
Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
qui a Lugano c’è aria di festa. Oggi, con “soli” nove mesi di ritardo si festeggia quello che è attualmente il ticinese più importante della Svizzera. No, non sto parlando di Noé Ponti, che comunque ci ha fatto sognare con i suoi exploit in piscina, ma di Ignazio Cassis. La nomina a presidente della Confederazione doveva essere festeggiata già a dicembre, ma si è deciso di rimandare a causa della situazione pandemica.
Oggi, invece, è arrivato il grande giorno e una delegazione è partita in mattinata da Berna, arrivando nel primo pomeriggio nella città sul Ceresio, dopo aver fatto tappa ad Airolo, a Biasca e a Bellinzona.
Oltre a questo, però, in Svizzera oggi è successo anche altro. Vi lascio scoprire cosa negli articoli che oggi abbiamo scelto per voi. Buona lettura.

Il Consiglio nazionale ha approvato con 113 voti favorevoli, 74 contrari e 2 astenuti una mozione della Commissione della sicurezza sociale e della sanità che chiede di fissare un tetto massimo per i salari dei manager delle casse malati.
La proposta, che sarà ora discussa dal Consiglio degli Stati, chiede una retribuzione massima di 250’000 franchi all’anno per i membri della direzione e di 50’000 franchi per chi siede in CdA.
Questa domanda nasce dalla tendenza registrata negli ultimi cinque anni che ha visto i salari dei top manager lievitare: il CEO di Sanitas Andreas Schönenberger, per esempio, è il più pagato del ramo con i suoi 955’000 franchi annui (nel 2019, quando ha assunto la carica, ne ha guadagnati 731’000).
Anche i suoi colleghi di altri istituti guadagnano salari da capogiro, come quello del CEO di Groupe Mutuel Thomas Boyer (781’000) o quello della manager di CSS Philomena Colatrella (798’000). Si tratta di paghe molto più alte di quelle che guadagnano per esempio i consiglieri federali.
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La notiziaCollegamento esterno riportata da RSI News
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Il comunicatoCollegamento esterno del Parlamento
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Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Trionfa l’iniziativa contro le paghe dorate dei manager”

In vista del prossimo appuntamento alle urne il 25 settembre, è stato pubblicato oggi il secondo sondaggio condotto dall’istituto gfs.bern su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SSR. Ne emerge che la riforma dell’AVS verrebbe accettata, mentre l’iniziativa contro l’allevamento intensivo e la riforma della legge sull’imposta preventiva verrebbero bocciate.
Se gli aventi diritto di voto si recassero oggi alle urne, il 59% di loro accetterebbe la riforma dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) che prevede, tra le altre cose, di portare l’età di pensionamento delle donne dai 64 ai 65 anni. Un sostegno che, nel corso della campagna si è eroso, perdendo cinque punti percentuali rispetto al primo sondaggio.
Anche le intenzioni di voto per l’iniziativa contro l’allevamento intensivo sono cambiate nelle settimane: attualmente il 52% delle persone interrogate si dice contrario al testo (+6% rispetto al primo sondaggio). Un testo che non seduce neppure svizzere e svizzeri all’estero, di cui la metà si dice contraria all’iniziativa.
Per quanto riguarda la modifica della legge sull’imposta preventiva, invece, la proporzione degli indecisi è ancora alta, forse anche a causa della complessità del tema: il 47% si dice a favore, il 44% contrario e il 9% non ha ancora deciso.
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Il sondaggio su SWI Swissinfo.ch

Ha compiuto 142 anni e ora è giunto il momento di andare in pensione: a fine 2022 la popolazione elvetica dirà addio all’elenco telefonico cartaceo.
Nella Confederazione sono sempre meno i proprietari di un numero di telefono fisso (negli ultimi 20 anni 3 milioni di persone vi hanno rinunciato) e di conseguenza anche le dimensioni delle cosiddette “pagine bianche” si sono sempre più ridotte. Una tendenza iniziata già dopo l’abolizione nel 1997 dell’obbligo di pubblicare i numeri telefonici.
Nel frattempo sono cambiate le abitudini e anche la maniera in cui si trattano i dati personali. E con l’incremento delle telefonate pubblicitarie, sempre più persone hanno optato per la rimozione del proprio contatto dalle pagine dell’elenco. Di conseguenza, i numeri privati, a partire dal 2023, verranno pubblicati solo online.
Il primo elenco telefonico venne stampato a Zurigo il 6 novembre 1880, conteneva 98 voci senza numeri di telefono. All’epoca, inoltre, era possibile effettuare telefonate solo durante il giorno. Con la diffusione degli apparecchi in tutte le case e i progressi tecnologici, il numero di abbonati è aumentato vertiginosamente negli anni, fino a raggiungere un apice di 4,2 milioni negli anni Novanta.
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La notizia riportata su laregione.chCollegamento esterno
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Il comunicatoCollegamento esterno di localsearch.ch (in tedesco)
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Dagli archivi di TVS tvsvizzera.it: “Svizzera, nel 2018 addio alle cabine telefoniche”

Dopo aver diretto per oltre sei anni le missioni scientifiche della NASA, lo svizzero-americano Thomas Zurbuchen lascia il suo incarico. Lo ha annunciato su Twitter, precisando che si ritirerà ufficialmente alla fine dell’anno.
Una decisione che, ha commentato sul blog dell’agenzia spaziale statunitense, “non è stata facile”. L’astrofisico, originario dell’Oberland bernese, descrive il suo lavoro presso la NASA come “il più importante e intenso che abbia mai avuto”.
Due le ragioni che hanno motivato la sua partenza. In primo luogo, dal punto di vista professionale, Zurbuchen ritiene che sia la cosa migliore per la NASA. “Ho avuto la possibilità di attuare le mie idee migliori”, ha spiegato, “e ci sono sicuramente altri leader con grandi idee. La scienza merita di provarli”.
Dall’altra parte, lo scienziato 54enne ritiene che questo cambiamento sia necessario anche a livello personale: “Ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato, ossia apprendere nuove competenze”, ha scritto. Ora intende trascorrere più tempo con i suoi cari e sciare sulle piste dello Utah, negli Stati Uniti, dove vive.
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La notiziaCollegamento esterno riportata dal portale cdt.ch
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Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “C’è vita altrove?”
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“La svizzera è ovunque nello spazio”: un contributo del mio collega Marc-André Miserez

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