La televisione svizzera per l’Italia
canicola

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

il mese che sta per chiudersi nella Confederazione è stato il giugno più caldo dal 1864 - anno in cui sono iniziati i rilevamenti sistematici - dietro solo la famigerata estate del 2003 (per chi se la può ricordare).

A dire il vero l'afa e la canicola opprimente sperimentate nelle scorse settimane ce lo avevano fatto intuire ma ora arriva il conforto delle cifre di MeteoSvizzera. In sostanza le temperature medie sono state superiori di 2,7 gradi a quelle degli ultimi 30 anni. L'apice è stato toccato tra il 17 e il 19, tre giorni durante i quali sono stati superati diversi primati di calore in diverse località, tra cui Biasca e Basilea.

Noi comunque non disperiamo e speriamo in qualche perturbazione durante il periodo del solleone che ancora ci attende.

Ma ora vi raccontiamo di altre storie...

buona lettura.

amag
Keystone / Eddy Risch

Sette rivenditori di auto sono stati sanzionati dalla Commissione della concorrenza (ComCo) con una multa complessiva di 44 milioni di franchi per pratiche illegali sul mercato.

Secondo l’organo federale di sorveglianza era stato costituito dal 2006 al 2018 un cartello nella Svizzera italiana tra l’importatore dei veicoli del gruppo Volkswagen e alcuni concessionari allo scopo di tenere artificialmente alto il prezzo delle auto commercializzate e aumentare così i margini di guadagno.

L’intesa non si limitava al mercato dei privati ma era esteso alle commesse pubbliche con le quali il canton Ticino era stato suddiviso in zone di influenza facenti capo ai diversi operatori commerciali.

Cinque dei rivenditori coinvolti si sono già dichiarati disponibili ad accettare il procedimento di conciliazione, pagando la pesante sanzione mentre per altri due resta la possibilità di ricorrere al Tribunale amministrativo federale.

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Keystone / Edi Engeler

Per la maxi rissa scoppiata nel maggio 2019 a Belp, vicino a Berna, tra bande di biker la giustizia cantonale ha inflitto otto anni di carcere al principale imputato mentre otto e, rispettivamente, 42 mesi di detenzione sono stati comminati ad altri due protagonisti degli scontri, nel corso dei quali diverse persone erano rimaste ferite (tre in modo grave).

All’origine dei violenti fatti di Belp c’è la rivalità ormai storica tra Hells Angels (e i loro alleati Broncos) e Bandidos. Questi ultimi, che non erano ufficialmente presenti nella Confederazione, intendevano infatti aprire il loro primo locale nella cittadina bernese ma il progetto era stato interpretato dal gruppo rivale come una provocazione intollerabile.

Il principale imputato, un bernese di 37 anni con precedenti penali appartenente ai Bandidos, era accusato di tentato omicidio per aver sparato con un’arma da fuoco su un avversario, che è stato ferito gravemente al ventre, e su un’auto ferma.

In occasione della lettura della sentenza centinaia di motociclisti si sono radunati giovedì a Berna e le forze dell’ordine hanno organizzato un importante dispositivo di sicurezza.

ospedali
© Keystone / Gaetan Bally

Gli ospedali svizzeri corrono ai ripari contro il deciso aumento dei contagi, spinti dalla nuova variante Omicron 5. In diversi nosocomi dal primo di luglio è stato reintrodotto l’obbligo di mascherina.

In prima linea contro la ripresa del coronavirus sono le strutture sanitarie zurighesi e grigionesi, dove peraltro si registra un certo incremento dei ricoveri che però non sembra ripercuotersi significativamente, secondo quanto indicano i responsabili, sui reparti di terapia intensiva.

Gli ultimi dati comunicati dall’Ufficio federale di sanità pubblica sulla pandemia attestano 33’108 nuove infezioni settimanali, 300 ricoveri in ospedale e 14 decessi.

Questo significa che i i contagi nella Confederazione sono aumentati del 34% in sette giorni e le ospedalizzazioni per questa patologia del 19,5%.

fedpol
© Keystone / Alessandro Della Valle

Le mafie, si sa, sono presenti anche nella Confederazione. Non è certo una novità ma ora un gruppo di imprenditori, in particolare nella Svizzera italiana, chiede alle autorità federali di intervenire per contrastare le infiltrazioni malavitose nell’economia.

Secondo i dati pubblicati dalla polizia federale (Fedpol) sono accertate ramificazioni mafiose in 18 cantoni ma nel tempo sono anche cambiati gli obiettivi perseguiti dai clan. Le organizzazioni criminali oggi non si limitano più ad avere conti bancari nella Confederazione, ma riciclano e investono i loro capitali illeciti in attività economiche come l’edilizia, l’immobiliare e la ristorazione, generando una concorrenza sleale nei confronti delle imprese locali.

Non da ultimo, come ha recentemente affermato Alessandra Dolci, responsabile della DIA di Milano, gli appartenenti alle cosche si sentono più sicuri in Svizzera che in Italia, anche perché la legislazione è meno severa (non esiste l’equivalente del famoso articolo 416 bis del codice penale italiano).

Dopo i fallimenti di importanti inchieste condotte dal Ministero pubblico della Confederazione, anche a causa di un apparato normativo ritenuto da molti inadeguato, le autorità elvetiche da alcuni anni preferiscono estradare in Italia gli indagati mafiosi. Ma anche questa strategia non è esente da controindicazioni, come illustra il servizio pubblicato oggi su swissinfo.ch.

  • Sui nuovi indirizzi adottati dagli inquirenti elvetici contro le mafie l’approfondimento di swissinfo.ch.
  • Un caso clamoroso di infiltrazione mafiosa nei grossi cantieri svizzeri spiegato dal collega Federico Franchini.
  • Il servizio del settimanale Tempi Moderni ripreso da tvsvizzera.it sull’attività delle organizzazioni criminali nella Confederazione.

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