
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori che ci seguite dall'estero,
cosa non farebbero i sette saggi per il nostro benessere! È notizia di oggi che la Consigliera federale Simonetta Sommaruga ha deciso di non andare in vacanza all'estero. Aveva previsto un soggiorno a Trieste in Italia. Tutto saltato.
Simonetta Sommaruga, infatti, ha deciso di rinunciare alle sue vacanze a causa delle tensioni relative all'approvvigionamento energetico in Svizzera. Insomma, dovessero sorgere dei problemi, la nostra "ministra" sarebbe subito a disposizione per prendere importanti decisioni.
Siamo rassicurati. Per contro dalle 17 di oggi io sono in vacanza e non sarò reperibile per nessuno!

Alla morte dei genitori, se questi percepivano una prestazione complementare, gli eredi devono restituirla allo Stato.
La Confederazione sostiene gli anziani che non riescono a vivere dignitosamente con la sola pensione (AVS in Svizzera) con le cosiddette prestazioni complementari. Si tratta di un importo assegnato in base alla differenza fra uscite ed entrate, che può essere dato quando la sostanza è inferiore a una determinata soglia e le entrate non bastano per coprire le spese riconosciute per legge.
Dal 2021 c’è però una novità importante. Il Parlamento federale ha deciso che se gli eredi ricevono più di 40’000 franchi alla morte dei genitori, devono rimborsare allo Stato le prestazioni complementari degli ultimi dieci anni. La nuova norma è entrata in vigore nel 2021 e non è retroattiva, per cui per ora si tratta di restituire l’aiuto degli ultimi due anni.
Per capirci facciamo l’esempio di una vedova, che viveva nel suo appartamento e da gennaio 2017 a maggio 2022 ha percepito le prestazioni complementari. Quando la signora muore, lascia alla figlia l’appartamento del valore di 500’000 franchi. Da gennaio 2021 al momento del decesso, la vedova ha ricevuto 35’000 franchi di aiuti. Visto che l’eredità supera i 40’000 franchi, la figlia deve restituire questi soldi allo Stato.
- La notizia l’abbiamo presa dalla RegioneCollegamento esterno che approfondisce la questione sui casi ticinesi (che valgono per tutta la Svizzera).
- Prestazioni complementariCollegamento esterno, ecco tutte le spiegazioni.
- Come funziona il sistema pensionistico svizzero basato sui tre pilastri? La spiegazione su tvsvizzera.it.

Il costo decisamente alto della benzina non fa cambiare le abitudini degli svizzeri che continuano a fare il pieno.
Il prezzo della benzina in continua ascesa è un po’ come il tempo: ne parlano tutti. Nonostante prezzi mai visti, gli svizzeri continuano comunque a fare il pieno alla loro automobile proprio come prima. Lo riferisce il quotidiano zurighese Tages-Anzeiger. Fabian Bilger, vice direttore generale di Avenergy Suisse conferma che “la domanda di carburante e quindi le vendite sono poco o per nulla influenzate dal prezzo”.
Nessuno insomma rinuncia alla propria mobilità privata. “Gli aumenti dei prezzi della benzina sono sempre molto discussi, eppure la gente continua allegramente a fare il pieno“, ribadisce Johanna Gollnhofer, docente di marketing all’università HSG di San Gallo. I consumatori – secondo la docente – reagiscono in modo molto poco elastico: la domanda di carburante non diminuisce quando i prezzi aumentano.
C’è però un cambiamento di comportamento in vista. Se il costo dei carburanti rimarrà elevato, la quantità venduta a lungo termine diminuirà. “Chi acquista a breve un veicolo potrebbe optare per una vettura elettrica a causa dell’aumento del prezzo della benzina” racconta ancora Johanna Gollnhofer. Non da ultimo, l’aumento del telelavoro o anche solo il lavoro ibrido potrebbe portare a una diminuzione del consumo di benzina.
- L’articolo del Tages AnzeigerCollegamento esterno. (in tedesco)
- Il contributo del quotidiano zurighese è stato ripreso dalla RegioneCollegamento esterno.
- Volete sapere quanto costa la benzina nei singoli Paesi europei? Ecco la rispostaCollegamento esterno.

Il tappo sulle bottiglie in PET che non si stacca diventerà una norma anche in Svizzera senza però un obbligo legale.
Chi sta leggendo sarà probabilmente già abituato. In Italia e in tanti Paesi europei la maggior parte dei tappi sulle bottiglie in PET non si staccano più. Dopo l’addio alle stoviglie in plastica monouso (piatti, posate e cannucce), ora tocca ai tappi e ora la Svizzera si adatterà senza una legge specifica.
Il tutto nasce da una normativa europea del 5 giugno 2019 che scrive, tra i tanti punti legati alla riduzione dell’incidenza di prodotti di plastica sull’ambiente, “i tappi e i coperchi di plastica dei contenitori utilizzati per bevande sono tra gli oggetti di plastica monouso più rinvenuti sulle spiagge”. I tappi che non si staccano, ovvero i “tethered caps”, entreranno in vigore nell’UE il 1° luglio 2024.
In Svizzera non esiste una legge in tal senso. Eppure, come conferma PET-Recycling Svizzera, i cosiddetti “tethered caps” diventeranno lo standard pure nella Confederazione, anche senza una nuova base legale. Il motivo è abbastanza semplice: la produzione in Europa passerà a questi coperchi e non verranno prodotti tappi separati per il piccolo mercato elvetico.
- La notizia la si può trovare su tio.chCollegamento esterno.
- Sapete come viene riciclato il PET? Ecco la rispostaCollegamento esterno.
- La direttiva europea Collegamento esternosulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.

L’UDC zurighese protesta contro il divieto per le rifugiate ucraine di prostituirsi, raccomandato dalla Segreteria di Stato della migrazione.
La Segreteria di Stato della migrazione ha raccomandato ai Cantoni di vietare l’esercizio della prostituzione alle rifugiate ucraine con lo statuto di protezione S. Contro tale raccomandazione due parlamentari dell’Unione democratica di centro (UDC) hanno inoltrato un’interrogazione al Governo del Canton Zurigo.
I parlamentari UDC Valentin Landmann – ex giudice e avvocato noto in particolare per aver difeso gli interessi di prostitute – e il suo collega di partito Roland Scheck sottolineano che la prostituzione è in tutto e per tutto legale in Svizzera. Dunque anche chi si trova sotto la protezione dello statuto S dovrebbe poter lavorare in questo settore. Rifiutare loro un permesso di lavoro sarebbe quindi arbitrario.
Oggi il Governo zurighese ha risposto che effettivamente dal punto di vista legale non è possibile applicare un divieto generalizzato. L’Esecutivo cantonale, continua la risposta, accoglie però con favore il fatto che l’Ufficio cantonale dell’economia e del lavoro valuti i rischi caso per caso e che lo stesso ufficio segua le raccomandazioni della SEM, che classifica l’industria del sesso come “area sensibile con potenziale rischio di abuso”.
- La notizia ripresa dal portale tio.chCollegamento esterno.
- Sono oltre 60’000 le persone ucraine in Svizzera che hanno ottenuto lo statuto di protezionne S, come scrive la RegioneCollegamento esterno.
- Sulle lavoratrici del sesso, un approfondimento della collega Patricia Islas su swissinfo.ch.

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