La televisione svizzera per l’Italia
Paradeplatz, il cuore finanziario di Zurigo, vista dall alto.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

come forse saprete, noi svizzeri siamo un popolo di abitudinari. Di cambiare il nostro comportamento quotidiano non se ne parla proprio, anche davanti a una situazione d’emergenza.

Prova ne sia che, nonostante gli appelli al risparmio di energia lanciati del Consiglio federale, il consumo di elettricità è rimasto stabile anche in questi ultimi mesi. Eppure, sarebbe così facile risparmiare un po’ di elettricità, magari seguendo l'invito a condividere la doccia fatto dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Io invece vi invito a mantenere la vostra abitudine: continuate a leggere il nostro bollettino quotidiano.

Paradeplatz, il cuore finanziario di Zurigo, vista dall alto.
© Keystone / Gaetan Bally

La Banca nazionale, con il rialzo dei tassi deciso ieri, sta sovvenzionando le banche?

È la domanda che si pone il foglio zurighese Neue Zürcher Zeitung (NZZ) all’indomani della decisione della BNS di alzare il tasso guida dal -0,25% al +0,5%. Come e perché? Molte banche hanno a loro volta annunciato la fine dei tassi negativi che prelevavano sugli averi dei clienti. Ma soltanto pochissimi istituti hanno parlato di interessi positivi.

Gli stessi analisti delle banche non credono a una rapida progressione degli interessi sugli averi in conto. Nel frattempo, la BNS verserà lo 0,5% su una parte dei cosiddetti averi a vista che le banche hanno presso la BNS (in passato colpiti dagli interessi negativi, che le banche ribaltavano sui clienti).

Questi averi sono di circa 580 miliardi: ciò significa che in un anno gli istituti di credito riceveranno 2,9 miliardi di franchi di interessi per un investimento completamente senza rischi. D’altra parte, osserva la NZZ, se le banche non trasferiscono gli interessi attivi ai loro clienti, ampliano i loro margini e aumentano i loro profitti. In breve, la BNS sovvenzionerebbe di fatto le banche.

I resti di un imbarcazione nel Mediterraneo.
Copyright 2018 The Associated Press. All Rights Reserved.

Dalla Confederazione 200 milioni di franchi a tre Stati membri dell’UE colpiti dai flussi migratori.

In ambito migratorio, la Svizzera coopererà in una prima fase – nel periodo 2022-2026 – con Grecia, Cipro e Italia. Oggi il Consiglio federale ha approvato i primi due accordi con Grecia e Cipro che definiscono l’impiego dei fondi. L’intesa con Roma è ancora in fase di negoziazione.

L’obiettivo è rafforzare le strutture gestionali in ambito migratorio a livello europeo. I settori tematici cui può essere destinato il credito includono, tra l’altro, le procedure di asilo, le infrastrutture e l’assistenza al rimpatrio volontario.

Gli importi concessi ammontano a 40 milioni di franchi per la Grecia, 20 milioni per l’Italia e 10 milioni per Cipro. Il pacchetto è parte del secondo contributo svizzero all’UE. Quest’ultimo è infatti composto da un credito quadro per la coesione (1,102 miliardi) e uno per la migrazione.

Un manifesto stradale che invita a votare il referendum.
Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved

La Svizzera condanna il referendum russo nei territori occupati dell’Ucraina e non ne riconoscerà l’esito.

Da questa mattina si vota nelle zone dell’Ucraina controllate in tutto o in parte dai russi il referendum sull’annessione alla Federazione russa. E questa mattina stessa il Consiglio federale ha condannato l’operazione ribadendo che la Svizzera non riconoscerà l’esito della votazione.

Per l’esecutivo federale, le consultazioni annunciate da Mosca si svolgono in circostanze non conformi alla legge. Per questo Berna “condanna questa nuova violazione della sovranità ucraina da parte della Russia“. Mercoledì in occasione dell’Assemblea generale dell’ONU, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis aveva già illustrato questa posizione al ministro degli esteri russo.

Il Consiglio federale invita quindi la Russia ad annullare il referendum che si svolge in violazione della Costituzione ucraina ed è contraria al diritto internazionale. La Svizzera non ha mai riconosciuto nemmeno l’indipendenza delle cosiddette “repubbliche popolari” di Lugansk e Donetsk.

Un manifesto con una ragazza con una t-shirt con la bandiera europea.
Keystone / Peter Schneider

Sono i giovani gli svizzeri più euroscettici: solo il 6,5% favorevole all’adesione all’Unione europea.

Oggi come oggi gli svizzeri sono decisamente euroscettici. Mediamente solo il 15% della popolazione elvetica sostiene un’eventuale adesione all’UE. Il dato però che sorprende è un altro: sono i giovani tra i 18 e i 34 anni i nemici più acerrimi di Bruxelles. Solo il 6,5% dei giovani adulti è favorevole a un’adesione.

Il dato è stato reso noto dai colleghi della radio svizzero-tedesca SRF e si basano su un’indagine condotta da Smartvote su un campione di quasi 6’000 persone. Se, come detto, complessivamente appena il 15% degli intervistati ha dichiarato di essere favorevole a un’adesione della Confederazione all’UE, con il 20,5%, il tasso di approvazione più alto si registra tra gli over 65.

E pensare che i giovani sono sempre stati i più grandi sostenitori di Bruxelles. Infatti, sempre secondo un’analisi fatta da Smartvote nel 1995, circa il 60% dei giovani adulti di allora era favorevole a un ingresso nell’Unione europea, mentre gli euroscettici erano proprio gli over 65: “solo” il 43% approvava un avvicinamento europeo della Confederazione.


In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR