Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
ai nostri vicini tedeschi non piace l’atteggiamento di Berna in tema di migranti. A loro dire le autorità federali si limitano a lasciar transitare i profughi e le profughe diretti in Germania che provengono dal confine orientale, senza prendersene carico, come statuiscono gli Accordi di Dublino. In realtà la questione è controversa e neanche gli accademici e le accademiche concordano sull’applicazione delle norme.
A confutare il presunto disimpegno della Confederazione in questo ambito c’è poi l’intesa firmata proprio oggi a Berna con il ministro cipriota Nicos Nouris dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter con la quale viene assicurato il sostegno finanziario della Svizzera ai Paesi impegnati in prima linea nella gestione del fenomeno migratorio.
Accordi analoghi sono stati sottoscritti o vengono negoziati dal governo elvetico anche con Grecia e Italia. Per le altre notizie odierne dalla Confederazione vi invitiamo a proseguire nella lettura della nostra selezione.
Brutte notizie per i Cantoni che fanno affidamento sui fondi elargiti dalla Banca nazionale Svizzera. L’istituto centrale ha infatti cumulato una perdita di 142,4 miliardi di franchi nei primi nove mesi dell’anno e svaniscono quindi le possibilità di rimpinguare le casse cantonali e federali.
L’esposizione in divise straniere spiega l’evoluzione negativa dei conti della Bns che in una nota evoca espressamente l’andamento sfavorevole dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali. In particolare le posizioni in valuta estera sono costate 141 miliardi di franchi.
In realtà questo risultato era atteso, alla luce delle turbolenze che hanno condizionato le piazze finanziarie mondiali e delle perdite dei due trimestri precedenti (rispettivamente, -32,8 miliardi e -62,4 miliardi).
I versamenti annuali ai Cantoni e Confederazione – che ricevono una quota-parte degli utili della Bns nella misura di due terzi i primi e un terzo la seconda – sono quindi fortemente a rischio. Nel 2021 l’istituto di emissione aveva conseguito un utile di 26 miliardi di franchi (nonostante un terzo e un quarto trimestre in negativo) e l’anno prima l’attivo era stato di 20 miliardi.
- La notizia riportata da rsi.chCollegamento esterno e tvsvizzera.it
- Ne parla succintamente anche blue NewsCollegamento esterno
- Il rapporto intermedioCollegamento esterno con tutte le cifre pubblicato oggi dalla Bns
Torniamo a parlarvi del lupo, un argomento di stretta attualità che suscita continue polemiche e dibattito, soprattutto nelle regioni alpine, tra allevatori e ambientalisti. Berna negli scorsi giorni ha dato il via libera all’abbattimento nei prossimi mesi di altri tre esemplari nel Canton Grigioni.
A finire nel mirino dei guardacaccia sono M92, un maschio ritenuto dalle autorità “particolarmente problematico” appartenente al branco del Beverin e due predatori giovani del gruppo che scorrazza nella regione del Wannaspitz.
L’eliminazione di questi esemplari andrà ad aggiungersi ai tre già uccisi recentemente, vale a dire due giovani lupi del Beverin ad agosto e uno del Wannaspitz durante lo scorso mese di settembre.
A convincere i vertici dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) hanno contribuito i numerosi attacchi al bestiame e l’elevato tasso di proliferazione di lupi nel cantone orientale: a fine agosto è stata confermata la presenza di sette cuccioli nel branco del Beverin, mentre a settembre si è appresa la presenza di altri sei in quello del Wannaspitz.
- L’articolo di tvsvizzera.it sull’autorizzazione all’abbattimento giunta da Berna
- La notizia riferita anche da tio.chCollegamento esterno
- La strategia federaleCollegamento esterno sulla gestione del lupo descritta nella pubblicazione dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam)
I salari reali sono destinati a scendere sensibilmente quest’anno nella Confederazione a causa dell’inflazione che vanifica completamente gli aumenti previsti.
L’incremento nominale degli stipendi concordato dalle parti sociali per il 2022 nei settori regolati da contrattazione collettiva (Ccl), ha reso noto oggi l’Ufficio federale di statistica (Ust), è infatti mediamente dello 0,8% ma i prezzi, in base alle stime attuali, aumenteranno del 3% e quindi il potere d’acquisto dei salariati si contrarrà del 2,2%.
Lo scorso anno gli aumenti salariali erano stati inferiori (+0,4%) ma anche il rincaro era stato piuttosto contenuto (+0,6%) e alla fine le retribuzioni reali sono rimaste sostanzialmente stabili.
Le valutazioni statistiche non fanno quindi altro che confermare quello che constatano quotidianamente tutti i cittadini e le cittadine, alle prese con gli incessanti e cospicui aumenti dei carburanti, delle bollette energetiche e dei premi delle assicurazioni sanitarie obbligatorie, per citarne solo alcuni.
- L’evoluzione salariale in Svizzera nell’articolo di ticinonews.chCollegamento esterno
- Sullo stesso argomento il contributo di tio.chCollegamento esterno
- La notaCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica (Ust)
Tra le preoccupazioni degli svizzeri e le svizzere hanno un posto di assoluto rilievo le plastiche che inquinano l’ambiente e in particolare i mari. Lo dice un’inchiesta demoscopica condotta dall’istituto gfs.bern su mandato dell’organizzazione internazionale Oceancare.
Per il campione consultato dai ricercatori il problema più acuto riguarda gli imballaggi. I doppi involucri sono ritenuti inutili dal 34% degli interpellati e delle interpellate mentre per il 73% degli stessi/e sono più dannosi i rifiuti di plastica disseminati nei mari e nelle spiagge di quelli abbandonati nell’ambiente nella Confederazione.
Sebbene la popolazione sia cosciente del problema, solo la raccolta differenziata è ben radicata nell’opinione pubblica (93% del campione) mentre il 59% evita di produrre rifiuti facendo la spesa e il 54% rinuncia alle plastiche monouso. Inoltre più della metà della popolazione auspica misure legislative severe per vietare le microplastiche nei beni di consumo e ridurre gli articoli monouso e la produzione di plastica in generale.
Secondo quanto riferisce Oceancare, circa 9 milioni di tonnellate di plastica sono dispersi ogni anno nei mari del pianeta, di cui 17’600 nel Mediterraneo. Vere e proprie isole di rifiuti di questo tipo sono visibili in cinque grandi vortici, di cui quello presente nel Pacifico è quasi quaranta volte più esteso della Svizzera.
- Il dispaccio di Keystone-ATS riportato da swissinfo.ch
- La posizione di BernaCollegamento esterno su questo argomento
- L’approfondimento di rainews.itCollegamento esterno sulla presenza delle plastiche nei mari
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