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inflazione

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

forse lo siete anche voi ma di sicuro i vostri compatrioti e compatriote nella Confederazione sono degli assidui collezionisti di telefonini, tablet e altri apparecchi elettronici, spesso inutilizzati.

Quattro persone su dieci, evidenzia uno studio della Scuola professionale di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), hanno a casa un telefonino cellulare assolutamente intatto e lo stesso vale per il 36% delle fotocamere, del 27% di computer portatili e tablet e per il 25% dei videogiochi. Il 30% di questi va semplicemente a finire nei centri di smaltimento. Cifre che dovrebbero far riflettere. Ma ora vi parleremo di inflazione, razzismo e altro,

buona lettura.

inflazione
© Keystone / Christian Beutler

L’inflazione in settembre è leggermente calata in Svizzera, dopo 20 mesi in cui è aumentata o è rimasta stabile.

Lo ha reso noto oggi l’Ufficio federale di statistica (UST), precisando che il rincaro annuo nel nono mese dell’anno si è attestato al 3,3%. La flessione, rispetto ad agosto, è stata dello 0,2%.

L’inflazione elvetica può essere considerata ancora limitata nel raffronto internazionale. In settembre, nell’Eurozona, ha toccato il 10,0%, un livello mai registrato dalla nascita dell’Unione economica e monetaria.

Secondo l’UST la diminuzione dell’indice in settembre rispetto al mese precedente è il risultato diversi fattori, tra cui la riduzione dei prezzi di carburante e dell’olio da riscaldamento, nonché dei costi di alberghi e strutture del ramo paralberghiero. Sono invece aumentati i prezzi di abbigliamento e scarpe.

razzismo
Keystone / Peter Klaunzer

La commissione indipendente sul razzismo, incaricata dall’Onu a valutare la situazione in Svizzera, ha espresso “molta inquietudine” per l’atteggiamento delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario elvetico.

Da parte sua l’ambasciatore svizzero presso l’Onu Jürg Lauber ha sostenuto davanti al Consiglio per i diritti umani a Ginevra il quale ha discusso oggi della questione, che le valutazioni del gruppo di lavoro sono spesso frutto di congetture e malintesi.

La Svizzera, ha precisato il diplomatico, “non è soddisfatta per le critiche mosse dalla commissione e molte delle conclusioni generali sembrano fondate solo su uno o pochi casi singoli”. In proposito le autorità hanno già riconosciuto l’esistenza di un problema su cui nelle prossime settimane, ha indicato sempre Jürg Lauber, verrà pubblicato uno studio.

La delegazione di esperti nel suo rapporto sulla Confederazione aveva chiesto indagini approfondite su tutti i decessi nelle carceri e nei centri profughi, organi indipendenti di indagine su questi casi, una legge specifica per la prevenzione delle discriminazioni, mediatori federali e cantonali, videocamere per gli agenti e il riconoscimento dell’esistenza di un “razzismo sistemico” nella Confederazione.

telefono amico
Keystone / Alessandro Della Valle

Continua il calo dei suicidi in Svizzera, scesi sotto la cifra di 1’000: nel 2020, ha reso sono l’Ufficio federale di statistica (Ust), il loro numero, che a metà anni Ottanta si aggirava ancora attorno ai 1’600 casi, è sceso a 972.

Lo studio sottolinea però un’evoluzione divergente in alcuni gruppi di popolazione. Per le donne la cifra è rimasta praticamente invariata (276 casi) rispetto all’anno precedente mentre trai giovani si rileva un incremento dei problemi psichici originati anche dal confinamento durante la pandemia.

Il fenomeno coinvolge soprattutto gli uomini nella misura di due terzi del totale (696 casi su 972) e le persone oltre i 45enni (70%).

Sono invece in aumento i suicidi assistiti, passati da 1’196 a 1’251 in un anno (+4,6%). L’88% di questi individui erano malati terminali ultrasessantacinquenni.

anziani
Keystone / Monika Skolimowska

Gli anziani e le anziane sono sempre più poveri in Svizzera. Uno studio di Pro Senectute rivela che oggi uno su otto versa in gravi condizioni economiche.

In numeri questo si traduce in 46’000 persone in età pensionabile che percepiscono meno di 2’279 franchi al mese e non dispongono di risparmi che possano farli uscire da una situazione di indigenza. In totale sono però 300’000 le persone della terza e quarta età che vivono attorno alla soglia di povertà.

Come spesso capita in Svizzera sono profonde le divergenze a livello regionale. In Ticino è colpito da ristrettezze finanziarie il 30% degli anziani e delle anziane mentre a Basilea la loro quota è molto più ridotta (6%). Gli esperti sono preoccupati dal fenomeno che rischia di acuirsi con l’aumento incessante dell’inflazione e dei costi energetici indotti dal conflitto ucraino.

La Svizzera vanta un sistema di previdenza per la vecchiaia tra i migliori al mondo, eppure il problema della povertà nell’anzianità si aggrava sempre di più, ha osservato al riguardo Alexander Widmer di Pro Senectute Svizzera che ha condotto lo studio.

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