
Oggi in Svizzera
Cari lettrici e cari lettori,
è possibile che il caldo di questi giorni giochi brutti scherzi. Deve essere quello che è successo a Zugo dove un buontempone ha pensato bene di introdursi in un armadietto della stazione, dopo una notte di bagordi passata con gli amici. Il problema è che proprio i suoi sodali hanno pensato bene di chiudere lo sportello del vano adibito al deposito dei bagagli dello scalo.
Complice però la scarsa lucidità della compagnia nessuno è poi più riuscito a riaprire l’armadietto in cui improvvidamente si era infilato il giovane. È stato quindi necessario l’intervento dei pompieri, allertati dai compagni, che con l’ausilio della pinza idraulica hanno alla fine liberato il recluso.
Il resto della cronaca odierna, che lascia meno spazio all’ilarità, ve la raccontiamo qui di seguito.

Brutta avventura per l’ex consigliera federale Doris Leuthard questa mattina nella sua casa di vacanza in Ticino. La polizia cantonale ha confermato di essere intervenuta, come anticipato da tio.ch, nell’abitazione a Vairano, nel Gambarogno, in seguito a una lite con un uomo.
Nel corso dell’alterco l’aggressore, che secondo la Rsi sarebbe il coniuge, avrebbe dato in escandescenze arrivando a brandire un coltello. Giunti sul posto gli agenti hanno fermato l’uomo che è stato poi trasferito d’urgenza in una struttura psichiatrica.
Bocche cucite da parte delle forze dell’ordine sull’accaduto – vista la delicatezza della situazione – che si sono limitate a dire di essere intervenute poco prima delle 10.30 su una segnalazione “legata a una situazione di disagio privato”.
Doris Leuthard, di formazione giurista e militante nel Partito popolare democratico, è stata in governo dal 2006 al 2018, assumendo la direzione dei dipartimenti dell’economia (DFE) e dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC).
- La notizia anticipata da tio.chCollegamento esterno.
- Ne riferisce con alcuni dettagli aggiuntivi anche rsi.chCollegamento esterno.
- Un ritratto di Doris Leuthard fatto dal collega Armando Mombelli in occasione della sua uscita dal governo nel 2018.

I lupi tornano a far parlare di sé in questi giorni nella Confederazione. Due gli episodi su cui si è concentrata l’attenzione. Nel Canton Grigioni una seconda mucca è stata attaccata mortalmente, a pochi giorni dalla prima sull’alpe Nurdagn, nello Schamserberg, da diversi esemplari del branco del Beverin.
L’aggressione è avvenuta nella vicina Alp Nera e il bovino, che ha riportato gravi ferite, è stato abbattuto. Secondo Coira si tratta dei primi attacchi subiti da mucche dalla ricomparsa del predatore nel cantone alpino. Dopo queste razzie tre associazioni animaliste (WWF, Pro Natura e il Gruppo Lupo Svizzera) si sono dette favorevoli all’eliminazione di alcuni cuccioli di lupo e del capo branco del Beverin.
Intanto in Vallese le autorità hanno dato il via libera all’uccisione del lupo della Val-d’Illiez, dopo che sono state accertate da parte sua dodici aggressioni a bestiame in aree protette. L’ordinanza federale sulla caccia aggiornata recentemente prevede che i cantoni possano ordinare la soppressione dei predatori che sbranano almeno dieci ovini in quattro mesi.
Proprio ieri Berna aveva deciso di non emettere un’ordinanza d’urgenza per autorizzare la soppressione di lupi in Vallese, come richiesto da Sion. A suo giudizio la maggior parte delle aggressioni a Berna si verifica negli alpeggi non protetti e i cantoni hanno a disposizione altri strumenti per prevenirle.
- L’articolo di tvsvizzera.it sulle ultime vicende che hanno riguardato i lupi in Svizzera.
- Il comunicatoCollegamento esterno delle autorità vallesane che autorizzano la soppressione di un lupo della Val-d’Illiez.
- Le informazioniCollegamento esterno sul lupo in Svizzera e la strategia adottata da BernaCollegamento esterno sul sito della Confederazione.

Che la carenza di personale sia un problema urgente in Svizzera lo si sapeva ma che coinvolgesse anche le forze dell’ordine questo costituisce una novità che peraltro ha delle conseguenze molto pratiche anche per la popolazione.
A San Gallo infatti la polizia cantonale è costretta a chiudere cinque uffici da lunedì prossimo al 23 ottobre. La misura si è resa necessaria per compensare l’elevata quota di straordinari cumulata dagli agenti negli ultimi mesi, durante i quali hanno dovuto garantire la loro presenza in numerosi eventi internazionali e locali, tra cui il Wef di Davos, il vertice sull’Ucraina a Lugano e la riunione dell’Fmi a Bad Ragaz.
In proposito una nota spiega che per assicurare l’operatività della polizia sarà data priorità al pattugliamento mobile sulle attività amministrative, che passano in secondo piano.
Dalla prossima settimana quindi i sangallesi sono invitati a sporgere denuncia attraverso il sito suisse-epolice.ch in caso di semplici furti, danni alla proprietà, richieste per l’autorizzazione di porto d’arma e perdita di targhe.
- La notizia riportata da cdt.chCollegamento esterno.
- Ne parla pure tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno della polizia cantonale (in tedesco).

Le Tesla, auto iconiche assai apprezzate in questa fase di transizione energetica, sono le auto del momento ma nella Confederazione rischiano di avere un problema. Con le loro telecamere le vetture della casa di Elon Musk filmano quanto avviene nella loro sfera visuale e questa pratica potrebbe essere illegale, come riferisce Le Temps.
Il caso è nato da una disavventura che è occorsa recentemente all’ex parlamentare vodese Francine Jeanprêtre. L’ex politica 76enne è stata infatti contattata dalla polizia per un aver danneggiato la portiera di una Tesla mentre era scesa dalla vettura in un’area di servizio autostradale. L’auto aveva infatti filmato a sua insaputa tutta l’azione che viene contestata dalla donna.
Secondo gli esperti la ripresa video di spazi pubblici senza autorizzazione non è lecita secondo la giurisprudenza del Tribunale federale. Inoltre, altro aspetto delicato, alcuni dati registrati dalle Tesla finiscono negli Stati Uniti.
Questa vicenda dimostra insomma che ci sono molte zone d’ombra su cui le autorità federali e cantonali sono chiamate a fare luce.
- L’articolo di Le MatinCollegamento esterno che svela la problematica legata alle auto della Tesla (in francese).
- La notizia è ripresa anche da ticinonews.chCollegamento esterno.
- Ne parla anche cdt.chCollegamento esterno.
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