Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Già ieri vi ho parlato di calcio e non è da me tornare sul tema più di una volta all’anno. Se non altro, non di spontanea volontà. Oggi però è uscita la rosa dei giocatori che il commissario tecnico della Nazionale rossocrociata Murat Yakin ha deciso di portare con sé ai Mondiali in Qatar.
Per Michel Aebischer, Fabian Frei, Ardon Jashari, Philipp Köhn, Noah Okafor, Renato Steffen e Fabian Rieder sarà l’esordio in un’occasione di questo tipo. "Avevamo l'imbarazzo della scelta in alcune posizioni. Molti giocatori si sono comportati in modo convincente nelle ultime settimane e mesi. Ho dovuto limitarmi a 26 nomi ma sono convinto che questi 26 giocatori possano aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi in qualsiasi momento", ha spiegato l'allenatore.
Vi lascio alle altre notizie odierne!
Le conseguenze della guerra in Ucraina per la Svizzera sono profonde. L’ordinamento di pace europeo è stato destabilizzato e la cooperazione internazionale in materia di politica di sicurezza e di difesa in Europa si è bruscamente intensificata dopo il 24 febbraio.
Lo afferma il Consiglio federale in un rapporto che descrive annualmente la situazione di minaccia per il Paese. I rischi legati al terrorismo continuano a essere elevati. Per quel concerne invece lo spionaggio, l’accresciuta concorrenza tra le grandi potenze e tra alcune potenze regionali emergenti come anche guerre e conflitti specifici conducono, globalmente, a un intensificarsi di tale attività. Inoltre in termini di proliferazione nucleare, biologica e chimica (NBC), le armi di distruzione di massa e i loro vettori stanno riacquistando importanza tra le grandi potenze.
Infine, sia in Svizzera, sia all’estero si constata che il rischio di radicalizzazione politica e di estremismo violento va di pari passo con la frammentazione e la polarizzazione della società generate in reazione a sviluppi economici, sociali e politici.
Il rapporto afferma comunque che gli strumenti giuridici attuali sono efficaci. L’esecutivo cita in particolare l’estensione esplicita della norma penale contro le organizzazioni criminali alle organizzazioni terroristiche e le misure di polizia per la lotta al terrorismo.
- La notizia di agenzia su blue NewsCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’Amministrazione federale.
- Come si prepara la Svizzera a una possibile escalation nucleare? Un approfondimento di SWI swissinfo.ch.
Le aziende commerciali elvetiche orientate all’esportazione stanno superando bene la difficile situazione dovuta all’aumento dei prezzi delle materie prime, alla guerra in Ucraina e alla minaccia di una penuria energetica.
Il 50% delle imprese è riuscito ad aumentare i propri ricavi, emerge da un sondaggio condotto nel ramo dall’associazione di categoria Commercio Svizzera. “Una impresa su due ha aumentato i ricavi, a ritmi che variano dal 3% al 50%”, ha indicato oggi il direttore dell’associazione, Kaspar Engeli, in una conferenza stampa. Circa un quarto delle ditte ha però lamentato un crollo dei proventi, in una misura compresa fra il 7% il 20%.
L’umore è comunque sorprendentemente buono, ha precisato il manager. Il commercio con l’estero sta andando bene: ad esempio l’export di orologi è in forte crescita. “Ma sussiste una pressione sui margini”, che si stanno erodendo a causa dell’aumento dei prezzi. A seconda del settore è inoltre necessario attendere a lungo per i pezzi di ricambio.
Delle tre crisi – la guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi delle materie prime e la scarsità di energia – finora è la seconda ad avere avuto l’impatto maggiore. “Il 93% del settore sta affrontando le conseguenze del rincaro delle materie prime e nel 60% dei casi le conseguenze sono gravi”, ha sottolineato Engeli. Solo un’impresa su tre invece si sta muovendo per far fronte alla penuria energetica.
- Ne riferisce (in tedesco) il tagblatt.chCollegamento esterno.
- Il recente bilancio delle esportazioni su TVS tvsvizzera.it.
- Un approfondimento sul settore orologiero del collega Samuel Jaberg.
In futuro, abbattere i lupi potrebbe essere reso più semplice. Va in tal senso infatti una proposta avanzata oggi dal Consiglio federale che ha presentato in consultazione un’ordinanza sulla caccia del predatore.
Attualmente nel nostro Paese vivono almeno 180 lupi e 20 branchi, i cui effettivi sono in crescita. “Tenuto conto delle sfide che questa situazione comporta per l’economia alpestre, il Consiglio federale intende agevolare l’abbattimento dei lupi allentando ulteriormente le disposizioni già adattate nel 2021″, si legge in un comunicato governativo odierno.
La revisione parziale dell’ordinanza sulla caccia prevede in particolare l’agevolazione dell’abbattimento di singoli lupi che provocano danni. Nei territori frequentati da questi predatori e nei quali sono già stati registrati danni in passato, il Governo propone di ridurre la soglia di danno determinante per l’abbattimento da 10 a 8 predazioni di capi di bestiame da reddito. Sarà anche più facile sopprimere un animale qualora dovesse rappresentare un pericolo per le persone.
Le relative modifiche d’ordinanza, in consultazione fino al 23 febbraio, dovrebbero entrare in vigore in tempo per la stagione di estivazione 2023.
- Ne parla TVS tvsvizzera.it.
- Il comunicato stampaCollegamento esterno ufficiale.
- La comparsa, per la prima volta in Svizzera, di un ibrido di lupo.
Lo statuto di protezione S per i profughi provenienti dall’Ucraina non sarà revocato prima del 4 marzo 2024, salvo se la situazione cambierà radicalmente prima di allora.
Lo ha deciso oggi il Consiglio federale, precisando che le misure di sostegno a favore dei titolari di questa sorta di permesso di soggiorno vengono prorogate di un anno. Tale permesso serve a fornire protezione provvisoria durante una situazione di grave pericolo generale. Dall’inizio del conflitto, più di 67’000 persone provenienti dall’Ucraina hanno ottenuto protezione in Svizzera.
“Lo statuto S è valido fino alla revoca da parte del Consiglio federale”, ha ribadito la ministra di giustizia e polizia, precisando che la condizione per la sua abrogazione è una stabilizzazione duratura della situazione in Ucraina e quindi l’assenza di una situazione di grave pericolo. I recenti sviluppi mostrano che al momento una tale stabilizzazione non è vicina. Ci si attende ancora ad atti bellici su tutto il territorio ucraino, ha aggiunto.
Già a metà ottobre l’UE ha comunicato che, vista l’attuale situazione in Ucraina, intende prorogare la protezione provvisoria almeno fino alla primavera 2024. Stando a Bruxelles e Berna, una prossima e duratura stabilizzazione è infatti improbabile.
- La notizia su RSI NewsCollegamento esterno.
- I dettagli su admin.chCollegamento esterno.
- Un recente bilancio sulla situazione in Svizzera.
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