La televisione svizzera per l’Italia
Il pupazzo Böög mentre scoppia la sua testa.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

se vi fanno tenerezza i ratti, potete averne uno tutto vostro. Il Politecnico federale di Losanna mette infatti in adozione i ratti da laboratorio che non utilizza più. Molto abili ad apprendere nuovi compiti,  questi animali sono usati negli esperimenti comportamentali.

Frutto di una collaborazione con la Protezione svizzera degli animali, in un primo tempo saranno interessati al progetto pochi esemplari al mese. Dovesse funzionare, le cifre potranno aumentare e magari coinvolgere altre specie animali.

Una spilla con le bandiere di Svizzera e Gran Bretagna.
© Keystone / Peter Klaunzer

Cassis a Londra per rafforzare la cooperazione in campo economico e scientifico tra Regno Unito e Svizzera.

La Confederazione e la Gran Bretagna, geograficamente appartenenti al continente europeo, da poco tempo condividono il loro status di stati non appartenenti all’Unione europea. Così dopo la Brexit, i due Paesi hanno iniziato a rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali invero già molte intense.

Per migliorare ulteriormente la cooperazione, il presidente elvetico Ignazio Cassis sarà a Londra nei prossimi giorni dove incontrerà il premier britannico Boris Johnson. I colloqui si incentreranno su possibili collaborazioni in ambiti quali il commercio, le prestazioni finanziarie, la ricerca e l’innovazione, come anche la mobilità.

Come fa notare il Dipartimento degli affari esteri, la Gran Bretagna è l’ottavo partner commerciale della Svizzera. Prima le relazioni erano sancite dagli accordi bilaterali con l’Unione europea. Dopo la Brexit, i rapporti tra di due paesi devono essere regolati diversamente.

La testa del Böögg
© Keystone / Ennio Leanza

Oggi sapremo come sarà l’estate 2022: torna dal vivo a Zurigo la festa della ‘Sechseläuten’, con il rogo del pupazzo che simboleggia l’inverno.

Questo bollettino vi giunge alle 17, un’ora prima che venga bruciato il famoso pupazzo – il Böögg – che simboleggia l’inverno. Secondo l’usanza, citata per la prima volta nel 1525, più velocemente la testa di questa sorta di pupazzo di neve imbottito di petardi esplode, più l’estate dovrebbe essere bella e calda.

Naturalmente sono delle credenze popolari. Di recente, il Böögg sembra poi aver smarrito le sue qualità di meteorologo: nel 2021, ad esempio, l’esplosione si è verificata in tempi brevi, ossia 12 minuti e 57 secondi. Malgrado ciò, temperature fresche e inondazioni hanno caratterizzato la successiva estate.

La ‘Sechseläuten’ (letteralmente ‘suonare le sei’, ora esatta in cui viene dato fuoco al Böögg) è la festa di primavera delle corporazioni zurighesi. Prima del rogo, come tradizione vuole, è previsto un corteo lungo le strade della città di Zurigo con 130 ospiti, tra cui il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e la sindaca Corine Mauch.

Alcolici in esposizione in un negozio migrolino.
© Keystone / Christian Beutler

Migros continuerà a non vendere alcolici nei propri supermercati. Così almeno vorrebbe la maggior parte degli svizzeri.

Ha fatto un certo scalpore la decisione di Migros di vendere alcolici nelle proprie filiali dopo oltre 100 anni di storia ‘analcolica’. Questa idea sembra non piacere ai clienti svizzeri, per certi versi molto tradizionalisti. Secondo un sondaggio di Tamedia pubblicato oggi, il 58% si dice infatti decisamente o abbastanza contrario.

La decisione se vendere o meno alcolici nelle filiali Migros (secondo dettagliante in Svizzera dopo Coop), spetta però ai suoi circa 2,3 milioni di soci delle dieci cooperative regionali. Questi ultimi hanno tempo fino al 4 giugno per esprimere il proprio parere. Per cambiare rotta, occorre che una maggioranza di due terzi dei votanti esprima il suo consenso.

Secondo il sondaggio, sono soprattutto i più anziani ad esprimere un parere contrario. Infatti, tra gli over 65 la percentuale dei contrari raggiunge ben il 67%: il cambiamento rappresenterebbe un tradimento dell’eredità di Gottlieb Duttweiler, secondo gli anziani clienti. Il fondatore di Migros, infatti, voleva proteggere le persone da possibili dipendenza da bevande alcoliche.

La porta all entrata di un bunker.
© Keystone / Christian Beutler

Il conflitto in Ucraina spinge molti svizzeri a rimettere in funzione i rifugi antiatomici costruiti durante la Guerra fredda.

La guerra sveglia paure assopite. Molti svizzeri, davanti all’invasione russa e alla paura di un possibile utilizzo di armi non convenzionali, hanno pensato bene di far rivivere i loro rifugi antiatomici privati costruiti negli anni ’60-’80 del secolo scorso.

Lo confermano le ditte specializzate in tecnologie per rifugi protetti. Queste aziende hanno visto negli ultimi mesi aumentare massicciamente le richieste di intervento. Come racconta la direttrice della sangallese G. Bühler Gmbh, “solo un mese fa, la gente ci sorrideva durante l’ispezione periodica dei rifugi e diceva che la ‘guerra fredda’ era finita da tempo. Ora stanno bussando alla nostra porta”.

La maggior parte dei rifugi antiatomici privati in Svizzera sono ormai vetusti e i clienti che chiamano chiedono riparazioni o ristrutturazioni. L’interesse maggiore è rivolto a prodotti come le toilette a secco o i letti d’emergenza ma molti chiamano semplicemente per sapere quali sono i requisiti richiesti per rendere abitabili i loro rifugi in caso di necessità.


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