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Marco Odermatt in azione

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

le Ferrovie federali svizzere hanno registrato nel 2021 una perdita di 617 milioni di franchi, mentre l'anno precedente il disavanzo si è attestato a 325 milioni. La causa è dovuta principalmente al numero di passeggeri che si è ridotto di un terzo rispetto al 2019. E pensare che prima della pandemia eravamo i campioni del mondo nell'utilizzo del treno.

Allo stesso tempo, però, gli svizzeri hanno riscoperto la bicicletta. Le vendite, soprattutto di e-bike, vanno a gonfie vele. Lo scorso anno ne sono state vendute 187'000, il 9,4% in più rispetto all'anno precedente, che già aveva fatto segnare un record. In pratica una bicicletta venduta su tre in Svizzera è elettrica. 

Un cartello in inglese e ucraino che indica il centro d accoglienza del canton Zurigo.
© Keystone / Michael Buholzer

Sono 6’482 i rifugiati di guerra ucraini giunti in Svizzera per i quali sono stati trovati alloggi d’emergenza.

Lunedì la Segreteria di stato della migrazione aveva comunicato che i centri federali d’asilo elvetici erano quasi al massimo delle loro capacità. Sei di essi, quelli di Chiasso, Zurigo, Berna, Basilea, Altstätten e Boudry, erano già al limite.

Per questo motivo oggi l’esercito svizzero ha messo a disposizione le caserme di Bülach (nel canton Zurigo) e Bure (canton Giura) come alloggi di emergenza per i rifugiati di guerra provenienti dall’Ucraina. Attualmente sono 6’482 le persone arrivate in Svizzera, 2’840 delle quali hanno trovato una sistemazione presso civili, spesso parenti o amici della diaspora ucraina in Svizzera.

A causa dell’invasione russa dell’Ucraina, in Svizzera potrebbero arrivare entro giugno fino a 50’000 profughi, soprattutto anziani, donne e bambini. Lo ha dichiarato oggi al Consiglio nazionale la consigliera federale Karin Keller-Sutter durante un dibattito urgente. Queste cifre si basano sulle proiezioni della Segreteria di stato della migrazione.

La raffineria di Tamoil in Vallese.
Keystone / Jean-christophe Bott

L’economia elvetica supera l’effetto frenante della guerra grazie alla ripresa dalla pandemia.

L’aumento dei prezzi dell’energia a causa del conflitto in Ucraina spinge verso l’alto l’inflazione anche in Svizzera. Nonostante ciò, secondo gli analisti di Credit Suisse, la situazione non è ancora grave perché attualmente nella Confederazione prevale la ripresa dalla pandemia.

L’aspettativa d’inflazione sale però all’1,8%, rispetto al precedente 1,0%. Eppure, l’inflazione dovrebbe avere solo un impatto limitato sulla crescita del PIL. Questo perché, come detto, la ripresa dalla pandemia supera l’effetto frenante della guerra. Vengono confermate le previsioni di una crescita economica del 2,5% per quest’anno e dell’1,6% per il 2023.

Il dato positivo è dovuto al fatto che la Svizzera è meno direttamente vulnerabile all’aumento dei prezzi di gas e petrolio rispetto ai Paesi limitrofi, soprattutto perché, da un lato, il gas nel nostro Paese non è utilizzato per la produzione di energia elettrica e, dall’altro, i costi energetici rappresentano una piccola porzione dei bilanci familiari.

Marco Odermatt in azione
Keystone / Helmut Fohringer

Il nidvaldese Marco Odermatt ha vinto la classifica generale di Coppa del mondo di sci.

Con il secondo posto in discesa oggi a Courchevel, Marco Odermatt ha matematicamente vinto la classifica generale di Coppa del mondo di sci. Dopo l’oro in gigante alle Olimpiadi il mese scorso, il 24enne nidvaldese riporta la coppa di cristallo più importante in Svizzera che mancava da ben 12 anni.

L’ultimo elvetico a vincere il titolo è stato il grigionese Carlo Janka nel 2010. Janka che proprio quest’anno, dopo la discesa del Lauberhorn, ha messo fine alla sua brillante carriera all’età di 35 anni dopo aver vinto, oltre alla Coppa di cristallo, un alloro olimpico, due medaglie ai mondiali e 28 podi in coppa del mondo.

Se Marco Odermatt festeggia, a Beat Feuz, anch’egli medaglia d’oro a Pechino, è rimasto l’amaro in bocca. Infatti, per soli 13 punti il discesista bernese non è riuscito a portarsi a casa il suo quinto globo consecutivo nella disciplina regina che gli avrebbe permesso di eguagliare la leggenda austriaca Franz Klammer.

Un cartello contro il 5G in una manifestazione in Piazza federale
© Keystone / Anthony Anex

Prima rifiutato e combattuto, negli ultimi anni il 5G ha guadagnato in popolarità.

Il dato emerge da un sondaggio realizzato dal portale di raffronto online bonus.ch. In breve, a livello nazionale il 27% degli intervistati si è espresso contro. Solo due anni fa questa percentuale era del 44%. Va aggiunto però che una parte significativa (24%) non ha ancora un’opinione precisa in merito.

Tra le persone che hanno effettivamente espresso un giudizio, il 65% è favorevole al 5G. Particolarmente critiche le donne e gli svizzero-francesi. La tecnologia di telefonia mobile trova invece maggiori consensi tra gli uomini e in Svizzera tedesca e in Ticino.

Chi si oppone al 5G indica come motivazione principale i rischi per la salute (47%, rispetto al 60% nel 2020). I timori per l’impatto ambientale (32%, contro il 28% in precedenza) e per la sicurezza informatica (12% contro 7%). I favorevoli citano maggiormente il progresso tecnologico, l’impatto favorevole sull’uso personale e la riduzione del consumo energetico.

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