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corte europea

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

magari vi sarà capitato di sognare di diventare un giorno presidenti della Confederazione o perlomeno vi sarete immaginati le sensazioni che Ignazio Cassis e i suoi predecessori avranno provato nell’assumere quella carica. Ebbene, la giovane Bettina Brunner, studentessa 22enne di diritto, ha potuto oggi condividere quelle sensazioni.

Almeno per un giorno - come previsto in ossequio alla Giornata mondiale delle ragazze indetta dall’Onu per promuovere la partecipazione politica delle giovani - durante il quale ha aperto una conferenza del Dipartimento federale degli Esteri (Dfae) e accompagnato a Palazzo federale la nuova ambasciatrice di Norvegia a Berna. Naturalmente queste attività sono state compiute alla presenza del presidente usurpato ad interim.

Il resto della cronaca elvetica ve la raccontiamo qui di seguito,

buona lettura!


corte europea
Keystone / Patrick Seeger

Strasburgo ha bacchettato Berna, rea a suo dire di discriminare gli uomini in tema di pensione di reversibilità. Anche ai vedovi con figli e figlie spetta infatti la rendita riconosciuta oggi alle mogli o conviventi superstiti.

Il caso ha avuto origine dai ricorsi dell’appenzellese Max Beeler, a cui era stata tolta la prestazione di vedovanza al raggiungimento della maggiore età delle due figlie. Una decisione cui il 69enne si è opposto sostenendo che non avrebbe subito lo stesso pregiudizio se fosse stato dell’altro sesso.

Dopo il pronunciamento del Tribunale federale nel 2012, che non aveva rilevato incostituzionalità nella vicenda, i giudici europei hanno ora condannano la Confederazione per violazione della convenzione dei diritti umani, in particolare per aver discriminato gli uomini. La sentenza è sicuramente destinata a far discutere. Innanzitutto, perché costerà sui dodici milioni all’anno alle casse dell’istituto pensionistico pubblico (AVS) indennizzare anche tutti i vedovi con figli maggiorenni.

Obbligherà poi governo e parlamento a porre mano per i necessari adeguamenti alla legge. Inoltre va a incidere sulla delicata e controversa questione dei giudici stranieri che, come in questo caso, vanno a incidere direttamente sull’ordinamento interno elvetico. C’è poi sempre il caso dei vedovi senza figli che il verdetto della Corte europea non contemplava ma che, in ragione delle sue osservazioni, continua ad essere incongruo rispetto alle vedove nella stessa situazione.    

affitti
Keystone / Salvatore Di Nolfi

Non sembra proprio il momento ideale per cambiare casa in Svizzera. Nell’ultimo mese anche il prezzo delle pigioni, in conseguenza dei noti eventi che si stanno svolgendo su scala internazionale, è salito.

L’incremento in settembre dei nuovi contratti di locazione è stato dello 0,7%, confermando l’evoluzione annua che attesta una crescita del 2,8%, secondo i dati elaborati dal portale Homegate, in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo (ZKB).

Secondo gli analisti l’aumento degli affitti è generalizzato in tutti i cantoni, con variazioni che vanno dal +0,1% di Berna Soletta e Friburgo al +2,6% di Zugo e al +2,8% del Grigioni. In 19 cantoni l’incremento su base annua è stato superiore al 3%. A livello di città spiccano il +6,5% di Zurigo, il +3,3% di Basilea e il +2,4% di Lugano.

In proposito una ricerca pubblicata ieri dalla banca UBS preconizza un doppio aumento del tasso ipotecario di riferimento nel corso del prossimo anno, con potenziali rincari degli affitti fino al 20% entro il 2025. Uno scenario, insomma, non proprio idilliaco per le famiglie elvetiche.

madre
© Keystone / Gaetan Bally

Quattro madri su cinque svolgono un’attività lavorativa in Svizzera, una quota superiore alla media europea ma molte di loro sono impiegate a tempo parziale.

Il quadro descritto dall’Ufficio federale di statistica (Ust) indica che una donna su nove abbandona il mercato del lavoro dopo il parto e la quota del lavoro a tempo parziale raddoppia.

Con una seconda gravidanza la percentuale aumenta in misura inferiore, passando all’87,8%. Dopo la prima maternità l’80,1% delle donne riprende il lavoro a orario ridotto mentre in precedenza solo due su cinque (40,1%) erano impiegate con questa formula.

Va comunque sottolineato che in un trentennio si è passati da una percentuale di donne professionalmente occupate, con almeno un figlio o figlia con meno di 15 anni, del 59,6% (1991) a quella odierna dell’82%. Non si evidenziano invece particolari ripercussioni della prole sull’attività degli uomini: lavora infatti tuttora il 96,9% dei padri (98,9% nel 1991). Aumenta invece la quota di uomini che riducono il carico lavorativo a seguito di una nascita, dal 10,3% al 13,6%.

  • La notizia riportata da tio.ch
  • Sulla problematica del lavoro che devono affrontare le madri in Svizzera l’approfondimento di swissinfo.ch
  • La notaCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica (Ufs)
acquisti
Keystone / Jens Büttner

Nonostante la corsa del franco svizzero non c’è nessun assalto da parte dei confederali ai negozi della vicina Germania. Fanno eccezione i distributori di carburante, ma qui non c’entra il cambio, piuttosto le (non) scelte della politica federale.

L’analisi condotta dall’agenzia Awp mostra, sulla scorta delle segnalazioni degli uffici doganali tedeschi e del traffico delle carte di debito in Germania, che non si evidenziano incrementi di spesa oltrefrontiera. Anzi, le vendite – pur in base a indicatori parziali – indicano un regresso dello 0,6% tra febbraio e settembre rispetto allo stesso periodo prepandemico (2019).

L’inflazione galoppante nell’Eurozona, ben al di sopra di quella elvetica, neutralizza gli effetti del deprezzamento della valuta europea sul franco, spiega l’economista di Credit Suisse Meret Mügeli. Se poi ci si mette il costo della benzina, quello sì andato alle stelle negli ultimi mesi, i vantaggi del turismo della spesa si annullano completamente. Altri fattori che vengono presi in considerazione sono la concorrenza irrefrenabile del commercio online e l’introduzione nel gennaio 2000 di una soglia per l’ottenimento del rimborso dell’IVA.

Ben altro discorso per i carburanti, che in Svizzera non godono delle agevolazioni fiscali varate nei Paesi limitrofi. Gli acquisti con carte di debito nella vicina Germania tra maggio e settembre sono aumentati del 50% rispetto allo scorso anno e del 90% rispetto al 2019.

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