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mucche

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

le corna delle mucche elvetiche sono un argomento che non di rado attira l’attenzione dell’opinione pubblica, soprattutto al di fuori dei confini patrii, tanto da essere oggetto anche di votazioni popolari, come quella tenutasi nel novembre 2018.

In quell’occasione il popolo si è espresso contro l’iniziativa che proponeva di indennizzare gli allevatori che si rifiutano di tagliare queste appendici per salvaguardare la dignità e il benessere dei loro bovini.

La Camera bassa ha respinto oggi una mozione che rilanciava la proposta avanzata dai banchi della sinistra. Per il consigliere federale Guy Parmelin e la maggioranza dell’aula gli eccessivi oneri finanziari e motivi di sicurezza – per gli stessi allevatori e il bestiame – consigliano di non dare seguito all’atto parlamentare.

Per il resto della cronaca vi invitiamo a proseguire nella lettura.

Gli oppositori di Putin
swissinfo.ch

I dissidenti al regime di Putin criticano apertamente il ruolo di Berna nella crisi ucraina. È quanto sostengono esponenti di primo piano dell’opposizione russa interpellati da swissinfo.ch.

L’ex campione di scacchi Garry Kasparov, l’imprenditore Leonid Nevzlin, gli economisti Sergei Guriev e Sergei Aleksashenko, il giornalista Vladimir Kara-Murza non hanno dubbi. A loro giudizio la Svizzera si nasconde ancora dietro la sua tradizionale neutralità offrendo così troppe vie di scampo, soprattutto di tipo finanziario – nonostante le sanzioni – a personaggi vicini all’uomo forte di Mosca.

Le interviste ai cinque oppositori sono pubblicate oggi su swissinfo.ch. Quattro di loro sono stati raggiunti dalla redazione all’estero, dove hanno riparato per sfuggire alla repressione.

Non ha avuto la stessa fortuna l’attivista politico Vladimir Kara-Murza, imprigionato in Russia dal maggio scorso e vittima di sospetti avvelenamenti, che ha risposto alle domande attraverso il suo avvocato.

  • Le cinque interviste raccolte dalla collega Elena Servettaz e pubblicate da swissinfo.ch.
  • L’intervista all’ex consigliere della missione russa all’ONU a Ginevra Boris Bondarev, dimessosi dopo l’invasione dell’Ucraina, pubblicata recentemente su swissinfo.ch.
  • Le sanzioniCollegamento esterno in dettaglio adottate da Berna contro Mosca, nel sito della Segreteria di Stato dell’economia (Seco).
diritti umani
© Keystone / Salvatore Di Nolfi

Il Governo federale non potrà decidere autonomamente sanzioni a persone o entità coinvolte in gravi violazioni del diritto umanitario o dei diritti umani. La proposta, che era stata avanzata dal Consiglio Nazionale nel quadro della revisione della legge sugli embarghi, è stata oggi abbandonata in seconda lettura dagli stessi deputati, dopo i rilievi mossi dall’altra Camera.

Nella riforma vengono ampliati i margini di manovra in materia del Governo, al quale viene attribuita la facoltà di adottare autonomamente misure coercitive nei confronti di altri Stati, individui e società, tutte le volte che gli interessi del Paese lo rendano necessario.

Ma in giugno il Consiglio nazionale aveva voluto estendere le prerogative indicate nel testo della riforma, aggiungendo la possibilità per l’esecutivo di sanzionare anche persone o entità coinvolte in violazioni del diritto internazionale umanitario o in qualsiasi altra forma di atrocità.

In proposito però il Consiglio degli Stati ha osservato che questa disposizione avrebbe gravi ripercussioni sulla neutralità del Paese e solleverebbe una serie di difficoltà di ordine giuridico.

bandiere
Keystone / Str

La popolazione elvetica è disposta ad accettare compromessi con l’Unione Europea che vanno oltre gli attuali accordi bilaterali sottoscritti da Berna e Bruxelles. Lo rivela un’inchiesta condotta dall’Università di San Gallo secondo cui la priorità dell’opinione pubblica resta la protezione del lavoro indigeno.

L’inchiesta demoscopica promossa dalla fondazione Larix evidenzia l’apertura degli svizzeri e delle svizzere nei confronti anche di un’estensione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone provenienti dai paesi UE, a condizione che però vengano posti opportuni vincoli.

Se l’elettorato fosse adeguatamente informato sulla posta in gioco, indicano i ricercatori, sarebbe disposto ad andare al di là della linea rossa tracciata finora nei rapporti con Bruxelles. Con cosiddette misure di accompagnamento “proporzionate e pragmatiche”, compatibili con la normativa europea, un’intesa, indicano sempre gli studiosi, avrebbe buone possibilità di essere accolta da popolo e cantoni.

In proposito va ricordato che le relazioni tra Svizzera e UE stanno conoscendo un momento difficile dopo la mancata firma nel maggio 2021, da parte di Berna, del testo negoziato sull’Accordo istituzionale che era destinato a integrare meglio le norme elvetiche nell’ordinamento europeo, in particolare sul mercato unico.

La notizia di agenzia riportata da swissinfo.ch.

Ne riferisce anche la testata popolare blick.chCollegamento esterno (in tedesco).

Sui rapporti Svizzera-UE l’approfondimento della collega Sibilla Bondolfi e le indicazioni del sito della ConfederazioneCollegamento esterno.

tecnologia
Keystone / Ritchie B. Tongo

La Svizzera è il paese più innovativo al mondo, davanti a Stati Uniti e Svezia, per il dodicesimo anno consecutivo, secondo quanto sostiene l’ONU.

Secondo i responsabili dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (ONPI) a Ginevra, che pubblica annualmente un suo indice sulla base di decine di indicatori in più di 130 paesi, la Confederazione può vantare una combinazione unica tra ricerca di punta, capacità di finanziare l’innovazione tecnologica e applicazioni rapide da parte del settore privato sui mercati economici.

L’Istituto federale della proprietà intellettuale spiega invece la leadership elvetica in questo ambito con l’esiguità del mercato interno e la scarsità di materie prime che costringono le piccole e medie imprese (Pmi) ad essere sempre all’avanguardia nell’innovazione.    

Per completezza va ricordato che quest’anno la Confederazione ha perso il primato internazionale nella classifica stilata annualmente dall’Institute for Management Development (IMD) di Losanna sulla competitività, di cui l’innovazione è sicuramente un fattore importante. È stata infatti superata al primo posto dalla Danimarca.

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