Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
L'autunno comincerà ufficialmente tra due giorni ma a Berna, con maleducatissimo anticipo, le temperature sono già crollate. Un ulteriore promemoria della stagione fredda alle porte e dei timori legati all'approvvigionamento di energia. Basta aprire un qualsiasi quotidiano svizzero per rendersi conto che si tratta della preoccupazione del momento.
La città di Zurigo ha deciso di introdurre vari provvedimenti di risparmio energetico, come la riduzione della temperatura negli uffici dell'amministrazione comunale a 19 gradi. Non so voi, ma io trovo strano che non sia già così. Non ho mai capito perché negli edifici pubblici, nei trasporti e nei negozi sia necessario avere temperature tropicali d'inverno e polari d'estate.
Sempre a Zurigo si sta discutendo cosa fare con le luci decorative del periodo natalizio. Perdonatemi, ma oggi mi sento polemico, quindi lancio una proposta: tutta la Svizzera segua l'esempio di Fläsch, paesino del Cantone Grigioni che qualche anno fa ha fatto parlare di sé per la sua decisione di ridurre drasticamente l'illuminazione notturna (nonostante il nome). Sarebbe un bel regalo poter riveder le stelle - quelle vere - anche dalle città, non pensate?
Eccovi le notizie di giornata, buona lettura!
Ricomincia oggi l’anno accademico nelle università svizzere e riparte “normalmente”, in presenza, dopo due anni segnati dalle restrizioni legate alla pandemia di coronavirus. Per l’occasione la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI ha interpellato il nuovo rettore del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), Günther Dissertori.
L’ETHZ è sempre in alto nelle numerose classifiche delle migliori università del mondo e, nonostante un calo delle persone iscritte rispetto al 2021, l’interesse per l’istituto continua ad aumentare.
Ciò, tuttavia, non si è tradotto in un incremento dei fondi e secondo il rettore, “si dovrà forse essere più selettivi a livello di master per gli studenti e le studentesse che arrivano dall’estero, continuando però a prendere i più bravi“.
Un’altra preoccupazione del direttore dell’ETHZ è l’esclusione della Svizzera dal programma di ricerca europeo Horizon, una conseguenza dell’abbandono unilaterale da parte elvetica dei negoziati sull’accordo quadro istituzionale con l’Unione europea. “Siamo preoccupati perché rischiamo di diventare meno attrattivi. […] Ovviamente speriamo sempre in una soluzione politica alla questione”.
- L’intervista completaCollegamento esterno su RSI News
- Un approfondimento che ho scritto quattro anni fa (come passa il tempo!) sull’italianità dell’ETHZ
- Un’intervista della mia collega Sara al presidente dell’altro Politecnico, quello di Losanna
“Paghiamo il prezzo di una Porsche per avere una Volkswagen”. È un’analogia automobilistica quella che l’incaricato della sorveglianza dei prezzi elvetico fa per descrivere il sistema sanitario svizzero.
Citato da Le Matin Dimanche, Stefan Maierhans ricorda che la Svizzera occupa il secondo posto in classifica per i costi della salute, dietro gli Stati Uniti, ma il servizio, anche se buono, non è all’altezza delle aspettative.
Il domenicale menziona, tra le altre cose, uno studio svolto in un ospedale elvetico da cui è emerso che un/a paziente su dieci subisce dei danni durante il trattamento in ospedale, la metà dei quali potrebbe essere evitata. Il presidente della Commissione federale per la qualità CFQ punta il dito su un utilizzo non efficiente delle risorse. La Svizzera, dice, consacra l’11,5% del suo PIL alla sanità, contro l’8% in altri Paesi paragonabili, ma gli sprechi nel sistema sanitario sono dell’ordine del 20-30%.
Da che far rizzare i capelli in testa a consumatrici e consumatori elvetici, a cui due settimane fa è stato annunciato l’ennesimo aumento “inevitabile” dei premi dell’assicurazione malattia. Lo ricordiamo, la “cassa malati” è una delle spese che incide maggiormente sul bilancio delle economie domestiche in Svizzera.
- L’articolo su Le Matin DimancheCollegamento esterno e il riassunto di RSI NewsCollegamento esterno
- La proposta di santésuisse per ridurre i costi della sanità, su swissinfo.ch
- L’approfondimento della mia collega Sibilla sui problemi del sistema sanitario svizzero
Nove anni di reclusione, da scontare in un istituto di cura e non in carcere. È la pena inflitta dal Tribunale penale federale di Bellinzona a una 30enne che, il 24 novembre 2020, aggredì e ferì con un coltello due persone in un grande magazzino di Lugano.
La Corte l’ha riconosciuta colpevole di tentato assassinio e di violazione della legge federale che vieta i gruppi Al Qaida e Stato islamico (Isis). Nella sua requisitoria, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva sottolineato che “è stato un attentato terroristico”. L’autrice dell’atto “non ha mai mostrato un briciolo di pentimento”.
La donna, che vive in Ticino, si era fatta consigliare un coltello da pane affilato da una commessa del reparto casalinghi dei grandi magazzini Manor con cui aveva poi accoltellato due donne scelte a caso. Durante l’aggressione, aveva gridato “Allah u Akbar” (“Dio è grande”) e “Sono qui per l’Isis”.
Alla prima vittima, la 30enne aveva inferto una ferita al collo profonda almeno dieci centimetri e altre lesioni al viso, agli avambracci, ai polsi e alle mani. La seconda vittima era stata ferita alla mano destra: era riuscita, insieme ad altre persone presenti sul posto, a fermare l’assalitrice e a trattenerla fino all’arrivo della polizia.
- L’articolo di tvsvizzera.it.
- La legge federaleCollegamento esterno che vieta i gruppi “Al Qaida” e “Stato islamico”
Un appetitoso aroma si è sprigionato oggi per le vie della città vecchia di Berna. Davanti a palazzo federale, infatti, è stato cucinato il rösti più grande del mondo.
Per i nostri lettori e le nostre lettrici che non lo sapessero, il rösti è un tipico piatto elvetico a base di patate grattugiate arrostite con il burro. Una ricetta popolare soprattutto nella parte tedesca del Paese, al punto che il termine “röstigraben” (“fossato dei rösti”) si usa per indicare le differenze culturali che distinguono la regione germanofona da quella francofona e che emergono in modo particolarmente evidente durante le votazioni federali.
Tornando all’attualità di giornata, il suddetto rösti da record è stato cucinato in occasione della tradizionale “Sichelte”, festa organizzata dall’Unione svizzera dei contadini che quest’anno celebra il suo 125esimo anniversario. Un totale di 1’350 chilogrammi di patate – offerte dalle 27 delegazioni dei Cantoni svizzeri e del Liechtenstein – è stato arrostito su una padella a forma di croce elvetica, fabbricata appositamente.
Il precedente record, realizzato nel 1994 da un gruppo di Thun, nel Canton Berna, è stato battuto di oltre 3,5 metri quadrati. Lo sfizioso risultato ha raggiunto i 13,7 metri quadrati.
- La notiziaCollegamento esterno su RSI News
- Più dettagli sui fossati culturali e culinari elvetici in quest’articolo del mio collega Riccardo.
- La ricetta del röstiCollegamento esterno su fooby.ch. (nota personale: il rösti riscaldato il giorno dopo è migliore, sosteneva mia nonna di Aarau)
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