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leva

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

che quanto sta avvenendo in Ucraina alla fine riguarda tutti noi ce lo hanno ricordato le notizie giunte oggi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, coinvolta negli scontri armati tra i due eserciti in conflitto.

Per questa volta i danni sono stati limitati, ma forse, penso che concordiate qualunque siano le vostre opinioni, sarebbe il caso che non si superassero certi limiti.

Nel nostro bollettino quotidiano dalla Confederazione, come potrete constatare, quanto sta avvenendo nel Paese in riva al Mar Nero ha inevitabili e continui riferimenti. Ne ha infatti parlato oggi anche il Governo federale. 

Buona lettura.  

consiglieri federali
© Keystone / Anthony Anex

Sanzioni estese alla Russia e attivata la protezione speciale (statuto S) ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra: lo ha deciso nella sua seduta odierna il Governo svizzero. Riprendendo le restrizioni decise dall’UE, Berna ha ampliato i provvedimenti che colpiscono le esportazioni e i rapporti commerciali e finanziari con Mosca.

Al divieto di transazioni con la Banca centrale russa e ai limiti all’uso del sistema interbancario SWIFT, si aggiunge il congelamento dei beni di altre 122 persone vicine a Vladimir Putin. Viene inoltre proibita la vendita di prodotti e servizi in ambito tecnologico, militare, spaziale e petrolifero. Tutte misure che a detta del Consiglio federale sono conformi alla neutralità elvetica.

Viene inoltre accordata protezione ai profughi ucraini (statuto S), che concede il diritto di soggiorno temporaneo in Svizzera derogando all’iter procedurale ordinario per i rifugiati.

Queste persone riceveranno, una volta espletata la consultazione presso i cantoni, un diritto di soggiorno di un anno, prorogabile, e la possibilità di chiedere il ricongiungimento familiare. Ancora da definire invece i dettagli riguardo agli spostamenti all’interno dell’area Schengen e alla possibilità di svolgere un’attività lucrativa.

aiuti
© Keystone / Michael Buholzer

Gli svizzeri partecipano alle campagne di solidarietà che stanno spuntando un po’ dappertutto in questi giorni in favore del popolo ucraino. Il primo convoglio di aiuti umanitari, ha fatto sapere oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), è giunto alla frontiera del Paese bagnato dal Mar Nero.

Tende, coperte, stufe da campo, medicamenti e altro materiale d’emergenza sono stati consegnati alla sezione locale di Caritas che provvederà al loro utilizzo in favore degli sfollati in fuga dalle bombe. Una prima tenda è stata immediatamente montata per proteggere dal freddo glaciale la moltitudine di profughi assiepati al confine.

Negli scorsi giorni sono partiti un aereo cargo e una colonna di sei camion in direzione della Polonia, dopo che il Governo federale aveva annunciato che avrebbe inviato 25 tonnellate di materiale di soccorso per un valore di circa sei milioni di franchi.

In aggiunta all’impegno delle autorità federali stanno però nascendo analoghe iniziative private in molte città elvetiche per offrire supporto ai cittadini ucraini assediati dai militari russi.  

leva
© Keystone / Christian Beutler

Leva obbligatoria anche per le donne. L’idea poteva forse sembrare paradossale fino a non molto tempo fa, ma ora il Governo federale ci sta pensando seriamente.

Questa ipotesi, che richiederebbe una modifica della Costituzione federale, figura infatti tra le opzioni che Berna intende approfondire entro la fine del 2024 allo scopo di garantire a lungo termine un numero adeguato di effettivi all’esercito e alla protezione civile.

Una delle due proposte contenute nel rapporto adottato oggi dall’Esecutivo (“Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno”) prevede di estendere il servizio obbligatorio all’universo femminile allo scopo di raddoppiare il bacino dei potenziali coscritti. Un’alternativa che, oltre ad assicurare organici sufficienti in funzione delle reali necessità, comporta in concreto il reclutamento di solo una parte (circa la metà) delle persone soggette alla leva.

Attualmente, l’effettivo della protezione civile è di poco inferiore ai 72’000 militi e l’esercito, ha indicato il Consiglio federale, avrà difficoltà, verso la fine del decennio, a garantire l’effettivo reale di 140’000 soldati.

banca
© Keystone / Ennio Leanza

Rivelazioni del Financial Times gettano un’ombra sull’operato del Credit Suisse, che però smentisce le accuse, nei confronti degli uomini d’affari vicini a Putin.

Il senatore ginevrino Carlo Sommaruga ha chiesto alla Procura federale di fare luce su presunte attività elusive da parte della banca che, secondo l’autorevole testata economica, avrebbe invitato alcuni investitori a occultare la documentazione relativa a relazioni finanziarie che coinvolgono gli oligarchi colpiti dalle sanzioni internazionali.

Un’ipotesi, ha sottolineato il parlamentare socialista, che “può essere punita con la reclusione fino a un anno o con una multa fino a 500’000 franchi“.

Nel frattempo però il Credit Suisse ha fatto sapere di non aver distrutto alcun dato relativo a clienti o altri documenti e che da parte sua tali sanzioni sono “integralmente rispettate”.

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