La televisione svizzera per l’Italia
La cabina di proiezione in Piaza Grande a Locarno

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

il poeta francese Paul Verlaine definiva il bacio "primula nel giardino delle carezze". Lo citiamo perché oggi è la giornata internazionale del bacio. Non vi racconto tutti i suoi benefici. Però sappiate che per la scienza, baciare fa sì che il cervello rilasci ossitocina, dopamina e serotonina, che possono farci sentire felici. Il bacio abbassa anche i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress.

Non solo. Baciare fa ringiovanire il viso. L'atto del bacio può infatti coinvolgere da 2 a 34 muscoli facciali: usarli regolarmente funge da allenamento per il viso e il collo e aumenta la produzione di collagene, che contribuisce a rendere la pelle più soda e dall'aspetto più giovane.

A me non resta che augurarvi di baciare molto!

Piazza Grande a Locarno in una serata di proiezione.
Keystone / Urs Flueeler

Ritorna la magia del Festival del film di Locarno (3-13 agosto) che quest’anno festeggia i 75 anni.

Come tradizione vuole, gli organizzatori del Festival cinematografico locarnese hanno presentato il programma della nuova edizione a Berna, la 75esima che si terrà dal 3 al 13 agosto. Tra Piazza Grande e le sale cinematografiche, verranno proiettati 226 film. Fra questi si contano 105 prime mondiali e 3 prime internazionali.

Per il Pardo d’oro saranno in lizza 17 film provenienti da 11 paesi. Fra questi il direttore artistico cita “Skazka” del regista russo Aleksandr Sokurov (vecchio amico del festival), proposto in prima mondiale. Per il Concorso Cineasti del presente sono invece 15 i film selezionati. Fra questi si cita “Prologos” del regista lituano Mantas Kvedaravičius, ucciso a Mariupol lo scorso 30 marzo mentre stava girando un documentario.

Ovviamente sarà la Piazza Grande il cuore pulsante della rassegna locarnese. Il programma delle proiezioni è già definito: si parte il 3 agosto con “Bullet Train” di David Leitch, che nel cast vanta due star del calibro di Brad Pitt e Sandra Bullock. Per segnare questo 75esimo anniversario sono stati inoltre pubblicati due libri che passano in rassegna la storia del Festival.

Diverse gru al tramonto.
Keystone / Martin Meissner

Nonostante l’economia svizzera sia rallentata da inflazione e politica monetaria restrittiva, non si parla (ancora) di recessione.

Lo sentiamo un po’ ovunque e da tempo: l’inflazione galoppa con la conseguente politica monetaria più restrittiva della Banca nazionale. Tutti fattori che rallentano l’attuale ripresa post-Covid dell’economia svizzera. Secondo gli esperti di UBS non è però all’orizzonte una recessione, a meno che non si interrompano le forniture energetiche dalla Russia.

Come scrivono gli analisti della banca svizzera nello studio periodico “Outlook Svizzera” pubblicato oggi, l’economia elvetica dovrebbe riuscire a operare un “atterraggio morbido”. Concretamente è attesa una crescita del prodotto interno lordo (Pil) del 2,4% quest’anno e dello 0,9% nel 2023, valori inferiori al pronostico precedente, che era di +2,5% e +1,5%.

Non mancano comunque i rischi, aggiungono gli analisti. Una carenza di forniture energetiche potrebbe offuscare le prospettive: un embargo o una brusca interruzione delle forniture russe comporterebbero probabilmente un ulteriore forte aumento dell’energia. Va anche detto che l’economia svizzera è meno vulnerabile all’aumento dei prezzi dell’energia. La spesa in questo campo delle famiglie è pari solo alla metà di quella nell’Ue.

Un ufficio chiusoper fallimento.
© Keystone / Christian Beutler

Come previsto da tempo, ecco che è arrivata anche in Svizzera l’ondata di fallimenti aziendali.

Come racconta l’articolo precedente, non siamo ancora in recessione. Comunque la società di informazioni economiche Creditreform scrive che nel primo semestre del 2022 si è registrato un aumento del 41% delle bancarotte in confronto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo significa il 10% in più rispetto alla media del 2018 e 2019, anni pre-pandemici.

Le aziende maggiormente colpite dai fallimenti sono quelle attive nel ramo dei servizi che, rispetto agli anni pre-crisi, registrano fino al 40% in più di chiusure. Stando agli esperti di Creditreform i fallimenti stanno raggiungendo anche coloro che in un primo tempo si erano salvati con gli aiuti statali. Nell’elenco dei settori più colpiti manca però un po’ a sorpresa il ramo della ristorazione.

Guardando al futuro, le prospettive non sono incoraggianti. I problemi negli approvvigionamenti, l’aumento dei costi per l’energia e le materie prime, le conseguenze dell’aggressione russa all’Ucraina e il nuovo indebolimento dell’euro nei confronti del franco metteranno sempre più in difficoltà molti imprenditori. Senza parlare della minaccia di nuove mutazioni del coronavirus, in particolare attese per quest’autunno.

Gli strumenti medici per interrompere la gravidanza.
© Keystone / Christian Beutler

Il tema dell’aborto è tornato di attualità. In Svizzera il numero delle interruzioni di gravidanza resta stabile.

Dopo che la Corte suprema statunitense ha abolito la storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l’aborto negli USA, il tema dell’aborto è tornato drammaticamente di attualità. Oggi l’Ufficio federale di statistica (UST) ha pubblicato i tassi del 2021 delle interruzioni di gravidanza, che risultano simili a quelli del 2020.

Nel 2021 il tasso era di 6,7 ogni 1’000 donne contro il 6,8 nel 2020. Nel confronto internazionale – scrive l’UST – il tasso di interruzioni di gravidanza in Svizzera è basso, anche se dal 2017 queste ultime sono di nuovo in aumento. In cifre, nel 2021 sono state notificate complessivamente 11’049 interruzioni di gravidanza. Ciò corrisponde, come detto, a un tasso di 6,7 interruzioni di gravidanza ogni 1’000 donne di età compresa tra 15 e 44 anni.

Guardando più in profondità i dati, nell’ultimo decennio si osserva un aumento della percentuale di donne di più di 30 anni che hanno abortito. Nel 2010 erano il 45%, mentre nel 2020 e nel 2021 tale quota è salita al 52%. Il tasso di interruzioni di gravidanza varia poi da cantone a cantone: si passa dal 10,1 di Ginevra e 9,1 di Vaud, al 5,2 della Svizzera centrale e al 4,3 del canton Ticino.

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