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militari

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

la Svizzera gode internazionalmente della fama legata a precisione e puntualità. Anche da noi, tuttavia, spesso arrivano critiche giustificate. In particolar modo in tema di treni e trasporti.

In particolare in occasione di ponti, fine settimana festivi (e non) o ancora in periodi di vacanza, quando i treni in percorrenza dispongono di molti meno convogli di quanti ne sarebbero necessari e i passeggeri sono talvolta costretti a viaggiare per diverse ore stipati come sardine o in piedi. Ora la situazione potrebbe cambiare in quanto le Ferrovie federali svizzere (FFS) hanno annunciato proprio oggi che, a partire dall’11 dicembre, verranno potenziati alcuni collegamenti, soprattutto nelle tratte a lunga percorrenza. Speriamo bene!

Vi lascio alle altre notizie odierne!

militari
© Keystone / Alessandro Della Valle

Circa 5’000 militari saranno impegnati da oggi e per una settimana in cinque cantoni svizzerotedeschi nella più grande manovra dell’Esercito svizzero da 33 anni a questa parte.

Denominata “Pilum 22”, l’operazione con quattro battaglioni meccanizzati, uno logistico e una compagnia di fanteria di montagna serve ad allenare procedure standard per affrontare gruppi armati, ha indicato la Difesa. Per rappresentare l’avversario, parteciperanno un gruppo di guerra elettronica e un distaccamento del Comando delle forze speciali.

L’esercitazione si svolgerà fino al 28 novembre nei cantoni di Berna, Soletta, Argovia, Lucerna e Zurigo. La pianificazione è durata due anni e l’ultima operazione di tale portata si è svolta nel 1989, l’anno della caduta del muro di Berlino.

L’operazione vede la luce proprio quando minacce si intensificano in Europa, con la guerra in Ucraina, e in un contesto di incremento del budget militare in Svizzera che si profila dal 2023.

Levy e Berset
Keystone / Peter Schneider

La direttrice dell’Ufficio federale di Sanità pubblica (UFSP), Anne Lévy, ha ricevuto il “Freno d’oro” 2022, un titolo di demerito attribuito dalla rete di giornalisti investigativ.ch.

Il motivo è imputabile alla poca trasparenza dell’Ufficio federale e, in particolare, ai ritardi nella pubblicazione dei contratti relativi ai vaccini contro il Covid-19, considerati un “esempio” di ostruzione dell’accesso alle informazioni, afferma la rete.

“Dovrebbe essere ovvio che il pubblico ha bisogno di informazioni precise in tempi di pandemia per potersi fidare delle autorità”, rendono noto i giornalisti di investigativ.ch. A loro avviso, l’UFSP è stato invece “negligente nell’applicazione della legge sulla trasparenza”. Nei documenti, pubblicati dopo molte esitazioni, l’UFSP ha inoltre oscurato molte informazioni e, in alcuni casi, non ha fornito la documentazione richiesta nemmeno dopo due anni.

Investigativ.ch assegna il “premio” ogni anno dal 2014 con lo scopo di stimolare il dibattito sulla diffusione delle informazioni e sul quadro giuridico. Tra i vincitori delle precedenti edizioni figurano tra gli altri l’Ufficio federale dell’agricoltura, il consulente per le pubbliche relazioni Sacha Wigdorovits, il Tribunale penale federale, l’industriale Jørgen Bodum e la Segreteria di Stato all’economia (Seco).

proteste clima
© Keystone / Peter Klaunzer

In Svizzera, i giovani e le giovani che si impegnano in politica sono soprattutto coloro che si sentono ascoltati e presi sul serio.

L’impegno tendenzialmente aumenta con l’avanzare dell’età e sembra maggiore nelle città rispetto alle campagne. Sono questi, a grandi linee, i risultati emersi da uno studio commissionato dalla Commissione federale per l’infanzia e la gioventù (CFIG).

I temi che stanno più a cuore a ragazze e ragazzi sono quelli che ruotano attorno ai cambiamenti climatici, al razzismo e alla parità di genere. “I giovani d’oggi hanno un vero interesse per le sfide collettive”, ha detto in conferenza stampa Sami Kanaan, presidente della CFIG.

Il presunto disinteresse per la politica è falso, ma diversi ostacoli impediscono una maggiore partecipazione, secondo la ricerca. L’impegno politico dipende da diversi fattori come sesso e istruzione: più è alto il grado di formazione e più si partecipa alla vita politica, e le ragazze sono più coinvolte dei ragazzi.

coppia di uomini e un bambino
© Keystone / Gaetan Bally

La Svizzera ha violato il diritto alla vita famigliare di un bambino rifiutandosi di riconoscere la paternità di due uomini che vivono in un’unione registrata.

Lo ha indicato oggi la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di Strasburgo riferendosi al caso di un bimbo nato negli Stati Uniti nel 2011 da una madre surrogata. La donna che lo ha portato in grembo non è la stessa che ha donato gli ovuli. I due uomini vivono in Svizzera in un’unione registrata.

Come viene spiegato nella sentenza odierna della CEDU, la Confederazione ha registrato solo il donatore di sperma come padre, senza lasciare la possibilità di riconoscere ufficialmente anche il compagno.

Questo fatto viola l’articolo 8 della Convenzione (diritto alla vita famigliare di un bambino nato da una gestazione per altri). All’epoca, in Svizzera, l’adozione era in effetti possibile solo per le coppie sposate.

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