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foto consiglio federale

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

I sequestri di prodotti illeciti sono all'ordine del giorno nelle dogane elvetiche. A volte, però, gli oggetti confiscati sono piuttosto insoliti. L'Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini ha infatti comunicato martedì di avere sequestrato nella regione di Zurigo una katana, ovvero una spada di samurai giapponese, risalente a quasi 700 anni fa e di un valore di 650'000 euro.

La spada si trovava all'interno di un'automobile immatricolata in Svizzera e il conducente non aveva dichiarato l'oggetto al momento dell'ingresso in Svizzera al valico di frontiera di Thayngen, un reato contemplato dalla Legge sul trasferimento dei beni culturali.

Dopo questa notizia che mi ha fatto balenare nella mente la Sposa e le celeberrime spade di Hattori Hanzo, vi lascio a una selezione di notizie del giorno.

auto da corsa
Keystone

Dopo una messa al bando durata quasi 70 anni, le gare motoristiche su circuito potranno di nuovo svolgersi in Svizzera.

Malgrado il parere negativo del Consiglio federale, dopo il Consiglio nazionale anche la Camera dei Cantoni ha approvato martedì una modifica della Legge sulla circolazione stradale che stralcia un divieto introdotto nel 1955, dopo un incidente alla 24 Ore di Le Mans, che costò la vita al pilota e a 83 spettatori e spettatrici.

Secondo la maggioranza dei ‘senatori’, una simile misura non ha più ragione di essere, poiché dagli anni ’50 sia le misure di sicurezza che la tecnologia dei veicoli hanno compiuto passi da gigante. Una Gran Premio di Formula 1 in Svizzera non è comunque all’ordine del giorno, visti gli investimenti che dovrebbero essere fatti.

A nulla sono valse le obiezioni della ministra dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Simonetta Sommaruga: “La domanda da porsi è se sia giusto, nel momento in cui si parla di protezione del clima, di sostenibilità, di inquinamento fonico, autorizzare nuovamente le gare su circuito di veicoli con motori a combustione”.

  • L’articolo su tvsvizzera.it.
  • Nel 2018 grazie a una deroga del Governo, il Campionato mondiale di Formula E (auto elettriche) ha potuto fare tappa a Zurigo. Un approfondimento del mio collega Olivier Pauchard.
petroliera in un terminal
Keystone / Str

L’embargo sul petrolio russo deciso dall’Unione Europea avrà ripercussioni anche in Svizzera, nonostante la Confederazione non acquisti direttamente greggio dalla Russia.

Le autorità federali non si sono ancora allineate sulle sanzioni adottate nella notte su martedì dai Ventisette, ma finora Berna ha seguito la linea di Bruxelles e un embargo sul petrolio russo è solo questione di tempo. Secondo l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE), è al momento difficile valutare quali sarebbero le conseguenze a lungo termine per la Svizzera.

Anche se la Confederazione non compera direttamente petrolio dalla Russia, un impatto comunque vi sarà, poiché quasi tre quarti delle vendite interne di gasolio e benzina dipendono da importazioni dall’Unione Europea.

Il mercato dovrebbe in ogni caso riorganizzarsi e fornire dei sostituti, scrive l’UFAE. I preparativi per un simile scenario sono in corso da tempo. In caso di grave carenza, la domanda di carburante per auto e di gasolio per riscaldamento sarebbe coperta dalle scorte obbligatorie per 4 mesi e mezzo.

Altri sviluppi

Dibattito
Moderato da: Daniele Mariani

Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?

Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…

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foto consiglio federale
Keystone / Stefano Spinelli

Il Consiglio federale deve rimanere di sette membri. La Camera dei Cantoni ha respinto oggi un’iniziativa parlamentare che chiedeva di portare a nove il numero di ministri.

La questione di infoltire i ranghi del Governo non è nuova: sei anni fa una proposta simile era già stata bocciata dal Parlamento. Non è andata meglio questa volta all’iniziativa parlamentare presentata dalla socialista bernese Nadine Masshard. La sua proposta è infatti stata bocciata dal Consiglio degli Stati per 29 voti a 9.

Secondo la maggioranza della commissione preparatoria, un aumento dei consiglieri federali permetterebbe senz’altro di sgravare i ministri, impegnati con dossier sempre più complessi. Tuttavia, rischierebbe di patirne la collegialità. Trovare un denominatore comune in seno al Governo non è la stessa cosa se questo è composto di sette o nove membri.

L’iniziativa formulava pure l’idea di dotare il presidente della Confederazione di maggiori poteri. Ciò sfocerebbe però in un sistema presidenziale estraneo alla tradizione di un Paese cha ama il potere diffuso e non concentrato in poche mani, ha fatto valere la maggioranza dei senatori e delle senatrici.

N.B.: nella tradizionale foto del Consiglio federale, le persone ritratte sono otto. Oltre ai sette ministri, vi è infatti anche colui che è spesso soprannominato l’ottavo cancelliere federale, ovvero il responsabile della Cancelleria.

  • La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa da Ticinonline.
  • Com’è nata l’idea di avere un Consiglio federale collegiale? L’approfondimento del politologo Claude Longchamp su swissinfo.ch.
  • In questo video potete invece scoprire come funziona l’elezione in Consiglio federale.
cartello casa in vendita
Keystone Martin Ruetschi

Il prezzo delle case di vacanza in Svizzera ha registrato un’ulteriore impennata nel 2021. La destinazione turistica più cara per questo genere di beni resta di gran lunga St. Moritz.

L’anno scorso un’abitazione secondaria di fascia superiore costava circa 19’500 franchi al metro quadro nella prestigiosa località dell’Engadina. Detto altrimenti, per acquistare un bilocale di 50 metri quadri bisogna calcolare quasi un milione di franchi (pari a praticamente un milione di euro).

Al secondo posto della classifica stilata periodicamente dalla banca UBS figura Gstaad, nell’Oberland bernese, con 17’000 franchi. Seguono la regione della Jungfrau, sempre nel Canton Berna, Zermatt, in Vallese, e Davos/Klosters, nei Grigioni. In queste località il metro quadro si negozia tra 15’000 e 16’000 franchi.

Rispetto al 2020, osservando tutte le destinazioni elvetiche i prezzi sono lievitati del 10%. L’aumento è da imputare soprattutto alle restrizioni di viaggio durante la pandemia e al telelavoro, che hanno scatenato una corsa alle abitazioni secondarie, rilevano gli esperti di UBS.


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