Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
non so voi, ma quando litigo con mia moglie – cosa che per altro capita assai di rado – al limite tra di noi esce qualche parola di troppo. Non ci lanciano addosso bicchieri o piatti, tanto per dire.
Non è così per un ragazzo texano. Dopo aver litigano con la sua ragazza, il nostro – 21 anni appena – in preda all’ira è entrato nel Museo d’arte di Dallas e ha distrutto una serie di reperti archeologici. Tra l’altro con uno sgabello ha frantumato una vetrina con all'interno un'anfora greca risalente al 450 a.C.
Non pago, ha poi distrutto anche un computer, un telefono, un monitor, due insegne in legno. I danni superano i 5 milioni di dollari. Ma ne valeva davvero la pena?
Aperta un’inchiesta amministrativa per capire se tutti gli acquisti di vaccini erano coperti da crediti votati dal Parlamento.
Il consigliere federale Alain Berset vuole vederci chiaro sull’acquisto dei vaccini. Per questo motivo ha avviato un’inchiesta amministrativa. In breve, l’inchiesta dovrà chiarire se tutti gli acquisti di vaccini erano coperti da crediti votati dalle Camere. In pratica potrebbero essere stati presi impegni per milioni di franchi, senza il via libera del Parlamento, scavalcandone la sovranità.
La questione è emersa durante il dibattito sul supplemento al budget 2022. Il Consiglio degli Stati ha esaminato una proposta della maggioranza della sua Commissione delle finanze che chiedeva una significativa riduzione dei fondi destinati all’acquisto di vaccini.
È così emerso che il Parlamento non può ridurre l’importo del credito aggiuntivo richiesto perché l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), non ha incluso tutte le riserve nei contratti con i produttori di vaccini. In sostanza, nei contratti già firmati, l’UFSP potrebbe aver preso impegni finanziari che non lascerebbero alcun margine di manovra alla politica.
- La notizia è stata ripresa dalla RegioneCollegamento esterno e dalla RSICollegamento esterno.
- La decisione del Consiglio degli Stati di ridurre l’acquisto di vaccini su blue NewsCollegamento esterno (da dove poi è partita l’inchiesta).
- Il comunicatoCollegamento esterno della segreteria del Dipartimento federale degli interni sull’apertura dell’inchiesta.
Le Alpi sono sempre più verdi e meno bianche. Un fenomeno dovuto al cambiamento climatico.
L’impatto del riscaldamento globale sulle Alpi è visibile dallo spazio. È quanto emerge da uno studio delle università di Losanna e Basilea pubblicato su Science. Il cambiamento più marcato è un aumento diffuso della vegetazione ad alta quota.
Gli scienziati hanno esaminato i cambiamenti nella copertura nevosa utilizzando dati satellitari raccolti dal 1984 al 2021. In questo periodo la biomassa vegetale è aumentata al di sopra del limite degli alberi in oltre il 77% delle Alpi. Questo fenomeno di “rinverdimento” è già ben documentato nell’Artico e comincia a essere identificato anche in montagna.
La perdita di manto nevoso si osserva soprattutto a un’altitudine di circa 3000 metri, con conseguenze sull’intero ciclo dell’acqua. Con il riscaldamento globale, le Alpi diventeranno sempre meno bianche e sempre più verdi, entrando in un circolo vizioso: montagne più verdi significa meno riflessione della luce solare, il che aumenterà ulteriormente il riscaldamento.
- La notizia sul portale della RSICollegamento esterno.
- Il riassunto dello studio su ScienceCollegamento esterno.
- Una Svizzera torrida nel 2060, un contributo del nostro collega Luigi Jorio su swissinfo.ch.
L’UDC pronta a lanciare un’iniziativa per limitare la popolazione elvetica sotto i 10 milioni di abitanti.
La Svizzera è sempre più densamente abitata. La crescita demografica tra il 2000 e il 2020 è aumentata del 21%. Se si andrà avanti a questo ritmo, nel 2040 la Svizzera avrà dieci milioni di abitanti, secondo le stime dell’Ufficio federale di statistica. Attualmente la popolazione si aggira attorno agli 8,7 milioni di abitanti.
Queste prospettive non incantano i politici dell’Unione democratica di centro (UDC), il partito della destra populista che detiene la maggioranza relativa in Parlamento. Tenendo presente che oltre il 25% della popolazione è straniera, l’UDC intende lanciare una nuova iniziativa volta a porre un freno alla crescita demografica.
L’iniziativa giunge dopo che già nel settembre del 2020 il popolo elvetico aveva bocciato l’Iniziativa che chiedeva la fine della libera circolazione delle persone con l’Ue. Ora, con questa nuova iniziativa, l’UDC vuole includere anche i Paesi terzi: “La proposta mira a garantire che tra pochi anni la Svizzera non abbia più di dieci milioni di abitanti” ha dichiarato il capogruppo UDC in parlamento Thomas Aeschi al quotidiano gratuito “20 Minuten”.
- L’articolo di 20 MinutenCollegamento esterno ripreso da tio.chCollegamento esterno.
- I risultati della votazione popolare ‘per una immirgazione moderata’, in un articolo della collega Marie Vuilleumier su swissinfo.ch.
- Tutti i dati sull’evoluzione demografica in Svizzera sul portale dell’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno.
L’abuso sessuale nella Chiesa è un problema di persone ma anche di struttura. Così la pensa il vescovo di Coira Joseph Maria Bonnemain.
Vescovo di Coira dal 15 febbraio 2021, Bonnemain è responsabile dal 2002 della Commissione ‘Abusi sessuali in ambito ecclesiale’ della Conferenza dei Vescovi Svizzeri. “Al primo posto, non bisogna mettere la Chiesa, ma la sofferenza delle vittime di abusi sessuali. Dalle parole bisogna passare ai fatti”. Apre così l’intervista della Regione al vescovo di Coira.
Alla domanda “perché la Chiesa per tanto tempo ha chiuso gli occhi?”, così risponde Bonnemain: “Quarant’anni fa, chi faceva questi errori veniva mandato a fare esercizi spirituali. Si pensava che proteggendo il buon nome dell’istituzione. È totalmente sbagliato. Tutto crolla, se l’immagine esteriore non corrisponde alla realtà interiore. La Chiesa incoraggia ad avere un comportamento morale, dunque più di altre istituzioni deve essere coerente”.
“Non dimenticherò mai la storia di un uomo, terribilmente abusato da bambino, ricorda Bonnemain. Nelle prime ore del mattino, mi scriveva lunghe lettere via email, raccontandomi tutto quello che aveva subito. Mi disse: ‘Hanno ammazzato Dio nel mio cuore’. ” L’intervista chiude con un desiderio: “Vorrei che la Chiesa fosse più semplice, più umile, più coerente, più veritiera”.
- L’intervista completa sulla RegioneCollegamento esterno.
- Si aprono gli archivi segreti episcopali svizzeri per facilitare le inchieste: la notizia su RSICollegamento esterno.
- Quando la chiesa cattolica elvetica ha deciso di condurre una lotta contro gli abusi, in un articolo su tvsvizzera.it.
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