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montagne e ghiacciaio

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

Come ben sapete, le elevate temperature di quest'estate stanno, tra le altre cose, avendo un impatto piuttosto devastante sui ghiacciai alpini, che si sciolgono quasi a vista d'occhio. A causa appunto dello scioglimento del ghiaccio, nelle ultime settimane sono spuntate diverse vestigia e addirittura i resti di un aereo schiantatosi sull'Aletsch nel 1968.

E in questi giorni, nella regione delle Diablerets il cambiamento climatico si è manifestato in tutta la sua intensità: per la prima volta da oltre 2'000 anni il passo di Tsanfleuron, a cavallo tra i Cantoni di Vaud e Vallese, è riemerso dai ghiacci. Entro fine settembre la sottile coltre bianca ancora visibile sulla foto di copertina sopra sarà completamente sparita.

Dopo questa notizia non troppo rallegrante, vi lascio alla lettura di alcuni altri temi che ho selezionato per voi.

nubi nere sul Cremlino
Keystone / Yuri Kochetkov

La Svizzera può rappresentare gli interessi diplomatici dell’Ucraina in Russia? Dal Cremlino arriva un secco ‘niet’.

Ne avevamo parlato ieri: Berna e Kiev hanno raggiunto un accordo affinché la Svizzera possa assumere un mandato in qualità di potenza protettrice dell’Ucraina in Russia. In particolare, questo mandato avrebbe dovuto permettere agli ucraini e alle ucraine che vivono in Russia di poter fare capo a servizi consolari che in tempi normali sono garantiti dall’ambasciata del loro Paese. Per poter rappresentare gli interessi dell’Ucraina in Russia ci voleva però ancora il nullaosta del Cremlino. Nullaosta che giovedì è stato seccamente respinto.

Abbiamo risposto molto chiaramente che la Svizzera, avendo aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia, ha purtroppo perso il suo status di Stato neutrale e non può agire né come intermediario né come rappresentante”, ha dichiarato il viceportavoce del Ministero degli esteri Ivan Nechayev.

Attualmente la Confederazione ha sette mandati come potenza protettrice e due di questi riguardando direttamente la Russia: Berna rappresenta infatti gli interessi di Mosca in Georgia e viceversa quelli di Tbilisi in Russia.

palazzi
© Keystone / Jean-christophe Bott

Losanna inaugura uno degli ecoquartieri più grandi d’Europa: i primi abitanti si sono già trasferiti nelle loro nuove abitazioni ed entro il 2030 la zona dovrebbe accogliere circa 11’000 persone.

Alle 200 persone che hanno già preso possesso dei loro appartamenti, si aggiungeranno nei prossimi due anni altre 1’100 famiglie. L’area sarà poi completata entro la fine del decennio con altri palazzi, che potranno ospitare complessivamente circa 11’000 persone.

L’installazione di 35 sonde geotermiche a 800 metri di profondità con pompe di calore, integrate da un sistema di recupero del calore dalle acque reflue, garantirà l’autosufficienza del quartiere in termini di riscaldamento“, ha spiegato Guillaume Dekkil, responsabile dell’ufficio progetti e sviluppo di “Métamorphose”, il progetto urbanistico della città di cui questo ecoquartiere è una delle emanazioni più visibili, assieme a diverse infrastrutture sportive, come il nuovo stadio di calcio.

Il megaprogetto non convince però tutti gli specialisti. Secondo Jérôme Chenal, direttore della Comunità di studi per la pianificazione del territorio intervistato dal quotidiano 24 Heures, è già superato: “È stato concepito quasi due decenni fa. È in ritardo di vent’anni“. Uno dei principali problemi, osserva Chenal, quello legato alle temperature: la densificazione dell’abitato crea infatti isole di calore.

parete di una diga
EWZ

Un altro impianto fotovoltaico che sfrutta la parete di una diga di alta montagna è in fase di realizzazione in Svizzera.


L’installazione è composta di oltre 1’000 moduli fotovoltaici, in grado di produrre circa 380 megawattora e coprire il fabbisogno annuo di energia elettrica di circa 160 economie domestiche, hanno indicato giovedì i promotori del progetto, ovvero la Elektrizitätswerk der Stadt Zürich (EWZ) e la Kraftwerke Hinterrhein (KHR), proprietaria della diga della Valle di Lei, in Val Ferrera, nei Grigioni.

Nel giugno del 2020, la EWZ ha costruito il primo impianto fotovoltaico in alta montagna sulla Diga dell’Albigna in Val Bregaglia, sempre nei Grigioni. L’esperienza ha potuto dimostrare l’assoluta efficienza degli impianti di questo genere nelle zone di alta quota. La loro produzione media supera del 25% quella degli impianti dell’Altopiano centrale svizzero. Inoltre, secondo la nota di EWZ, circa il 50% dell’elettricità viene prodotta nel semestre invernale.

La diga della Valle di Lei è uno sbarramento entrato in funzione nel 1961. Analogamente all’impianto del Punt dal Gall, sul confine tra Livigno e Zernez, la diga e l’impianto per la produzione idroelettrica sono situati in Svizzera, mentre il bacino di accumulazione, in questo caso di quasi 200 milioni di metri cubi, si trova su territorio italiano.

  • La notiziaCollegamento esterno di RSI News.
  • In questo servizio vi avevamo invece parlato dell’impianto costruito sulla parete della diga del Muttsee.
  • Dagli archivi di SWI swissinfo.ch, il punto della situazione per quanto concerne la produzione di energia solare in Svizzera.
tre donne
Lena Bakker, Sigrid Trier Kjaer and Jana Rüthers

A causa del cambiamento climatico, l’Artico si sta rinverdendo. Tre dottorande del Politecnico federale di Zurigo stanno trascorrendo l’estate sulle isole Svalbard, in Norvegia, per analizzare come l’aumento delle temperature sta modificando l’ecosistema.


Il riscaldamento globale sta avendo un impatto ovunque. In Svizzera, ad esempio, l’Altopiano centrale si sta “toscanizzando”, come indicato tre giorni fa dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio. Vi sono regioni in cui, però, questo cambiamento è ancora più visibile. Una di queste è l’arcipelago delle Svalbard, nell’Oceano Artico.

Qual è l’impatto dell’aumento delle temperature? È una domanda alla quale cercano di dare una risposta una dozzina di ricercatori e ricercatrici provenienti dalla Norvegia e dalla Svizzera che si trovano durante questa estate alle Svalbard.

Tra di loro vi sono anche tre dottorande del Politecnico federale di Zurigo, a cui SWI swissinfo.ch ha affidato il compito di descrivere la loro esperienza in un blog.

  • La prima puntata del diario di bordo dalle Svalbard delle tre dottorande dell’ETHZ.
  • La notizia di Keystone-ATS sulla “toscanizzazione” dell’Altipiano svizzero.

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