
Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
sono pochi gli automobilisti e le automobiliste che possono dire di non aver avuto mai il “piede pesante” e di non aver mai superato i limiti di velocità. Ma nessuno di noi (o forse sì?) è finito sulle prime pagine dei giornali per aver sfrecciato a 180 chilometri orari su una strada dove il limite è di 80 km/h. È successo invece a un motociclista un po’ troppo frettoloso che nella località ticinese di Biasca è stato fermato dalla polizia e a cui è immediatamente stata ritirata la patente. Viste le leggi attualmente in vigore, per il pirata della strada è subito scattata la denuncia al Ministero pubblico.
“Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?”, cantava Edoardo Bennato e attualmente è la domanda che sorge anche a me. In attesa di una risposta, vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.

La regione del Lägern nord – situata tra i cantoni di Zurigo e Argovia – è quella più sicura per stoccare le scorie radioattive in Svizzera: a dirlo è NAGRA, la società cooperativa che deve garantire lo smaltimento di questi scarti.
Dopo le anticipazioni di questo fine settimana, lunedì mattina a Berna, la NAGRA – la società cooperativa che deve appunto garantire lo smaltimento delle scorie – ha spiegato le ragioni della scelta. Lì la roccia è migliore e più stabile, hanno sottolineato gli esperti che hanno escluso ragioni politiche alla base di questa decisione.
L’argilla opalina – formatasi 175 milioni di anni fa – costituisce vera e propria barriera geologica e cuscinetto di protezione, essendo molto densa. È inoltre in grado di legarsi al materiale radioattivo e di risanarsi da sola in caso di fratture.
L’infrastruttura di accesso, che si troverà in superficie, sarà situata nella località di Stadel, mentre l’impianto d’imballaggio degli elementi radioattivi sorgerà nella zona dell’attuale deposito intermedio di Würenlingen. “Lo smaltimento delle scorie costerà circa 20 miliardi di franchi e il finanziamento è garantito da un fondo speciale alimentato dalle società nucleari”, ha spiegato NAGRA.
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La notizia su TVS tvsvizzera.it
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Le motivazioniCollegamento esterno della scelta sul sito di NAGRA (in francese)
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Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Una roccia antica per stoccare le scorie nucleari”
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Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Gli sconti segreti lasciano i pazienti alla mercé delle aziende farmaceutiche”
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Gli argomenti dei contrari e dei favorevoli all’iniziativa contro l’allevamento intensivo

Le multinazionali farmaceutiche realizzano profitti da capogiro grazie, tra le altre cose, ai prezzi esorbitanti di numerosi farmaci antitumorali. A rivelarlo è uno studio effettuato da Public Eye, che per la prima volta, nella sua analisi, ha calcolato i profitti di chi produce questi medicamenti.
In Svizzera, quando una cassa malati paga 1’000 franchi per un medicinale, fino a 900 franchi finiscono nelle tasche del produttore: un risultato che cozza contro l’argomento faro dell’industria farmaceutica che dichiara che i prezzi elevati proteggono contro i numerosi rischi legati al settore della ricerca e dello sviluppo.
L’analisi mostra che i medicinali rappresentano un quarto delle spese dell’assicurazione sanitaria obbligatoria nella Confederazione e che sono uno degli elementi chiave dell’esplosione dei costi della salute e dei premi delle casse malati.
Nel 2019 è stata adottata una risoluzione dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla trasparenza, in particolare per quanto riguarda i costi di ricerca e sviluppo. Da allora numerosi sforzi sono stati compiuti per rendere più trasparenti queste cifre. Non in Svizzera, però, scrive Public Eye. Nella Confederazione si sta andando nella direzione opposta: nell’ambito delle misure di contenimento dei costi, il Consiglio federale punta su accordi discutibili e abbandona il principio di trasparenza. Una strategia che, invece di far scendere i prezzi, li fa aumentare.
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La notiziaCollegamento esterno riportata dal portale tio.ch
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L’analisiCollegamento esterno di Public Eye (in francese)
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Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Guadagni astronomici della farmaceutica sul cancro in Svizzera”

L’agricoltura svizzera sta sperimentando un mangime che riduce la quantità di metano emesso dai bovini, che lo producono nella fase digestiva. Degli additivi alimentari aggiunti al foraggio possono ridurre le emissioni di questo gas a effetto serra e contribuire così a un’agricoltura più sostenibile.
Circa il 60% del metano che si trova nell’atmosfera è di origine antropica ed è legato alle attività agricole e in particolare all’allevamento del bestiame. Rispetto all’era pre-industriale la concentrazione di questo gas è più che raddoppiata.
Una mucca emette tra i 70 e i 120 kg di metano all’anno. Il settore agricolo è responsabile dell’83% delle emissioni di questo gas nella Confederazione, che l’anno scorso si è impegnata, insieme a un centinaio di altri Paesi, a ridurne le emissioni del 30% entro il 2030.
Questo obiettivo potrà essere raggiunto anche con una migliore gestione del letame (anch’esso responsabile delle emissioni) e soprattutto modificando l’alimentazione dei bovini da allevamento. E gli additivi ai foraggi possono svolgere un ruolo importante in questo senso. Questi inibiscono gli enzimi responsabili della produzione di metano. Resta ora da capire se per gli animali ci saranno delle conseguenze a lungo termine.
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L’articolo del mio collega Luigi Jorio
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Su SWI Swissinfo.ch, la presentazione dell’iniziativa contro l’allevamento intensivo, in consultazione popolare il prossimo 25 settembre
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Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Ecco come diminuire i gas serra dovuti ai rutti delle mucche”

Il regista ginevrino Alain Tanner è morto domenica all’età di 93 anni. Ad annunciarlo è stata l’Associazione Alain Tanner.
Insieme a Michel Souttier, Claude Goretta, Jean-Louis Roy e Jean-Jacques Lagrange, è stato un autore di fama interazionale e una delle figure di spicco del nuovo cinema elvetico degli anni ’70.
Nel 2010 il Locarno Film Festival gli aveva conferito il Pardo d’onore, che ogni anno viene assegnato a “una personalità straordinaria del cinema di sempre”, come si legge sul sito del festival ticinese. Prima di lui lo avevano ricevuto Jean-Luc Godard (1995) e Daniel Schmid (1999). Negli anni seguenti è stato conferito anche a Paolo Villaggio (2000), Agnès Varda (2014) o ancora John Waters (2019).
Sono circa 20 i lungometraggi firmati da Tanner. Tra questi Charles mort ou vif (1969), La salamandra (1971), Jonas che avrà 20 anni nel 2000 (1976) e Gli anni luce (1981).
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La notiziaCollegamento esterno riportata dal portale RSI News
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Dagli archivi della trasmissione “Carta bianca” della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, la puntata dedicata ad Alain TannerCollegamento esterno

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