svizzera francese Bilanz e Bilan, che malgrado il nome e una collaborazione che le lega sono due entità distinte, non sono unanimi. Per il primo, al vertice di questa speciale classifica figurano i fratelli Kamprad, eredi del fondatore di Ikea, con una fortuna stimata tra i 54 e i 55 miliardi di franchi svizzeri. Secondo Bilan, invece, i tre fratelli non possiedono più gran parte del patrimonio familiare e scivolano attorno al 30esimo posto.
Le due riviste concordano invece su un altro nome, quello di Gérard Wertheimer, 71enne imprenditore francese che, con suo fratello Alain, è proprietario della casa d’alta moda Chanel. Il suo patrimonio – che lo fa figurare rispettivamente al secondo e al primo posto – è stimato a 38-39 miliardi di franchi.
Ai primi posti della classifica vi sono inoltre la famiglia Hoffmann-Oeri-Duschmalé, che controlla il colosso farmaceutico Roche e può contare su 30-31 miliardi, e Klaus-Michael Kühne, azionista di maggioranza del gigante dei trasporti e della logistica Kühne+Nagel, forte di 23-24 miliardi. Da notare la forte progressione della famiglia italiana Aponte, proprietaria del colosso dei trasporti marittimi MSC. L’aumento dei prezzi per il trasporto dei container ha permesso agli Aponte di praticamente raddoppiare il loro patrimonio, oggi stimato dalle due riviste in circa 20 miliardi di franchi.
- Le classifiche stilate dai due mensili sono consultabili quiCollegamento esterno e quiCollegamento esterno.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News.
- In ottobre, i settimanali Le Matin Dimanche e SonntagsZeitung avevano pubblicato una lunga inchiesta sulla famiglia Aponte, di cui avevamo riferito in questo articolo.
- In questo servizio vi parliamo invece del percorso dell’imprenditore ginevrino Guillaume Pousaz.
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