Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
l’Ufficio della circolazione del Canton Zurigo ha messo all’asta negli scorsi giorni una trentina di targhe automobilistiche. La maggior parte di queste non ha caratteristiche particolari: le solite targhe in cui la sigla zurighese “ZH” viene seguita da 4, 5 o 6 numeri. Una però si differenzia e i risultati parziali dell’asta lo stanno confermando.
La targa in questione è la “ZH 100” e l’offerta finora più alta per aggiudicarsela ha già superato i 220'000 franchi. Se siete domiciliati nel Canton Zurigo, la faccenda solletica il vostro interesse e avete la disponibilità economica necessaria, affrettatevi! L’asta si concluderà infatti mercoledì.
Ecco le altre notizie di oggi, buona lettura!
L’Ucraina non capisce come la Svizzera intenda la sua neutralità. “A volte c’è irritazione”, afferma l’ambasciatore svizzero a Kiev, Claude Wild, in un’intervista rilasciata ad ArcInfo e Le Nouvelliste.
È necessario spiegare costantemente la posizione elvetica. Ma la risposta migliore è quella che la Svizzera dà sul campo: “Più il nostro aiuto umanitario è efficiente, meglio siamo compresi. L’ambasciatore, che alla fine di febbraio, quando le truppe russe minacciarono Kiev, fu portato al sicuro dalle forze speciali dell’esercito svizzero, è tornato nella capitale ucraina a maggio. Ora sta lavorando ai vari pacchetti di aiuti d’emergenza forniti dalla Svizzera all’Ucraina.
L’invasione russa ha messo in crisi le antenne e i partner locali della Svizzera, “ma tutto ha ripreso a funzionare con sorprendente efficienza circa due settimane dopo l’inizio dei combattimenti“, osserva. Anche quando l’ambasciata svizzera è stata chiusa, il personale locale ha fatto “uno sforzo enorme” per facilitare la consegna degli aiuti umanitari.
Intanto, in patria, è stata superata la soglia di 70’000 rifugiate e rifugiati ucraini che hanno chiesto uno statuto di protezione S, concesso in Svizzera dall’inizio dell’aggressione russa.
- La notizia di agenzia ripresa dal cdt.chCollegamento esterno.
- Un approfondimento di SWI swissinfo.ch sulla neutralità svizzera confrontata con la guerra in corso.
- I princìpi di ricostruzione dell’Ucraina emersi dalla conferenza di Lugano.
- La pagina che risponde alle domande sul conflitto sul sito dell’Amministrazione pubblicaCollegamento esterno.
I consiglieri federali Ignazio Cassis e Alain Berset sono stati presi di mira negli scorsi mesi da un gruppo di hacker indiani.
I e le cybercriminali sarebbero stati incaricati da privati di spiare circa 100 personalità politiche, del mondo dello sport e dei media. La maggior parte dei soggetti controllati erano contrari ai mondiali di calcio in Qatar o erano giornaliste/i che avevano indagato sulla manifestazione. La notizia è stata data dal Sunday Times e dal Bureau of Investigative Journalism e, se confermata, rappresenterebbe una delle più grandi operazioni di spionaggio informatico privato mai scoperte.
Il tentativo di pirataggio ai danni dei due consiglieri federali sarebbe avvenuto lo scorso maggio, pochi giorni dopo un incontro del presidente della Confederazione con l’allora premier britannico Boris Johnson e Liz Truss, all’epoca ministra degli esteri. Le discussioni si erano concentrate sull’Ucraina e sulle sanzioni occidentali imposte alla Russia.
Non si sa se il tentativo sia andato a buon fine e se le persone coinvolte in atti di pirateria informatica siano riuscite a ottenere informazioni su Cassis e Berset. L’Amministrazione federale non ha per il momento rilasciato alcun commento sulla vicenda.
- La notizia riportata da TVS tvsvizzera.it.
- Ne parla anche tio.chCollegamento esterno.
I muratori della Svizzera francese hanno iniziato stamane uno sciopero di due giorni che li porterà a sfilare nelle vie di Ginevra, Losanna, Friburgo, La Chaux-de-Fonds e Delémont, prima di raggrupparsi domani per una grande manifestazione nel capoluogo vodese.
“I lavoratori sono arrabbiati e non vogliono cedere”, ha detto il coordinatore del sindacato Unia per il settore dell’edilizia Simon Constantin. Constantin critica “la visione ideologica” della Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC), che sta svolgendo negoziati sul nuovo contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia e del genio civile, che copre circa 80’000 lavoratori e lavoratrici.
La SSIC auspica una miglior flessibilità dell’orario di lavoro. Un punto denunciato dai sindacati che stimano porterebbe a giornate lavorative fino a 12 ore e di conseguenza a settimane da 58 ore. Questi affermano anche che la SSIC tenta di facilitare i licenziamenti del personale più anziano e la diminuzione dei salari. “L’associazione cerca di smantellare completamente le diverse protezioni dei lavoratori”, ha dichiarato Constantin.
Sei turni negoziali per il rinnovo del contratto nazionale mantello nell’edilizia non sono riusciti a risolvere le divergenze fra le parti. Le discussioni proseguiranno a metà novembre. Prima però la protesta dei muratori romandi, seguita venerdì da quella dei colleghi zurighesi.
- La notizia su RSI NewsCollegamento esterno.
- Se ne parla anche sul sito del sindacato UniaCollegamento esterno.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch sui contratti di lavoro.
Le elezioni federali del 2023 sono state al centro delle discussioni del Consiglio degli svizzeri all’estero, che si è tenuto sabato in forma virtuale.
L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) sottoporrà sette richieste ai partiti e al mondo politico per far sì che la voce della Quinta Svizzera venga ascoltata a Berna. Ecco quali sono:
Consentire l’esercizio dei diritti politici dall’estero; favorire lo sviluppo dell’e-government; garantire il mantenimento della libera circolazione delle persone; eliminare gli ostacoli alla mobilità legati alle assicurazioni sociali; garantire il mantenimento di una rete consolare che risponda alle esigenze dei cittadini svizzeri e delle cittadine svizzere all’estero; garantire lo sviluppo di un’informazione di qualità e indipendente destinata alla Quinta Svizzera; assicurare lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie per mantenere le offerte destinate alla gioventù svizzera all’estero e allo sviluppo delle scuole svizzere all’estero.
Delle circa 790’000 persone di nazionalità svizzera che vivono all’estero, 210’000 sono iscritte nel registro elettorale di un Comune elvetico e possono quindi partecipare a votazioni ed elezioni, un elettorato equivalente a quello di Cantoni quali Friburgo o Neuchâtel.
- I dettagli nell’articolo della collega Emilie Ridard.
- Il sito dell’OrganizzazioneCollegamento esterno degli svizzeri all’estero.
- Un approfondimento di SWI swissinfo.ch sull’identità elettronica e su cosa comporta.
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