
Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
Che i casi di Covid-19 stiano tornando ad aumentare lo dicono le cifre ufficiali dell’Ufficio federale della sanità pubblica, ma anche… il mondo dello spettacolo. Eh sì: qualche giorno fa era toccato ai fan dei Rolling Stones rinunciare al concerto che la band aveva organizzato a Berna a causa della positività di Mick Jagger. Oggi, invece, è il turno dei Metallica. Il gruppo doveva esibirsi questa sera al festival Out in the Green nel canton Turgovia, ma ha dato forfait: uno dei componenti della band è risultato positivo al virus.
La normalità che pensavamo di ritrovare quest’estate, insomma, si fa ancora desiderare. Per il grande disappunto anche dei rocker e metallari più duri.
Ora passiamo alle notizie del giorno.

Berna si sta preparando alla carenza di gas il prossimo inverno: la Confederazione e le aziende stanno costituendo delle scorte all’estero e in caso di penuria ci saranno delle categorie di consumatori protetti (come per esempio i nuclei domestici collegati a una rete di distribuzione). Lo ha fatto sapere oggi, mercoledì, il Consiglio federale.
I piani della task force per la creazione di una scorta invernale di gas di cui il Governo aveva preso atto lo scorso 18 maggio prevedevano una riserva fisica di 6 terawattora (il 15% del fabbisogno elvetico annuale) e opzioni per forniture aggiuntive di altri 6 TWh. Attualmente cinque aziende che stanno operando separatamente hanno raggiunto il primo obiettivo al 60%.
Nelle ultime settimane la situazione dell’approvvigionamento in Europa si è deteriorata ulteriormente a causa del taglio delle forniture russe tramite il Nord Stream 1 che arriva in Germania. Da questo gasdotto passa il 75% di quanto giunge nella Confederazione che, ricordiamo, non possiede strutture di stoccaggio proprie.
L’Esecutivo ha elaborato quattro scenari: il primo (nel quale già siamo) prevede preparativi in caso di penuria e monitoraggio della situazione; a partire dal secondo ci saranno appelli a ridurre i consumi; il terzo scatterà con un calo delle forniture del 20% e comprenderà le prime limitazioni dei consumi e la commutazione degli impianti biocombustibili dal gas al petrolio; il quarto, infine, entrerà in vigore se le forniture si ridurranno di oltre il 20% e il contingentamento sarà inevitabile.
- La notizia riportata da RSI NewsCollegamento esterno
- Un contributo della mia collega Pauline Turuban: “La Svizzera è tra i Paesi in cui il costo dell’energia pesa meno sul bilancio familiare”
- Il comunicatoCollegamento esterno del Consiglio federale
Altri sviluppi

La spesa complessiva per danni all’ambiente e alla salute causati dal traffico ha raggiunto, nel 2019, i 14 miliardi di franchi in Svizzera, ossia, in media, 1’600 franchi pro capite. Lo rivelano calcoli dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale.
Si tratta di costi esterni riconducibili all’impatto su clima, ambiente e salute. Sono ripercussioni che dovranno essere affrontate dalla collettività o dalle generazioni future. La maggior parte (9,8 miliardi) è causata dal trasporto motorizzato su strada. Seguono il trasporto aereo e quello ferroviario.
I danni si riscontrano in numerosi ambiti: i cambiamenti climatici (2,9 miliardi di franchi), la riduzione degli spazi vitali di flora e fauna (1,2 miliardi) e perdite di raccolti (94’000 tonnellate di cereali e 139’000 tonnellate di frutta e verdura all’anno, corrispondenti a 56 milioni di franchi).
Ai costi legati a clima, ambiente e salute (39’300 giorni in cui i bambini soffrono di asma a causa dell’inquinamento e 17’500 anni-vita persi a causa di malattie cardiovascolari o respiratorie) vanno ad aggiungersi anche quelli alle infrastrutture, in particolare i danni agli edifici.
- La notizia completa su laregione.chCollegamento esterno
- I calcoliCollegamento esterno dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale
- Il dossier di SWI swissinfo.ch sulle emissioni di CO2 della Svizzera

La Cancelleria federale ha dato oggi, mercoledì, il via libera al lancio di due iniziative popolari che chiedono di vietare l’importazione di foie gras e prodotti di pellicceria fabbricati in condizioni crudeli per gli animali.
I due comitati d’iniziativa hanno tempo fino al 28 dicembre 2023 per raccogliere le 100’000 firme necessarie. Se ci riusciranno, il Consiglio federale, prima, il Parlamento dopo e popolo e Cantoni, infine, potranno pronunciarsi in merito. Le due iniziative sono state lanciate da Alliance animale suisse.
Diverse mozioni in materia sono pendenti in Parlamento: a dicembre 2021 il Consiglio nazionale aveva approvato un divieto di importazione di foie gras e pellicce fabbricati in condizioni cruente per gli animali, ma il Consiglio degli Stati ha finora bocciato entrambi i testi.
Da parte sua il Consiglio federale ha indicato di essere contrario a un divieto d’importazione e di star lavorando a una dichiarazione obbligatoria per i prodotti esteri fabbricati con metodi vietati in Svizzera.
- L’articolo di RSI NewsCollegamento esterno
- La pagina di Alliance animale suisse con le spiegazioni delle due iniziativeCollegamento esterno (in francese)
- Dai nostri archivi: “Quando il parlamento è irremovibile si punta sul popolo”

Il Consiglio federale ha incaricato mercoledì i Dipartimenti dell’ambiente (DATEC), delle finanze (DFF) e degli esteri (DFAE) di elaborare una proposta per ospitare in Svizzera la Conferenza dell’ONU sul clima e di presentarla entro l’autunno. La proposta dovrà illustrare le opportunità e i rischi per la Confederazione di organizzare un evento di questa portata, come pure il fabbisogno di risorse finanziarie e umane.
Il Governo ha chiesto il 2 dicembre 2020 a questi Dipartimenti di presentare proposte su come la Svizzera può sviluppare ulteriormente il proprio impegno nell’ambito di conferenze e iniziative internazionali sul clima.
DATEC, DFF e DFAE sono giunti alla conclusione che, in linea di principio, lo svolgimento nella Confederazione di una conferenza sul clima di questo tipo sarebbe possibile, ma richiederebbe un importante impiego di risorse. Oltre all’impegno logistico, la presidenza di una COP sul clima comprende anche una preparazione esauriente dei negoziati sul piano del contenuto.
La prossima conferenza alla quale la Svizzera potrebbe candidarsi come Paese organizzatore è la COP31 nel 2026.
- La notizia su cdt.chCollegamento esterno
- Il comunicatoCollegamento esterno del Consiglio federale
- Dagli archivi: l’analisi della COP26 dei miei colleghi Sara Ibrahim e Luigi Jorio

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